Le armi divorano enormi risorse per lo sviluppo



Sergio Mattarella    7 Maggio 2024       2

Pubblichiamo l’intervento del Presidente della Repubblica alla Conferenza sullo stato di attuazione dell’Obiettivo n. 16 dell’Agenda ONU 2030 “Pace, Giustizia e Istituzioni per lo Sviluppo Sostenibile”.

Signora Vice Segretario Generale delle Nazioni Unite,
Signor Sottosegretario Generale per gli Affari Economici e Sociali,
Signora Direttrice Generale dell’Organizzazione Internazionale di Diritto per lo Sviluppo,

Signore e Signori, sono molto lieto di aprire i lavori di questo incontro su “Pace, Giustizia e Istituzioni per lo Sviluppo Sostenibile”, dedicato all’Obiettivo 16 dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite.

Ringrazio i Rappresentanti dell’ONU e dell’Organizzazione Internazionale di Diritto per lo Sviluppo per aver lavorato a questo evento, che si tiene per la prima volta qui a New York, dopo le precedenti edizioni svoltesi in Italia.

Rivolgo un saluto a tutti i partecipanti, rappresentanti di governi, delle organizzazioni internazionali, delle istituzioni giudiziarie, delle università, della società civile, inclusi in particolare giovani e donne, impegnati nella promozione di società pacifiche e inclusive, di sistemi giudiziari equi e di istituzioni efficaci, responsabili e trasparenti.

Pace, inclusione, giustizia, sono capisaldi irrinunciabili per lo sviluppo sostenibile di ogni Paese e di ogni società, e mi piace sottolineare come siano principi portanti anche dell’ordinamento costituzionale italiano. L’esistenza di un sistema di tutele e di garanzie giuridiche è pre-condizione al godimento dei diritti della persona e, appunto, per lo sviluppo umano, inteso nel suo senso più alto. Si tratta di fondamenti riaffermati dalla stessa Carta delle Nazioni Unite, che sin dal suo preambolo ha enunciato l’impegno “a creare le condizioni in cui la giustizia e il rispetto degli obblighi derivanti dai trattati e dalle altre fonti del diritto internazionale possano essere mantenuti” e “a promuovere il progresso sociale e un più elevato tenore di vita in un contesto di accresciute libertà”.

L’Agenda 2030 delle Nazioni Unite, con i suoi Obiettivi di Sviluppo Sostenibile, ha il merito di avere fornito un orizzonte concreto per il loro realizzarsi, indicando un percorso che tutti gli Stati Membri si sono impegnati a perseguire nell’interesse dei popoli, e che passa anzitutto dalla preservazione del pianeta, il luogo che abitano.

Giunti alla seconda metà del cronoprogramma di attuazione dell’Agenda, una decisa accelerazione verso il raggiungimento dei nostri obiettivi comuni appare imprescindibile, come riaffermato, lo scorso settembre, durante l’ultimo Vertice ONU in materia.

Ci troviamo, purtroppo, in un contesto più complesso di quanto si immaginava poco tempo addietro. All’intensificarsi degli effetti negativi del cambiamento climatico si aggiunge il proliferare di drammatici conflitti che allontanano dall’impegno di dare priorità a quell’agenda.

Le conseguenze sono disastrose: allo stato attuale solo una parte modestissima degli obiettivi dell’Agenda 2030 sarebbe raggiungibile nei tempi indicati. Il lavoro che attende questa Conferenza preparatoria sarà prezioso, come avvenuto per le edizioni precedenti di Roma, in particolare in vista del “Summit per il Futuro”, previsto il prossimo settembre.

Il quadro giuridico entro cui si colloca la capacità di perseguire gli obiettivi dell’Agenda è strumento essenziale. Affidarsi esclusivamente alla buona volontà degli attori in gioco si è rivelato, spesso, illusorio.

Ecco perché l’Obiettivo 16, oggetto della riflessione di questa giornata, costituisce – e comporta – un passaggio ineliminabile. Come potremmo parlare, infatti, di pace come sviluppo se non sostenendo i diritti delle persone e dei popoli? Come potremmo, se non affermando la pratica, nei conflitti, dei principi delle Convenzioni di Ginevra in materia di diritto umanitario, oggi apertamente violati? Se non ponendo in campo norme e iniziative a tutela della condizione femminile, contro la violenza sui fanciulli e sulle donne, sullo sfruttamento da parte della criminalità organizzata, sulla marginalizzazione dei disabili?

Sono questioni che riguardano da vicino le istituzioni e l’amministrazione della giustizia.

Si tratta di por fine alla insicurezza cui sono confinate troppe popolazioni e troppe persone.

Siamo particolarmente onorati, in proposito, di avere proposto e ottenuto l’assenso dell’Assemblea Generale, poco più di un mese fa, su una Risoluzione che, a ventiquattro anni dalla Convenzione di Palermo, ha dichiarato, ricordando la figura di Giovanni Falcone, il 15 novembre di ogni anno, “Giornata internazionale per la prevenzione e la lotta contro tutte le forme di criminalità organizzata transnazionale”. La stabilità degli stessi Stati, la vigenza dello Stato di diritto, troppo spesso vengono messi in causa da queste forme di pervasiva criminalità.

Se questi sono temi di urgenza particolare, la prospettiva verso la quale ci muoviamo è quella di rendere le nostre società più coese e giuste, allargando gli spazi civici e politici di partecipazione a tutte le componenti delle società; rendendo le istituzioni, a ogni livello, più inclusive e più rappresentative: in ultima analisi rinsaldando il “contratto sociale” tra popoli e istituzioni.

Si tratta di condizioni essenziali per lo sviluppo della persona, purtroppo fragili o assenti in tante parti del mondo. Anche per questo l’Italia è impegnata con convinzione a far avanzare l’attuazione di questo obiettivo e a collaborare a questo fine con organizzazioni come l’IDLO, che ospitiamo a Roma.

Signore e signori, pace e sviluppo hanno destini incrociati. Non può esservi l’uno, senza l’altra.

Viviamo in un’epoca con il maggior numero di conflitti dalla fine della Seconda guerra mondiale che divorano enormi risorse nella corsa agli armamenti, sottraendole allo sviluppo.

L’appello alla costruzione delle condizioni necessarie per la pace e per porre fine ai conflitti non potrebbe essere più necessario e urgente.

Fronteggiamo oggi un pericolo ulteriore che mina il rapporto di fiducia con le istituzioni e tra i Paesi, quello della disinformazione. È di venerdì scorso la Giornata mondiale per la libertà di stampa che ammonisce, ogni anno, sul valore della libertà dell’informazione per il mantenimento della democrazia. Temi come l’accesso all’informazione, la libertà di espressione, la tutela della privacy, appartengono, a buon diritto, alle mete incluse nell’Obiettivo 16, oggetto di questa discussione.

Con – e nelle – Nazioni Unite dobbiamo lavorare per ricostituire la fiducia tra le nazioni, rinsaldare la cooperazione internazionale e tessere nuove reti di comprensione e di collaborazione.

È sulla base di questo approccio che l’Italia dispiega la sua azione, con ferma determinazione nel sostenere gli strumenti di dialogo basati su quel principio di multilateralismo che oggi vediamo così drammaticamente messo in discussione dall’aggressione russa all’Ucraina e dalle conseguenze dell’irrisolto conflitto israelo-palestinese.

Non possiamo continuare ad attardarci in relazioni tra Paesi basate su visioni ed eredità ottocentesche, su pulsioni di potenza. A chiedercelo con forza sono i cittadini, i giovani, le donne, che chiedono un avvenire ispirato agli obiettivi che l’Agenda 2030 ha delineato.

Con questi auspici auguro a tutti voi buon lavoro.

Per leggere poi l’ampio intervento tenuto dal Presidente Mattarella all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, dove – dal palco nella foto di apertura – ha riproposto l’impegno del nostro Paese per la pace, “interesse di tutti i popoli, ovunque”, l’importanza del multilateralismo e l’urgenza di riformare la governance dell’ONU stessa, si può cliccare su QUESTO LINK.


2 Commenti

  1. Marcello Veneziani in un articolo di fondo pubblicato pochi giorni fa sulla Verità, così ha scritto di Mattarella: ” Il vero capo del PD è Mattarella garante all’estero e difensore in patria (del PD) ….ed ogni volta che parla io mi sento straniero in patria”. Ecco so di essere blasfemo in questa sede ma io la penso allo stesso modo e trovo il suo intervento alle Nazioni Unite retorico ed ampolloso, (per giunta anche in un italiano diciamo agee) . Mattarella ha difeso a spada tratta vaccinazioni covid e green pass ed oggi leggendo i verbali della varie inchieste si viene a conoscenza che i vari Speranza e membri del CTS sapevano benissimo i rischi ai quali sottoponevano la popolazione. Oggi Mattarella considera la Russia l’impero del male ed ha approvato tutti gli invii di armi e tutta la politica bellicista del PD (azionista di maggioranza del governo Draghi e sponda oggi di Crosetto in questo campo). E’ lo stesso Mattarella che nel 2017 notava che la Nato a forza di circondare la Russia avrebbe potuto farla arrabbiare? Mi fermo, ma molto ci sarebbe da parlare ancora.

  2. La politica della sinistra per l’accoglienza indiscriminata di islamici pur di mantenersi al governo con i voti vagheggiati dello Jus soli ha impedito la nascita di bimbi italiani. Ultima mazzata è di Teresa BELLANOVA con l’arrivo epocale dei raccoglitori di pomodori. Ma Giorgia ha capito ed anche Vannacci, ora sono in due a raddrizzare una barca che stava affondando. Un neo di questo governo sono le spese eccessive per armi. Ma è intervenuto il nostro Presidente Sergio Mattarella all’ONU il 7 Maggio 2024: Le armi divorano enormi risorse per lo sviluppo. Lo scorso anno, la spesa globale per le armi ha raggiunto 2.400 miliardi di dollari, con una crescita di circa il 7% rispetto all’anno precedente, la più alta degli ultimi quindici anni. Si tratta di risorse che utilmente servirebbero per alleviare le crisi umanitarie che hanno coinvolto oltre cento milioni di esseri umani, per favorire la crescita economica e sociale, per contrastare gli effetti del cambiamento climatico e le insidie globali per la salute, per promuovere lo sviluppo morale e intellettuale delle giovani generazioni e che invece, a causa del rilancio di mire espansionistiche di alcuni Stati, sono state destinate all’acquisto di mezzi distruttivi. Il quadro pattizio per il controllo degli arsenali nucleari, così faticosamente articolato negli scorsi decenni, è un patrimonio comune a tutti gli Stati. Violarlo, anche con semplici minacce, significa porre a rischio i destini dei popoli, tutti, anche quelli i cui governi minacciano l’uso delle armi nucleari. Una responsabilità che la Comunità internazionale non può lasciare senza conseguenze. Questo quadro desta un inevitabile, ulteriore, interrogativo. La pretesa di piegare le Nazioni Unite a singoli spregiudicati interessi – lo stesso obiettivo principale della Carta viene messo costantemente in discussione – non può metterne in dubbio la universalità e le sue ragioni fondanti. Come se non le bastassero i migranti che sbarcano a migliaia (alla faccia di Piantedosi e Salvini…) e i ritardi nel PNRR, che ridurranno sensibilmente i miliardi in arrivo dall’Europa, il Governo si trova a dover fronteggiare la guerra in Ucraina, ingiusta e senza soluzione. No nel coro della NATO, no missili italiani all’Ucraina, una decisione che contrasta l’art. 11 della nostra Costituzione! Ministri: Schillaci e Zangrillo, a quando la riorganizzazione della Sanità e della Pubblica Amministrazione? E si sa, che i poveri si nutrono di pazienza, ma non bisogna abusarne poiché arrivano tempi in cui la collera dei poveri – lo scriveva Paolo VI – diventa temibile.

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