Vale eccome la pregiudiziale antifascista



Giancarlo Infante    13 Ottobre 2021       3

Giorgia Meloni e Matteo Salvini, per quegli strani paradossi in cui finiscono per cacciarsi quei politici che fanno interrogare sul fatto che possano essere considerati dei leader di autentica dimensione nazionale, indipendentemente dai titoli di giornale loro dedicati, provano a dare la colpa alla Ministra dell’Interno Lamorgese per i clamorosi attacchi neo fascisti a Palazzo Chigi, alla sede della CGIL e a un pronto soccorso di un ospedale romano. La responsabilità di una vergognosa pagina di violenza sarebbe da addebitarsi alle forze dell’ordine.

Se si volesse scherzarci sopra, potremmo pure dirci d’accordo, ma solo perché ne hanno arrestati troppo pochi. Certo i caporioni sono stati presi, ma non sarebbe male cominciare a scendere un po’ per li rami. E magari, d’ora in poi, far salire sui cellulari tutti quelli che fanno il saluto romano, lanciano slogan antisemiti e razzisti.

Particolarmente avvilente è stato sentire Giorgia Meloni dirsi ignara sulla matrice di quei fatti. Ma che voleva che si materializzassero fez, manganelli, bottiglie con l’olio di ricino per avere la conferma che quella è gente che si riferisce al suo stesso passato: quello del neofascismo? Non è bello vedere che si prova, anche sulle cose serie, a prenderci in giro.

Dobbiamo giungere a riconoscere, semmai, che queste reticenze confermano una contiguità e, in taluni casi, ben più di essa. Lo stesso vale anche per Salvini, il cui tentativo di scaricare tutto sull’inefficienza delle forze dell’ordine è ancora più criticabile visto che, per anni ed anni, il suo partito ha fatto parte di governi che, da un lato, promettevano sicurezza e, dall’altro, tagliavano i bilanci destinati a ciò che è necessario a garantire seriamente l’ordine pubblico.

Chi non ricorda il famoso poliziotto di quartiere? Mai incontrato uno. I leghisti di sicuro, visto che preferivano organizzare le loro ronde. Non per salvaguardare i presupposti del nostro ordinamento democratico, bensì per rendere la vita impossibile agli immigrati e a controllare chi non la pensa come loro. Se indubbiamente a Roma c’è stato qualche incapacità ad assicurare un pronto intervento, questo non giustifica il tentativo di cambiare le carte in tavole e rimproverare gli aggrediti.

Resta il dato politico. Quando si giunge ad assaltare e a devastare la sede nazionale di un sindacato vuol dire che si è superato la linea di guardia e che è venuto il momento di guardare anche alla troppa condiscendenza mostrata verso fenomeni da stroncare al primo stormir di foglie. Questi neofascisti sono al di fuori della Costituzione e come tali vanno trattati. Applicandola e, quindi, mettendo fuori legge quelle organizzazioni che sono fasciste.

Un forte esempio viene dalla Germania. Negli ultimi tempi si sono svolti processi ad ultranovantenni, persino a qualche centenario. Alla sbarra, dopo tanti decenni, è finito, o finita, chi si macchiò di gravi crimini nei campi di concentramento nazisti. A nessuno sfugge la necessità che la pietà debba intervenire persino con chi non ne ebbe e la negò con ferocia agli altri. Ma è altrettanto vero che non può essere abbassata la guardia di fronte a dottrine aberranti che negano i fondamenti del vivere civile. Per quanto tardi, si deve ben sapere che, in attesa di quella divina, se del caso, intanto giunge la giustizia umana.

Ha ragione Giorgia Meloni: sono degli imbecilli. Noi riteniamo che l’espressione migliore da usare, anche da parte sua, dovrebbe essere: questi neofascisti sono degli imbecilli. Dirsi oggi fascista o nazista, infatti, lascia poco spazio ad altre possibilità di giudizio. Se limitarsi a definirli imbecilli rischia di apparire quasi una scusante o una presa di distanza a metà, allora non ci siamo proprio.

Per quanto ci riguarda, diciamo senza mezzi termini, che per noi vale – e come se vale! – la pregiudiziale antifascista sulla cui base sono nate la Repubblica e la sua Costituzione.

(Tratto da www.politicainsieme.com)


3 Commenti

  1. Caro Giancarlo, ma allora dovrebbe valere anche la pregiudiziale anticomunista. Ringraziamo Pio XII e Gedda se la Russia non ci ha intrappolati. Moro non è riuscito a imbarcare Berlinguer, che urlava davanti ai cancelli della Fiat la sua pessima cultura anti-impresa privata e contro i padroni. Ciò non toglie che Agnelli è stato un pessimo padrone, come pure Prodi presidente dell’Iri e D’Alema “presidente” del Monte dei Paschi di Siena, ma non tanti imprenditori privati, vera spina dorsale della nostra economia. I pochi cretini fascisti e i pochissimi cretini nazisti italiani sono molto meno dei tanti “ciechi” di sinistra che ancora minacciano il futuro economico dell’Italia. Torniamo al centro e combattiamo con intelligenza sia la sinistra che la destra obsolete. C’e bisogno di Rerum novarum…… Cari saluti Giovanni Palladino

  2. Sono d’accordo che i rigurgiti fascisti vanno combattuti. Ma in Italia non vi sono violenze organizzate solo di colore nero. Purtroppo esiste una violenza di matrice chiaramente di sinistra a cui i partiti orientati a quel colore strizzano l’occhio. Per favore, quindi cerchiamo di far piazza pulita di tutta questa gentaglia che disturba ed impaurisce la nostra vita persone normali che non farebbero male ad una mosca.

  3. Il rischio non è il “nazionalpopulismo” ma la disoccupazione, la grande ignoranza dei politici e della classe dirigente in modo particolare dei sindacati più ignoranti degli stessi operai, tutti operano al disopra delle proprie capacità e conoscenze, altrimenti come si spiegherebbe l’altissimo numero di morti in incidenti sul lavoro, esplosioni dovute al gas metano nelle case, disastri del territorio e pessimi o inesistenti controlli sulle infrastrutture da parte del personale dedicato. Grande peso hanno le nuove tecnologie non assimilate e capite, si parla tanto di formazione, una volta sopperiva la leva militare obbligatoria, oggi certi lavoratori preferiscono guardare la televisione e ricevere il reddito di cittadinanza, invece li si devono acculturare con decreto. Oggi si muore per troppa libertà e infingardaggine, conosciamo molto poco l’inglese e siamo la nazione più ignorante del “Gruppo dei 20 Paesi più industrializzati; per superare questo andicap ho proposto centri di ricerca distribuiti su tutto il territorio nazionale, in “early construction”, ma nessuno mi ascolta. Tutto ciò provoca bassa affluenza ai seggi, un notevole distacco dei cittadini dalla vita politica, il centro sinistra raggiunge l’obiettivo senza votanti All’origine dei disordini di Roma c’è stata la strategia della sinistra surrettizia di Enrico Letta e del ministro degli esteri non all’altezza del compito assegnato, anche per quanto concerne la gestione dei clandestini. In questo marasma chi ci rimette è la destra moderata.

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