Amaro Diciotti



    5 Febbraio 2019       0

Un sondaggio fresco fresco rivela che per il 57% degli italiani Salvini non deve venire processato per il caso dei 177 naufraghi “sequestrati” sulla nave Diciotti che li aveva raccolti nel Mediterraneo.

La vicenda, ricorderete, risale all’estate scorsa e in un certo senso nell’opinione pubblica si sovrappone alla vicenda dei 47 migranti della Sea Watch che ha tenuto banco in questi giorni.

Le due situazioni vengono accomunate in modo semplicistico e confuso, mentre in realtà sono diverse e richiedono valutazioni differenti.

La Sea Watch, è la nave di una ONG tedesca battente bandiera olandese, alla quale il governo salviniano ha negato l’approdo a Siracusa. Qui il braccio di ferro – al di là delle valutazioni umanitarie che vengono o colpevolmente accantonate per fini partitici o colpevolmente agitate per gli stessi fini – è più comprensibile nei confronti di un’Europa che continua a fare orecchie da mercante dopo aver scaricato sull’Italia (ai tempi del duo di governo Berlusconi-Bossi, ricordiamolo) i maggiori oneri delle migrazioni dal continente africano.

Salvini continua a lucrare consensi nei sondaggi con la sua intransigenza verso i migranti, anche perché la gente è preoccupata per un fenomeno epocale che se non può essere fermato erigendo muri, ma certamente non si risolve con le porte aperte a tutti. Che poi navi straniere, anche con i migliori propositi, raccolgano a poche miglia dalle coste libiche la povera gente imbarcata su gommoni e carrette del mare – risolvendo ai delinquenti scafisti il problema del viaggio – per poi dirigersi immancabilmente verso il nostro Paese, e non il proprio, suscita una comprensibile diffidenza in larga parte dell’opinione pubblica. Il che spiega il consenso crescente a Salvini.

La Diciotti invece è una nave della Guardia Costiera, quindi della Marina Militare, quindi territorio italiano. L’esibizione muscolare del Ministro dell’Interno che ha impedito per alcuni giorni alla nave di attraccare in un nostro porto e sbarcare i migranti salvati nel Mediterraneo, non sappiamo se comporterà una condanna di Salvini per sequestro di persona, come ipotizzato dai magistrati, ma dovrebbe configurare come minimo un abuso di potere. Che a suo tempo ha creato un serio conflitto di competenze tra poteri dello Stato. Si parlò allora di un intervento del saggio Mattarella sul premier FF (facente funzioni) Conte per risolvere una situazione imbarazzante. Il Ministro dell’Interno, ricevuto dai magistrati l’avviso di garanzia, aveva aperto in diretta feisbuc la busta gialla e mostrato i muscoli: “Processatemi pure. Mi dicono che rischio fino a 15 anni. Pazienza, mi verrete a trovare a San Vittore. Io non mollo di un millimetro”. Poi, indotto a più miti consigli da qualche amico legale, vuole adesso che il Parlamento neghi l’autorizzazione a procedere. Come un berluschino qualsiasi. E pretende che i Cinquestelle snaturino se stessi proteggendo per la prima volta un membro della “casta”. Cosa che potrebbe anche accadere, lacerando ulteriormente i grillini.

Chissà che dalla Diciotti non arrivi un amaro epilogo per il Rodomonte padano, mandato a processo per averla fatta fuori dal vaso. Oppure che siano Di Maio e soci a trangugiare un amaro calice salvando dai guai il socio di governo. Quello che li sta lentamente cannibalizzando...


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