Le elezioni a Torino



Redazione    30 Settembre 2021       0

I torinesi saranno chiamati alle urne in questo fine settimana per eleggere il successore di Chiara Appendino a sindaco della Città.

Sono 13 gli aspiranti sindaci sostenuti da 30 liste. È facilmente prevedibile una partita a due tra il candidato civico della coalizione di destra, l’imprenditore Paolo Damilano, sostenuto da 7 liste, e quello della coalizione di sinistra, il PD Stefano Lo Russo, sostenuto da 6 liste. I due sono accreditati dai sondaggi di oltre l’85% dei voti, in un quadro bipolare che non lascia spazio agli altri candidati: il Movimento 5 Stelle con Valentina Sganga non dovrebbe neppure arrivare in doppia cifra. Tutti gli altri 10 candidati a sindaco (di vari partiti comunisti, no-vax, animalisti) si spartirebbero un 5% circa.

Nei sondaggi il dato dei “non sa, non risponde” – dietro cui si cela in gran parte l’astensionismo – si è mantenuto sul 40%.

Il bipolarismo a Torino si è quindi molto accentuato rispetto alle ultime elezioni amministrative, che videro il Movimento 5 Stelle rappresentare una alternativa concreta al duopolio destra-sinistra. Per ripercorrere l’andamento del voto nel capoluogo subalpino, consigliamo la lettura della dettagliata analisi condotta dall’Istituto Cattaneo (CLICCA QUI).

Quello che nel documento balza agli occhi è la totale assenza del Centro, che storicamente ha sempre intercettato la massima parte del voto cattolico, sia moderato sia progressista.

La nuova Democrazia Cristiana, riemersa dopo l’estenuante contesa giudiziaria tra diverse cordate per l’eredità del simbolo, non si è presentata in autonomia ma è stata accolta insieme all’UDC nella lista di Forza Italia. Anche il Popolo della Famiglia si è inserito nella coalizione di destra.

A sinistra la presenza cattolica più significativa è rappresentata dalla corrente del Partito Democratico “Share 2016” (CLICCA QUI) che fa riferimento all’onorevole Stefano Lepri e alla consigliera regionale Monica Canalis. Le esperienze civiche con all’interno presenze di cattolici accettano tutte la logica bipolare e sono confluite nella coalizione che sostiene Lo Russo.

Unica voce dissonante, ma ancora ai primi passi e non in grado di presentare liste autonome, quella di Insieme, il partito nato sulla scia del Manifesto Zamagni, che ha diffuso una presa di posizione di forte critica al bipolarismo (CLICCA QUI).

A meno di sorprese clamorose, dopo il primo turno del 3 e 4 ottobre, i torinesi dovranno recarsi due settimane dopo al ballottaggio per scegliere tra i due candidati forti: a fare la differenza sarà l’orientamento dell’elettorato 5 Stelle, vero ago della bilancia per scegliere il prossimo sindaco della Città.


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