Sventato il “governo suk”



    8 Maggio 2018       1

E così il presidente Mattarella – che Iddio ce lo conservi – si è trovato costretto a proporre il “governo neutrale”. Fino ad ora avevamo sentiti quelli “politico” e “tecnico”, “di solidarietà nazionale” e “balneare”, “programmatico” e “di decantazione”; ma “neutrale” non ancora.

Il Capo dello Stato ci ha tuttavia impedito di conoscere e sperimentare un nuovo esecutivo, quello proposto a più riprese da esponenti illustri (nel senso che lo illustrano bene…) del centrodestra come Meloni, Gasparri e Santanché: lo chiameremo il “governo suk”.

Secondo il loro illuminato parere, il Presidente avrebbe dovuto incaricare Salvini affinché procedesse alla formazione di un esecutivo per poi presentarsi alle Camere e trovare lì una maggioranza. Immaginatevi il tourbillon di telefonate, incontri, approcci, proposte, promesse nei pochi giorni tra l’incarico e la votazione di fiducia. Berlusconi, previdente, già da metà marzo ha sguinzagliato i suoi emissari – “Fatevi un amico tra i 5 stelle…”– per tentare le umane debolezze di molti neoparlamentari messi di fronte alla prospettiva di tornare già a casa dopo aver solo assaggiato le prelibatezze del potere romano. La capacità di convincimento del Cavaliere è ben nota, come possono testimoniare i vari De Gregorio, Scilipoti, Razzi. Personaggi che nel “governo suk” ci starebbero a meraviglia…

Certo, sarebbe stato difficile questa volta convincere gli oltre 50 parlamentari necessari per fare maggioranza. Non fosse altro, per i costi dell’operazione: a De Gregorio erano stati corrisposti, carte processuali alla mano, ben 3 milioni di euro… Ma solo nella passata legislatura i cambi di casacca sono stati 566, e hanno coinvolto 367 tra deputati e senatori. Dato che il numero di “nominati” è largamente prevalente anche con il Rosatellum, non è che la qualità possa essere migliorata tanto, e trovare una sessantina di voltagabbana dalle parti di Palazzo Grazioli poteva anche essere ritenuto fattibile…

Comunque sia, non importa sapere se questa indecente compravendita sarebbe andata a buon fine o no. Se tanti, pochi o nessun parlamentare avrebbero cambiato casacca sotto la bandiera del senso di responsabilità verso le istituzioni (e, sotto sotto, per l’incremento del conto in banca). Almeno ci siamo risparmiati un nuovo, indecoroso, spettacolo.

Grazie, presidente Mattarella, per aver impedito che si scavasse il fondo del barile della Seconda Repubblica.


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