Moneta digitale, una questione di civiltà



Giuseppe Davicino    12 Dicembre 2022       0

Il dibattito in corso attorno all'uso del contante appare caratterizzato più da approssimazione e tifoseria ideologica che da una effettiva consapevolezza della posta in gioco sotto il profilo del tipo di società che può delineare. Infatti, il punto non è imporre una modalità di pagamento piuttosto che un'altra. Fermo restando che nel sistema monetario attuale può esistere una sola moneta a corso legale e forzoso, e che tutte le altre forme di pagamento si basano su accordi privati che come tali non possono essere imposti a tutti, il punto non è se sostenere o criticare una moda, ma di interrogarci sui rischi di una società non solo senza contante, ma avviata verso un tipo di denaro digitale che le nuove tecnologie rendono diverso e non paragonabile a quello attuale.

La nuova valuta digitale in corso di introduzione è la Moneta Digitale delle Banche Centrali, meglio nota con l'acronimo inglese CBDC, che nel nostro caso sarà l'Euro digitale, strumento con il quale gli stati mirano a inserirsi nel mondo avventuroso ed opaco delle criptovalute (la gran parte delle transazioni per attività criminali e di riciclaggio, di evasione fiscale per centinaia di miliardi nel mondo avviene con questo sistema, altro che barbieri, baristi e idraulici che vengono denigrati per il solo fatto di accettare pagamenti in contante).

La Commissione Europea ha illustrato, durante i lavori di una conferenza congiunta con la BCE, tenutasi lo scorso 7 novembre a Bruxelles, lo stato di avanzamento dell'Euro digitale. Già l'anno prossimo l'Esecutivo UE intende presentare una proposta legislativa sull'Euro digitale e i più ottimisti indicano la sua adozione come possibile entro il 2026. La nuova moneta potrà essere emessa dalla BCE sia tramite il sistema creditizio sia in modo diretto ovvero, scavalcando le banche, direttamente ai cittadini, sarà completamente tracciabile in ogni passaggio di mano compiuto da ciascuna sua singola unità, anche se da Francoforte assicurano di non esser interessati a vedere fin nei minimi dettagli come le persone spendono i propri soldi, e non potrà essere convertita in contante. Potrà (nel senso che tecnicamente è possibile farlo e i grandi poteri economici premono affinché lo si faccia) essere accreditata su un portafoglio digitale contenente tutte le informazioni sensibili sulla nostra salute, sui nostri orientamenti politici e religiosi, sulla nostra posizione previdenziale e nei confronti delle pubbliche amministrazioni. Ed essere dunque fruibile in maniera condizionata all'ottenimento di un rating, di un punteggio, il famigerato credito sociale cinese, progettato per incentivare, pena la discriminazione e l'esclusione dalla vita sociale ed economica, a qualsivoglia comportamento deciso dal potere, ovvero una versione digitale e molto più invasiva di stato etico.

A titolo di esempio, già sono in corso su base per ora volontaria, sperimentazioni di carte di credito ecologiche che determinano le emissioni di CO2 dei prodotti acquistati e si bloccano quando si supera una certa soglia. Con i media tutti schierati sugli interessi del grande capitale, a senso unico e che censurano il pluralismo delle opinioni e dei punti di vista, basterà orchestrare una campagna di stampa sulla prima eruzione di vulcano, o su qualunque altra catastrofe naturale, per imporre la necessità di un limite ecologico ai consumi, ovvero i razionamenti.

Ecco perché il modo superficiale con il quale nel dibattito pubblico si sta affrontando il tema dell'uso del contante, non appare rassicurante sulla capacità della politica di riuscire a gestire e a governare nel rispetto dei principi umanistici scolpiti nella Costituzione, le radicali trasformazioni tecnologiche in atto.

Tra la strategia della destra che punta a sistemi di governo autoritari per gestire la perdita di diritti e di benessere che un uso distorto delle nuove tecnologie comporta per la maggior parte della popolazione, e la strategia della sinistra che si illude di poter gestire la nuova questione sociale con le armi della sorveglianza digitale, credo si debba ricercare una via diversa, ispirata alla tradizione dell'umanesimo occidentale e all'Insegnamento sociale della Chiesa. La persona umana è stata creata libera e non potrà mai, se non attraverso nuove terribili forme di dispotismo e solo come bruto dato di fatto e non ontologicamente, esser privata del libero arbitrio, esser ridotta a obbedire come un cane a qualsivoglia capriccio dei gruppi dominanti.

Le forze che detengono il potere in Occidente non ci dicono dove intendono portarci. Occorre studiare, capire e agire per tempo. Tocca innanzitutto alle forze popolari, in alleanza con quei settori sani delle élites, dare un contributo che consenta di valutare i rischi e le opportunità delle nuove tecnologie, capace di rispondere alle preoccupazioni dei cittadini, scegliendo le applicazioni che sono al sevizio del bene comune e dei diritti inalienabili delle persone e dei corpi sociali e respingendone gli usi contrari alla dignità umana.


Il primo dei commenti

Lascia un commento

La Tua email non sarà pubblicata.


*