Tessere e figurine



Pier Luigi Tolardo    19 Aprile 2024       0

La polemica di Pier Luigi Castagnetti contro la scelta di usare l'immagine di Enrico Berlinguer per la tessera del PD per il 2024, da una parte è un po' stucchevole come tutte le polemiche che si soffermano su aspetti formali, esteriori, semifrivoli, della politica ma nello stesso tempo è eloquente se pensiamo a quanto pesino nella politica gli aspetti simbolici ed emotivi.

Ho rinnovato la tessera del PD quando ancora non si sapeva dell'immagine, sono poi solo gli occhi di Berlinguer, sulla tessera, credo proprio che l'avrei fatto ugualmente pur sapendolo.

La mia prima tessera di partito è del 1985, avevo 21 anni, è della DC, era già più sofisticata della quasi santino di carta ingiallita della tessera DC 1945, con il solo scudo crociato e dietro la firma del Segretario politico: Alcide De Gasperi, intestata a mio nonno Pietro, conservata nel suo scrittoio.

Quel De Gasperi che Castagnetti vorrebbe o preferirebbe nella tessera 2025 del PD per riequilibrare il tiro.

Non credo che Berlinguer avrebbe mai accettato la sua foto sulla tessera del PCI, tanto meno Alcide De Gasperi su quella DC, che pure ne era il fondatore, il primo segretario oltre ad essere Premier della ricostruzione italiana ed europea.

Eppure le scene filmate del treno che trasporta le spoglie mortali di De Gasperi, da Trento a Roma, assolutamente commoventi, fra un popolo che si segna e si inginocchia al suo passaggio, documentano un affetto e un rispetto sconosciuti per i leader di oggi che mettono il proprio nome sul simbolo. I funerali di Berlinguer ho fatto in tempo a vederli in Tv io stesso, con quella folla di pugni chiusi ma anche di segni della croce; e anche il segno delle croce lo si vede molto meno fatto in giro anche ai funerali della gente comune.

La secolarizzazione certamente ha cambiato i partiti oltre alla società e alla , e in questo il perché della riduzione di un partito al suo leader attuale che cerca di ispirarsi a uno o all'altro leader del passato, ma senza esagerare perché le differenze sarebbero troppo evidenti in grandezza e umiltà, che vanno di pari passo.

Mi pare questo il problema del PD di oggi: non la tessera, ma l'assenza di un reale dibattito interno, sui temi e i problemi di oggi, un dibattito sostituito da rivendicazioni di quote personali e di gruppo, di una guerra quotidiana fra correnti che non ha neppure l'ombra di un confronto valoriale e programmatico.

Discutiamo del packaging, della confezione, di quale figurina manca all'album dei calciatori, o vogliamo discutere di politica?


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