Reticenza su Olivetti



Scorpio    7 Dicembre 2023       3

Con una certa sorpresa abbiamo assistito ieri al fatto che alcuni telegiornali si sono ricordati dell’anniversario della morte di Camillo Olivetti. Il padre di Adriano che proseguì la sua opera illuminata d’imprenditore sensibile alle questioni sociali, e alla conseguente apertura ad un nuovo rapporto tra capitale e lavoro, e allo sviluppo tecnologico.

Soprattutto con Adriano, l’Olivetti divenne un’eccellenza su entrambi i fronti, quello sociale e quello dell’innovazione. Ed è lodevole il fatto che ogni tanto si parli di chi indica, e percorre, una strada diversa su cui si potrebbe incamminare l’imprenditoria moderna o, come fanno gli studiosi della economia civile, e di quella circolare, dimostrano che altro si può fare per individuare nuovi rapporti tra impresa e società. Anche per rispondere alla crisi del capitalismo tradizionale, altrimenti destinato a diventare pura finanziarizzazione con tutte le conseguenze che questo comporta.

Peccato che il ricordo ascoltato ieri, forse ce ne sono stati altri più completi, sia sia limitato agli aspetti meramente celebrativi. Nessuna parola sulle responsabilità della fine del “disegno” di Adriano Olivetti e della distruzione della sua impresa. Dava troppo fastidio. Internamente, al resto di una gran parte dell’imprenditoria italiana, quella che ha preferito la strada dell’assistenza pubblica, magari condannata dai giornali di quello stesso padronato di allora. All’esterno, perché l’innovazione prodotta dalla Olivetti faceva gola ad altri. Stranieri e, guarda caso, alleati strategici di una parte dei famosi nostri “capitani” d’industria ancora oggi tanto celebrati… nonostante abbiano creato le condizioni perché i loro eredi trasmigrassero altrove.

Cose dure da dire, ma verrà il giorno in cui da qualche storico libero o da qualche economista, altrettanto libero, potremmo avere sugli Olivetti, ed altro, come sono andate davvero le cose.

(Tratto da www.politicainsieme.com)


3 Commenti

  1. Ringrazio per la opportunissima memoria di Adriano Olivetti, che appena ieri anch’io ho volutamente richihamato in una riflessione proposta qui a Roma presso la Fondazione Internazionale per l’Aiuto all’Anziano e dedicata a passato e presente della storia politica italiana.

  2. Troppi nemici esterni ma anche interni. In quegli anni gloriosi un altro grande imprenditore, pubblico, tentava con successo di affermare la sovranità italiana declinandola in un modello di relazioni internazionali basato sulla solidarietà e sulla pariteticita’ e risultava troppo ingombrante anche sulla scena nazionale. Che Mattei sia stato assassinato (forse per mano mafiosa, ma la mafia fornì solo la manovalanza) nessuno ormai più di dubita ma anche la strana morte su un treno di Adriano Olivetti è da catalogare fra gli oscuri misteri d’Italia. Gallino scrisse un libro pieno di rimpianti e documentatissimo sulla scomparsa dell’Italia industriale (processo ben lungi dalla conclusione): il sovranismo demagogico di oggi è la risposta velleitaria e sgangherata a questa tragedia.

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