Pubblichiamo il ricordo di Guido Bodrato che Giampiero Leo ha inviato al settimanale diocesano subalpino, “La Voce e il Tempo”.
Gentile direttore,
ho molto apprezzato che il suo giornale – ancora una volta! – si sia distinto nel dare spazio alla notizia della scomparsa di un vero, straordinario e coerente leader politico cristiano democratico. Infatti ha ragione il lettore Stefano Passaggio, quando segnala come notizie e commenti relativi alla vita, al pensiero e all’opera dell’on. Bodrato, siano state in larga misura obnubilate dalla strabordante attenzione mediatica, dedicata alla scomparsa del Presidente Silvio Berlusconi. Naturalmente sarei uno sciocco e un fazioso se non comprendessi le ragioni di tutta l’attenzione dedicata all’on. Berlusconi (persino il presidente Putin lo ha ricordato riempiendolo di elogi… anche se – data la fonte – non ci sarebbe da esserne particolarmente orgogliosi…). Cionondimeno, io sono profondamente convinto che una rilettura attenta e seria dell’opera politica e culturale di un uomo come Guido Bodrato, potrebbe fornire un contributo vitale per la preservazione e il rilancio di un cultura cattolico democratica (o cattolico sociale/popolare che dir si voglia), di cui il nostro Paese e la nostra epoca avrebbero tanto bisogno. Spero, quindi, che le pur ben argomentate considerazioni del dr. Stefano Passaggio si rivelino fallaci, almeno nella parte in cui scrive che la dipartita di Bodrato “delinei in maniera emblematica le sorti di un funerale di un esperienza politica, quella del cattolicesimo democratico, in particolare quello piemontese”. Penso che se ciò si verificasse compiutamente, si registrerebbe una perdita irreparabile a livello di cultura storica, ideale e politica. La ricchezza culturale e politica a cui faccio riferimento, è egregiamente documentata dal bellissimo pezzo di Mario Berardi su “La Voce e il Tempo” di domenica 25 giugno. Nella sua ricostruzione sono ben centrati tutti i passaggi essenziali e le caratteristiche salienti di questo nostro grande maestro, per cui io mi permetto di aggiungere solamente alcune sottolineature: la prima è che Guido Bodrato – ad onta dei suoi numeroso compiti istituzionali – riusciva a trovare sempre il tempo per i giovani di una parrocchia, di un Movimento, di una sezione dei giovani del Giovanile della DC, di una scuola ecc.
Io ho avuto la fortuna di godere di questa sua generosità fin da quando giovanissimo, nella mia terra natia calabrese, (dove ero un leader studentesco trasversalmente riconosciuto e molto votato) avevo aderito al Movimento giovanile della Democrazia Cristiana. Di conseguenza ero stato invitato – grazie al “moroteo” on. Mario Tassone e al “forzanovista” Alfonso Riccio – a incontri e corsi di formazione, dove avevo potuto ascoltare e interloquire in particolare con Aldo Moro, Carlo Donat-Cattin e Guido Bodrato! Da allora – semplificando al massimo – mi sento di dire che il mio percorso politico culturale ha seguito una linea il più possibile coerente con quanto imparato. Leader degli studenti universitari cattolici a Torino, consigliere comunale e quindi primo assessore alla Gioventù d’Italia, per esplicita scelta di Guido Bodrato. Fui convintamente sulla sua linea in altri due momenti cruciali: l’opposizione alla decisione della liquidazione del partito democristiano e, ancor prima, nella battaglia referendaria contro la linea politica tendente ad abolire le preferenze e approdare al maggioritario e quindi al bipolarismo.
Dopo la fine della DC e anche del Partito Popolare venne un periodo di enorme confusione per poi ritrovarci negli ultimi sette/otto anni a riflettere sull’ipotesi – e la speranza – della ricostruzione di un’area – quanto meno culturale – “cattolico/popolare/democratica”. In tutte le iniziative prese in questa direzione (penso già nel 2017/18 il lancio del movimento “Rete Bianca” con Giorgio Merlo e altre coraggiose amiche/amici, oppure all’Associazione de “I Popolari”, guidata generosamente prima da Alessandro Risso e oggi da Franco Campia, fino ai tentativi del partito/movimento “Insieme” ispirato dal prof. Zamagni ecc.) la figura e il pensiero di Guido Bodrato – sempre lucido, intellettualmente onesto e rigoroso, coerente e obbiettivo, severamente realista e nobilmente idealista – sono stati indiscutibilmente il riferimento più autorevole e apprezzato.
Bodrato, per le qualità succitate, non era particolarmente ottimista, ma ci ha sempre incitato ad andare avanti. Certo, la situazione attuale presenta moltissime difficoltà e ostacoli, ma anche qualche elemento di opportunità e di speranza. Penso alle ultime encicliche di Papa Francesco (dalla Laudato Si’, alla Fratelli Tutti, fino alla rinnovata – pur se ancora flebile – attenzione della Chiesa Cattolica alla politica “come massima forma di carità”). Anche nel nostro Piemonte, questa sensibilità si sta declinando con molte modalità interessanti, come quelle di un forte rilancio delle “Scuole di politica”. Avvenuto col pieno sostegno dell’Arcivescovo mons. Repole e in coerenza con la grande azione sociale, dimostrata dal suo predecessore mons. Cesare Nosiglia.
Infine, come i due amici che mi hanno preceduto nello scrivervi, mi permetto anche io una piccola nota personale: Guido Bodrato è stato il mio testimone di nozze. Allora mi piace pensare, che oltre alla protezione del buon Dio, il legame fra mia moglie Elena e me sia così intenso e forte , anche grazie ai testimoni che abbiamo avuto a fianco nella celebrazione del sacramento del matrimonio.
Gentile direttore,
ho molto apprezzato che il suo giornale – ancora una volta! – si sia distinto nel dare spazio alla notizia della scomparsa di un vero, straordinario e coerente leader politico cristiano democratico. Infatti ha ragione il lettore Stefano Passaggio, quando segnala come notizie e commenti relativi alla vita, al pensiero e all’opera dell’on. Bodrato, siano state in larga misura obnubilate dalla strabordante attenzione mediatica, dedicata alla scomparsa del Presidente Silvio Berlusconi. Naturalmente sarei uno sciocco e un fazioso se non comprendessi le ragioni di tutta l’attenzione dedicata all’on. Berlusconi (persino il presidente Putin lo ha ricordato riempiendolo di elogi… anche se – data la fonte – non ci sarebbe da esserne particolarmente orgogliosi…). Cionondimeno, io sono profondamente convinto che una rilettura attenta e seria dell’opera politica e culturale di un uomo come Guido Bodrato, potrebbe fornire un contributo vitale per la preservazione e il rilancio di un cultura cattolico democratica (o cattolico sociale/popolare che dir si voglia), di cui il nostro Paese e la nostra epoca avrebbero tanto bisogno. Spero, quindi, che le pur ben argomentate considerazioni del dr. Stefano Passaggio si rivelino fallaci, almeno nella parte in cui scrive che la dipartita di Bodrato “delinei in maniera emblematica le sorti di un funerale di un esperienza politica, quella del cattolicesimo democratico, in particolare quello piemontese”. Penso che se ciò si verificasse compiutamente, si registrerebbe una perdita irreparabile a livello di cultura storica, ideale e politica. La ricchezza culturale e politica a cui faccio riferimento, è egregiamente documentata dal bellissimo pezzo di Mario Berardi su “La Voce e il Tempo” di domenica 25 giugno. Nella sua ricostruzione sono ben centrati tutti i passaggi essenziali e le caratteristiche salienti di questo nostro grande maestro, per cui io mi permetto di aggiungere solamente alcune sottolineature: la prima è che Guido Bodrato – ad onta dei suoi numeroso compiti istituzionali – riusciva a trovare sempre il tempo per i giovani di una parrocchia, di un Movimento, di una sezione dei giovani del Giovanile della DC, di una scuola ecc.
Io ho avuto la fortuna di godere di questa sua generosità fin da quando giovanissimo, nella mia terra natia calabrese, (dove ero un leader studentesco trasversalmente riconosciuto e molto votato) avevo aderito al Movimento giovanile della Democrazia Cristiana. Di conseguenza ero stato invitato – grazie al “moroteo” on. Mario Tassone e al “forzanovista” Alfonso Riccio – a incontri e corsi di formazione, dove avevo potuto ascoltare e interloquire in particolare con Aldo Moro, Carlo Donat-Cattin e Guido Bodrato! Da allora – semplificando al massimo – mi sento di dire che il mio percorso politico culturale ha seguito una linea il più possibile coerente con quanto imparato. Leader degli studenti universitari cattolici a Torino, consigliere comunale e quindi primo assessore alla Gioventù d’Italia, per esplicita scelta di Guido Bodrato. Fui convintamente sulla sua linea in altri due momenti cruciali: l’opposizione alla decisione della liquidazione del partito democristiano e, ancor prima, nella battaglia referendaria contro la linea politica tendente ad abolire le preferenze e approdare al maggioritario e quindi al bipolarismo.
Dopo la fine della DC e anche del Partito Popolare venne un periodo di enorme confusione per poi ritrovarci negli ultimi sette/otto anni a riflettere sull’ipotesi – e la speranza – della ricostruzione di un’area – quanto meno culturale – “cattolico/popolare/democratica”. In tutte le iniziative prese in questa direzione (penso già nel 2017/18 il lancio del movimento “Rete Bianca” con Giorgio Merlo e altre coraggiose amiche/amici, oppure all’Associazione de “I Popolari”, guidata generosamente prima da Alessandro Risso e oggi da Franco Campia, fino ai tentativi del partito/movimento “Insieme” ispirato dal prof. Zamagni ecc.) la figura e il pensiero di Guido Bodrato – sempre lucido, intellettualmente onesto e rigoroso, coerente e obbiettivo, severamente realista e nobilmente idealista – sono stati indiscutibilmente il riferimento più autorevole e apprezzato.
Bodrato, per le qualità succitate, non era particolarmente ottimista, ma ci ha sempre incitato ad andare avanti. Certo, la situazione attuale presenta moltissime difficoltà e ostacoli, ma anche qualche elemento di opportunità e di speranza. Penso alle ultime encicliche di Papa Francesco (dalla Laudato Si’, alla Fratelli Tutti, fino alla rinnovata – pur se ancora flebile – attenzione della Chiesa Cattolica alla politica “come massima forma di carità”). Anche nel nostro Piemonte, questa sensibilità si sta declinando con molte modalità interessanti, come quelle di un forte rilancio delle “Scuole di politica”. Avvenuto col pieno sostegno dell’Arcivescovo mons. Repole e in coerenza con la grande azione sociale, dimostrata dal suo predecessore mons. Cesare Nosiglia.
Infine, come i due amici che mi hanno preceduto nello scrivervi, mi permetto anche io una piccola nota personale: Guido Bodrato è stato il mio testimone di nozze. Allora mi piace pensare, che oltre alla protezione del buon Dio, il legame fra mia moglie Elena e me sia così intenso e forte , anche grazie ai testimoni che abbiamo avuto a fianco nella celebrazione del sacramento del matrimonio.
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