
I tornado che hanno provocato morte e distruzione in Kentucky sono solo l’ultima espressione del cambiamento climatico, come ha anche riconosciuto il presidente americano Biden. Il riscaldamento globale di cui molto si parla e si parlerà ancora, è oggi probabilmente l’argomento più dibattuto (e che necessita di aggiustamenti) nei Paesi occidentali. È indubbio che prolungati periodi di siccità accompagnati da gran caldo provochino poi due gravi fenomeni. Il primo, certamente il più grave, è quello delle piogge copiose e torrenziali, brevi e devastanti. Con un aumento in numero e forza delle trombe d’aria, devastanti nel Mid West statunitense ma non meno preoccupanti nel Mediterraneo. Il secondo è che in seguito alla siccità l’erba scompare e il terreno inaridito e secco si presta molto per gli incendi, quasi sempre dolosi, sia che essi siano voluti per teppismo sia che siano causati involontariamente per incuria da coloro – sempre troppi – che bruciano stoppie fuori stagione e senza prendere alcuna precauzione per circoscrivere l’area in cui danno fuoco a ramaglie e simili.
Preso atto di questo, però, sarebbe bene nella nostra Italia non usare il cambiamento climatico come ottima scusa per nascondere i lavori non fatti. Questa è veramente una brutta cosa e più brutta ancora sono le cassandre che inveiscono contro il mondo intero quando purtroppo si verificano disastri. Qui appresso ho riportato un paio di esempi significativi, il terzo argomento è un po’ più complesso ma meriterebbe più attenzione sia da parte degli esperti che dei mass media.
ALLUVIONI
Ricordiamo quanto è successo a Catania non molte settimane fa: i guru del terrorismo mediatico ambientalista si sono affrettati a dire che è colpa dell'aumento della temperatura del mar Mediterraneo. Direi per esser corretti: concorso di colpa, perché si dimenticano di dire come in questa città non vi sia nessun piano e tanto meno lavori fatti per affrontare piogge intense. Basti dire che è dal 1985 che si sarebbe dovuto costruire il famoso canale di gronda per raccogliere acque in eccesso. Opera di soli 9 km e pure già finanziata, indispensabile perché dovrebbe intercettare a monte della città le acque piovane dei paesi dell’hinterland e quelli etnei cresciuti a dismisura negli ultimi decenni. Ovviamente poi come in tutte le città italiane la manutenzione delle rogge, degli scarichi, dei tombini, dei canaletti di scolo è perlomeno carente, così quando piove l’acqua va dove trova la via più semplice.
INCENDI
Due anni fa ci furono i grandi incendi in Valsusa ed anche uno grande su tutta la collina che porta al Santuario di Belmonte in Canavese, incendi anche questi come nel 99 per cento dei casi di origine dolosa. Per far incendiare un bosco in modo naturale occorrono le lenti di Archimede, cosa che può avvenire solo se cocci di vetro si posizionano in modo particolare sui pendii più ripidi ma è molto difficile che ciò accada. Nello stesso giorno in cui le forze dell'ordine annunciarono che avevano preso gli incendiari responsabili dell'incendio di Belmonte cosa ammiriamo nel TG3 regionale alla sera? L’ayatollah Luca Mercalli con farfallino d’ordinanza e tronchetti (stivali di gomma a meta gamba) che orgoglioso poggiando un piede su un tronco bruciato, (allo stesso modo che un cacciatore lo appoggia sulla preda appena cacciata) asseriva che i boschi bruciano a causa del riscaldamento globale! Affermazioni simili non aiutano ne l’ambiente ne chi vive in quei territori, anzi esasperano i contrasti perché chi ha avuto la baita bruciata o i margari che vedono per il prossimo anno aree inservibili per il pascolo, in queste parole vedono quasi un’assoluzione per chi ha causato il dolo. Anche perché, altro male endemico italiano, i carabinieri a volte riescono anche a individuare gli autori ma nessuno è mai finito in carcere, i processi sono lunghi e quasi sempre il tutto finisce con una ammenda e neppure salata.
MANCANZA DI ACQUA
In una carrellata di tematiche ambientali non si può terminare senza almeno un accenno all’acqua, acqua benedetta della quale si teme una sua progressiva diminuzione. Timore da non sottovalutare anche a causa di consumi scellerati, un paio dei quali sotto agli occhi di tutti ma a cui non diamo peso. Tutti noi sensibili ai temi ambientali – compresi i giovani che ogni venerdì scioperano per FridaysForFuture dopo che i loro genitori e la società dei consumi in generale a tutto pensava meno che all’educazione civica ed ambientale – ci ricordiamo ad esempio di chiudere il rubinetto quando ci laviamo i denti dopo aver messo il dentifricio sullo spazzolino? Oppure dopo esserci insaponati i capelli per lo shampoo? Io penso che l’acqua continui a correre copiosa anche nei bagni di molti di noi.
Ma il vero Moloch che assorbe acqua, e di cui nessuno parla, sono le pompe di calore. Detto così è un bel nome, in realtà sfruttano il differenziale termico che si ottiene estraendo acqua di falda, quella più pura, che si impiega millenni a creare e che serve per dissetarci. Mica acqua di fiume, di laghi o di stagni! Per poter sfruttare il differenziale termico l’acqua di falda viene estratta in continuazione: non è come in qualsiasi altro impianto, che una volta riempiti radiatori e caldaie è autosufficiente. No, qui l’acqua continua a scorrere. È vero che in teoria (e le autorizzazioni per pompe di calore lo specificano bene) quest’acqua dovrebbe esser riemessa in falda, comunque non è più la stessa acqua ed in ogni caso una buona parte di essa si è persa nel percorso. Ha senso estrarre acqua di falda per riscaldarci e non usare gas o gasolio, specie oggi che i bruciatori consumano di meno e sono dotati di filtri antinquinamento? A me non sembra vi sia una grande logica in questo e credo sarebbe opportuno su questi temi ragionare ad ampio raggio valutando i pro ed i contro di una scelta, senza anteporre catastrofismi e senza farsi innamorare della parola “verde”. Una dicitura che oggi viene apposta su qualsiasi cosa anche quando nasconde insidie a lungo termine (ad esempio nel prossimo futuro lo smaltimento dei pannelli solari e delle batterie) ma che può essere utile ai nuovi padroni del vapore.
Preso atto di questo, però, sarebbe bene nella nostra Italia non usare il cambiamento climatico come ottima scusa per nascondere i lavori non fatti. Questa è veramente una brutta cosa e più brutta ancora sono le cassandre che inveiscono contro il mondo intero quando purtroppo si verificano disastri. Qui appresso ho riportato un paio di esempi significativi, il terzo argomento è un po’ più complesso ma meriterebbe più attenzione sia da parte degli esperti che dei mass media.
ALLUVIONI
Ricordiamo quanto è successo a Catania non molte settimane fa: i guru del terrorismo mediatico ambientalista si sono affrettati a dire che è colpa dell'aumento della temperatura del mar Mediterraneo. Direi per esser corretti: concorso di colpa, perché si dimenticano di dire come in questa città non vi sia nessun piano e tanto meno lavori fatti per affrontare piogge intense. Basti dire che è dal 1985 che si sarebbe dovuto costruire il famoso canale di gronda per raccogliere acque in eccesso. Opera di soli 9 km e pure già finanziata, indispensabile perché dovrebbe intercettare a monte della città le acque piovane dei paesi dell’hinterland e quelli etnei cresciuti a dismisura negli ultimi decenni. Ovviamente poi come in tutte le città italiane la manutenzione delle rogge, degli scarichi, dei tombini, dei canaletti di scolo è perlomeno carente, così quando piove l’acqua va dove trova la via più semplice.
INCENDI
Due anni fa ci furono i grandi incendi in Valsusa ed anche uno grande su tutta la collina che porta al Santuario di Belmonte in Canavese, incendi anche questi come nel 99 per cento dei casi di origine dolosa. Per far incendiare un bosco in modo naturale occorrono le lenti di Archimede, cosa che può avvenire solo se cocci di vetro si posizionano in modo particolare sui pendii più ripidi ma è molto difficile che ciò accada. Nello stesso giorno in cui le forze dell'ordine annunciarono che avevano preso gli incendiari responsabili dell'incendio di Belmonte cosa ammiriamo nel TG3 regionale alla sera? L’ayatollah Luca Mercalli con farfallino d’ordinanza e tronchetti (stivali di gomma a meta gamba) che orgoglioso poggiando un piede su un tronco bruciato, (allo stesso modo che un cacciatore lo appoggia sulla preda appena cacciata) asseriva che i boschi bruciano a causa del riscaldamento globale! Affermazioni simili non aiutano ne l’ambiente ne chi vive in quei territori, anzi esasperano i contrasti perché chi ha avuto la baita bruciata o i margari che vedono per il prossimo anno aree inservibili per il pascolo, in queste parole vedono quasi un’assoluzione per chi ha causato il dolo. Anche perché, altro male endemico italiano, i carabinieri a volte riescono anche a individuare gli autori ma nessuno è mai finito in carcere, i processi sono lunghi e quasi sempre il tutto finisce con una ammenda e neppure salata.
MANCANZA DI ACQUA
In una carrellata di tematiche ambientali non si può terminare senza almeno un accenno all’acqua, acqua benedetta della quale si teme una sua progressiva diminuzione. Timore da non sottovalutare anche a causa di consumi scellerati, un paio dei quali sotto agli occhi di tutti ma a cui non diamo peso. Tutti noi sensibili ai temi ambientali – compresi i giovani che ogni venerdì scioperano per FridaysForFuture dopo che i loro genitori e la società dei consumi in generale a tutto pensava meno che all’educazione civica ed ambientale – ci ricordiamo ad esempio di chiudere il rubinetto quando ci laviamo i denti dopo aver messo il dentifricio sullo spazzolino? Oppure dopo esserci insaponati i capelli per lo shampoo? Io penso che l’acqua continui a correre copiosa anche nei bagni di molti di noi.
Ma il vero Moloch che assorbe acqua, e di cui nessuno parla, sono le pompe di calore. Detto così è un bel nome, in realtà sfruttano il differenziale termico che si ottiene estraendo acqua di falda, quella più pura, che si impiega millenni a creare e che serve per dissetarci. Mica acqua di fiume, di laghi o di stagni! Per poter sfruttare il differenziale termico l’acqua di falda viene estratta in continuazione: non è come in qualsiasi altro impianto, che una volta riempiti radiatori e caldaie è autosufficiente. No, qui l’acqua continua a scorrere. È vero che in teoria (e le autorizzazioni per pompe di calore lo specificano bene) quest’acqua dovrebbe esser riemessa in falda, comunque non è più la stessa acqua ed in ogni caso una buona parte di essa si è persa nel percorso. Ha senso estrarre acqua di falda per riscaldarci e non usare gas o gasolio, specie oggi che i bruciatori consumano di meno e sono dotati di filtri antinquinamento? A me non sembra vi sia una grande logica in questo e credo sarebbe opportuno su questi temi ragionare ad ampio raggio valutando i pro ed i contro di una scelta, senza anteporre catastrofismi e senza farsi innamorare della parola “verde”. Una dicitura che oggi viene apposta su qualsiasi cosa anche quando nasconde insidie a lungo termine (ad esempio nel prossimo futuro lo smaltimento dei pannelli solari e delle batterie) ma che può essere utile ai nuovi padroni del vapore.
Credo tutti sappiano che, anche intervenendo subito per frenare i cambiamenti climatici, i benefici effetti di tali azioni saranno evidenti solo nell’ arco di venti o trenta anni. Ciò nonostante pare che nessuno agisca per contenere gli effetti immediati ed inevitabili del dissesto idrogeologico come se alluvioni, frane e morti conseguenti fossero inevitabili, rassegnati al disastro fintanto che la lotta al cambiamento climatico non risolva il problema. E’ stupefacente come tale colpevole inerzia non smuova nessun politico di qualsiasi colore ed anche la maggioranza dei cittadini viva sperando che la tragedia colpisca solo il “vicino”. Temo che nessuno abbia il coraggio di dire che le azioni concrete costano, ma si ottengono più voti promettendo la riduzione delle imposte che non promettendo di spendere bene i soldi per il necessario.
Limitare le tragedie umane con competenza e laboriosità. Proposta per l’insediamento di Centri di Ricerca NT, disseminati su tutto il territorio nazionale, finalizzati alla sicurezza ambientale, civile, sul lavoro e all’industria spaziale 4.0 (RN595, scienza applicata). La presente riflessione si riferisce al webinar, del 13 dicembre 2021, organizzato da il Sole24Ore: 32esima edizione della Qualità della Vita, la storica indagine sul benessere delle Provincie d’Italia, presentata in contemporanea con l’uscita in edicola e online, dal digital event: Ricucire l’Italia: il ruolo delle città, inerente il considerevole impatto che avranno i 2,3 miliardi in dotazione del PNRR, che ci impegna ad essere più rigorosi e solleciti nella realizzazione, a maggior ragione se lo si riferisce alle recenti catastrofi ambientali: devastazione degli Stati Uniti centrali, il dramma delle alluvioni e dei tornado che ricorrentemente colpiscono anche l’Italia, con centinaia di migliaia morti nelle aree coinvolte, non devono passare in second’odine. Il primo CRTT, farlo nascere nella Daunia, duramente penalizzata da un numero esorbitante d’immigrati non scolarizzati che hanno portato: degrado, rapine, mafia, prostituzione. Foggia, un tempo Città ricca e gioiosa è attualmente circondata e soffocata dai ghetti di Borgo Mezzanone, Carapelle, Casermette, Quartiere ferrovia, Cep, San Severo, Stornarella, Cerignola, Rignano Garganico; da diversi anni tutto questo rappresenta la fogna d’Italia, pertanto è possibile aprire un dialogo con altre proposte, che hanno un forte legame con la sostenibilità ambientale e che se sviluppate contribuirebbero in modo sostanziale per rendere operativo l’aeroporto civile Gino Lisa, da destinare stabilmente per i voli di linea, incentivando con fondi regionali, le compagnie aeree per far “decollare” il turismo e l’esportazione degli ortaggi (fresco), verso il mercato di Rotterdam:questo progetto integrabile con una rete di trasporti che agevoli la fruizione dei potenziali passeggeri (ferrovia leggera/navette di collegamento con la Stazione Centrale di Foggia). In questo contesto, sarebbe buona cosa favorire l’insediamento, nella zona adiacente, di un centro integrato finalizzato alla Sicurezza civile e sul lavoro e alla ricerca spaziale 4.0 (RN594). Il dramma di incendi e alluvioni che ricorrentemente colpiscono ovunque, per arginarlo bisogna sviluppare progetti che contribuiscono in modo sostanziale alla salvezza del Creato. L’obiettivo è sempre lo stesso: far piovere a comando o persino nevicare. Negli Anni Novanta in Russia si è fatto anche l’esatto opposto: dissipare le nuvole. Questa originaleproposta sollecita il potenziamento del nostro settore spaziale non ancora sviluppato in tal senso, facendo da traino a livello nazionale e mondiale alla ricerca per la scienza applicata tendente a limitare i fenomeni climatici estremi.
La pandemia è in atto, il virus può subire pericolose mutazioni vanificando la più efficace delle campagne di vaccinazione, quindi non possiamo distogliere la nostra attenzione anche dalla lotta contro i cambiamenti climatici. Dobbiamo agire con decisione per combattere le disuguaglianze globali e sostenere la ricostituzione dell’ Associazione Internazionale per lo Sviluppo. Il globalismo, senza i giusti correttivi porterebbe il Creato verso l’autodistruzione, invece occorre equilibrio ponendo la massima attenzione per i seguenti punti:
a) tra 30 anni saremo 9 miliardi, con individui che aspirano ad omologarsi allo stile di vita dei Paesi più ricchi, serviranno due miliardi di nuovi posti di lavoro, tenendo conto che le riserve disponibili si andranno esaurendo, in primis l’acqua dolce, non trascurando incendi, alluvioni e terremoti.
b) Il nostro impegno deve essere coralmente concreto, dobbiamo promuovere ed avviare iniziative virtuose, suggerendo percorsi intelligenti per creare milioni di nuovi posti di lavoro, mettendo in gioco la nostra stessa credibilità, in Italia e nel mondo.
c) Con lungimiranza il Presidente emerito Giorgio Napolitano, disse al presidente tedesco Wolf: “C’è un’immigrazione comoda e ben accolta, quella dei “cervelli”, delle alte qualificazioni, e c’è anche una immigrazione scomoda, quella illegale, riluttante a integrarsi; sarebbe una stupidità dire che in Italia l’immigrazione non crea problemi. Li crea di fronte a una accelerazione degli afflussi. Quella illegale va combattuta con regole severe!!!”.
d) Con l’impiego delle Nuove Tecnologie dobbiamo agire per:
1- sviluppare la Capitanata (progetto pilota da estendere in altre aree critiche d’Italia).
2- raggiungere obiettivi di riduzione delle emissioni,
3- mitigare i potenziali danni associati ai cambiamenti climatici,
4- sostenere una pronta ricostituzione dell’Associazione Internazionale per lo Sviluppo,
5- Promuovere la Meteorologia e Tecnologia spaziale per salvare il Creato.
6- Dobbiamo essere seriamente preoccupati per il susseguirsi delle catastrofi ambientali. La politica internazionale deve proporre un piano d’interventi a breve, medio e lungo termine, contro l’innalzamento del livello del mare, l’incendio della foresta amazzonica, lo scioglimento dei ghiacciai; ad esempio, il recente “Uragano Dorian”, ha causato danni ingenti nel Sud Carolina. L’eccellenza, italiana è fatta di grandi, piccole e imprese, di tanta tecnologia e innovazione. “Il sistema produttivo del settore italiano aerospazio è composto da circa 220 imprese con più di 16 mila addetti e un fatturato complessivo che si aggira intorno ai 6 miliardi di euro. Invitare queste imprese ad allocarsi nell’area adiacente al Gino Lisa(progetto pilota).