Fraulein Maria Elena



    7 Febbraio 2018       0

Quanti misteri in queste elezioni. Quante cose incomprensibili a noi umani.
Difficile capire come possano Berlusconi e Salvini proporsi per governare insieme divergendo quotidianamente su tutti i temi importanti. Difficile capire come il Movimento 5 Stelle possa mandare a Roma candidati che alle “parlamentarie” raccolgono consensi insufficienti per venire eletti in una Circoscrizione. Ancora più arduo capire come farebbe l'ondivago Di Maio a guidare un governo (certo che, dopo Renzi, anche lui e Salvini e Meloni possono farci un pensierino...). Difficile capire come possa Romano Prodi votare nella sua Bologna per Casini, storico alleato di Berlusconi, e non per il fedele Errani. Venendo a Torino, difficile capire perché sia stato blindato come capolista PD al Senato lo stimabile Mauro Marino e non l'altrettanto stimabile Stefano Lepri, costretto come tanti altri uscenti a conquistarsi sul campo la rielezione (a meno che il primo non abbia acquisito benemerenze da vicepresidente della Commissione d'inchiesta sulle banche, presieduta - guarda caso - proprio da Casini...).
Visto che siamo in tema, solo una scelta abbiamo capito benissimo: Maria Elena Boschi candidata nel collegio uninominale di Bolzano.
Cosa c'entra MEB con l'Alto Adige? Si potrebbe pensare che la paladina della riforma costituzionale sia andata a candidarsi proprio nella provincia che più ha apprezzato il suo lavoro, con il 63% di consensi. Ma anche nella sua Arezzo i Sì avevano vinto con un bel margine…
Forse che ad Arezzo sono più dolorosi i postumi del fallimento di Banca Etruria?
Ma dopo la polemica nazionale che l'ha coinvolta, nella confusione tra ruolo di governo e interessi politici e famigliari, la Boschi aveva bisogno di rischiare il meno possibile. Ed ecco la geniale pensata di Renzi: candidarla nel collegio bolzanino.
Lì domina incontrastata la Sudtiroler Volskpartei, espressione politica della popolazione di lingua tedesca, con quasi la metà dei consensi. La SVP aveva appoggiato il referendum, che avrebbe comunque blindato sine die l'autonomia delle Regioni a statuto speciale, in cambio di sostanziosi ritorni economici e politici. Ora però è giunto il momento di restituire i favori. Accogliendo e votando fraulein Maria Elena, che sotto l'ala protettrice della Volskpartei è al riparo da sorprese. Perché la mirabolante legge elettorale non ammette il voto disgiunto. Non sarà possibile scegliere un partito e un candidato uninominale sostenuto da un altro partito.
Insomma, chi vuole votare SVP deve anche farsi piacere la Boschi. Chi non volesse votarla, dovrà però rinunciare alla croce sul simbolo della stella alpina. Malgrado le tante proteste, è chiedere troppo a un sudtirolese…
Così la dark lady democratica è certa della rielezione, partendo dal potenziale 60% dei consensi (tra SVP e PD più alleati minori) che non potranno calare più di tanto per il meccanismo vincolante e “ricattatorio” del Rosatellum.
Ad abundantiam la Boschi è anche capolista in tre listini della Sicilia, poi a Cremona-Mantova e a Guidonia in Lazio, ma in tutti questi collegi plurinominali la sua presenza, più che a portare voti (battutona!), serve solo a risolvere il problema formale delle quote rosa in lista: la vittoria nell'uninominale a Bolzano, permetterà ai cinque uomini in seconda posizione di venire eletti nel proporzionale. Una bella trovata, grazie al contributo della Sottosegretaria alla Presidenza del Consiglio. Colei che ha la delega alle Pari opportunità…


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