I Gesuiti a Reggio Emilia



Redazione    14 Febbraio 2021       0

È uscito recentemente un volume dal titolo "Un'esperienza di formazione sociale e politica. I Gesuiti a Reggio Emilia"(Gianni Bizzocchi Editore) di cui è autore Luigi Bottazzi, amico e socio della nostra Associazione. È frutto di una ricerca che è durata oltre due anni, tra gli archivi di Reggio, Gustalla, Gallarate, Milano e Roma. Si tratta di una "singolare" e importante storia reggiana ed, in parte, anche emiliana, sicuramente di rilievo nazionale nel quadro della evoluzione post-conciliare della Chiesa italiana degli anni '60-'70, uno spaccato molto stimolante per la sua originalità. Nell'allegato, cui si può accedere dal link in calce, si possono trovare una prima descrizione del lavoro di ricerca, un inquadramento storico e le modalità di acquisto del libro.

Tutto nasce dall'insediamento dei Gesuiti a Reggio Emilia, che provenivano dal San Fedele di Milano (1954-1975). Nell'ambito di questa Casa di esercizi spirituali, per sacerdoti e laici, denominata Centro del Sacro Cuore, con sede a Baragalla nella prima periferia di Reggio Emilia, prende il via la Scuola Superiore di Scienze Sociali, così chiamata, con corsi triennali post-diploma di tipo para-universitario. L' idea e l' impostazione didattica nasce da un gruppo di Gesuiti, impegnati nella redazione della nota rivista cattolica milanese "Aggiornamenti Sociali", provenienti da missioni e borse di studio all'estero, come P. Luigi Rosa, P. Giacomo Perico, P. Mario Reina e da importanti docenti dell' Università Cattolica, come Giuseppe Lazzati, Mario Romani, Siro Lombardini, Giorgio Braga, Francesca Duchini, Luigi Frey.

La scuola era all'inizio frequentata da oltre un centinaio di giovani e ragazze provenienti dalle diocesi emiliane (nei territori odierni di Piacenza, Parma, Reggio Emilia e Modena). Il preside della scuola era il Vescovo metropolita di Modena, ma la direzione effettiva era affidata al vicepreside Padre Rosa, fine costituzionalista e sociologo. Fu un'esperienza importante, dato che proprio Padre Rosa, con il professor Braga, agli inizi degli anni Sessanta avviò a Trento la prima Facoltà di Sociologia in Italia.


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