Tra i Dem donne protagoniste



AMERICANA di Beppe Mila    10 Febbraio 2021       0

Dopo il Partito repubblicano, vediamo cosa sta succedendo in casa democratica 15 giorni dopo l’insediamento di Joe Biden, 46° Presidente degli USA.

Overview

Nel partito democratico, avendo vinto le elezioni, tutto sembra più tranquillo e al momento l’immagine esterna che più si percepisce è che l’ala ultraliberal conduca il gioco, principalmente con il protagonismo di Nancy Pelosi nel voler perseguire a tutti i costi l’ex presidente Trump.

Dopo la raffica di ordini esecutivi presidenziali fatti da Biden nei primi giorni, ben 17, su aspetti molto differenziati tra loro che vanno dallo stop alla costruzione del muro con il Messico al permettere agli individui transgender di poter gareggiare nella gare femminili, non sembra vi siano fatti rilevanti in apparenza da segnalare. In realtà la parte moderata del partito è preoccupata ma al momento non si vede ancora quali leader e in quale modo possano far sentire le proprie istanze. Preoccupazione che deriva anche dal fatto che tutti sono consapevoli di come l’elettorato non sia convinto del risultato di queste ultime elezioni.

Infatti un sondaggio pubblicato il 17 gennaio dal “Washington Post”, giornale di sicuro non conservatore, dice che 7 elettori repubblicani su 10 sono convinti che nelle elezioni vi furono brogli. Fin qui nulla di nuovo, ma sorprende che anche 3 elettori democratici su 10 sono convinti della stessa cosa. Questo significa quindi che il 40% degli elettori USA pensa che Joe Biden non sia stato eletto in maniera legittima. Non è certo un buon inizio per qualsiasi governante.

Tulsi Gabbard

Una delle poche voci critiche in ambito Dem, è quella di Tulsi Gabbard ex-rappresentante democratica al Congresso per lo Stato delle Hawaii (dal gennaio del 2013 al gennaio 2021) e veterana dello US Army , molto attiva politicamente, sia sui social che come opinionista nei talk show politici americani. Per la cronaca oggi conserva il grado di Maggiore nella Guardia Nazionale delle Hawaii.

È diventata famosa per il suo j’accuse contro Kamala Harris, nel secondo dibattito per le elezioni primarie democratiche, nell’estate del 2019, tanto efficace da farla ritirare dopo qualche settimana dalla corsa alla presidenza, salvo poi esser ripescata per diventare l’attuale Vice. Tulsi ha lanciato un “allarme rosso” nei confronti dei suoi vecchi compagni di partito: l’ex-direttore della CIA, John Brennan, e il presidente della Commissione Intelligence della Camera, Adam Schiff, definendoli “più pericolosi dei soggetti che hanno occupato il Campidoglio il 6 gennaio, una vera e propria minaccia per le libertà dei cittadini americani”.

L’accusa, secondo la Gabbard, è che la nuova amministrazione, assieme ai colossi della Big-Tech, voglia trasformare il Paese in uno “Stato di polizia“, in totale contrasto con la Costituzione alla quale hanno giurato fedeltà, solo perché metà del Paese ha un’opinione diversa e non si vuole piegare ai dogmi del progressismo liberal.

Kamala Harris

La carica di vicepresidente in America, salvo gravi fatti o situazioni drammatiche, non è così osservata dall’opinione pubblica come immaginiamo noi, tuttavia in tanti si chiedono cosa stia facendo Kamala Harris vedendola così silenziosa oggi, paragonata al grande attivismo dimostrato in campagna elettorale. Su Kamala Harris molto è stato detto presentandola come l’icona del riscatto femminile e delle minoranze di colore, in realtà molto della sua storia ha corso in altra direzione.

Personaggio carismatico e di grande capacità iniziò presto a dar prova del suo talento. A 13 anni a Montreal (città in cui è cresciuta con la madre trasferitasi per lavoro) guidò la protesta dei bambini del quartiere contro le regole che vietavano di giocare sul prato davanti a casa. E l’iniziativa fu un successo. Dopo il diploma in Canada studiò in due università USA a Washington e in California, dove iniziò a svolgere tirocini prestigiosi e poi a lavorare in ambito legale. Quando fu procuratrice distrettuale di San Francisco si vantò di aver portato in tre anni la percentuale di condanne dal 53 al 67 per cento. Quando poi divenne procuratore generale della California dal 2011 al 2017, Harris ad esempio si oppose alla scarcerazione anticipata dei detenuti condannati per crimini non violenti, sostenendo che gli istituti penitenziari rischiavano di perdere una importante fonte di manodopera. Ricordiamo che in America la carica di procuratore è elettiva ed è molto importante, ed esser eletti non è cosa da poco.

Questo suo passato ha fatto sorgere in molti la domanda: ma è una attivista o una poliziotta? Quasi certamente entrambe le cose di sicuro, viste le sue capacità e la sua età, 56 anni.

Età che paragonata a quella di Biden (78 anni) ne fa il candidato democratico ideale alla presidenza per le prossime elezioni del 2024. Probabilmente anche per questo, chi l’ha votata oggi vorrebbe vederla più attiva. Ma di tempo ve ne è ancora molto.

È sposata dal 2014 con un avvocato di successo specializzato in cause aziendali, Douglas Emhoff, che per aiutarla in campagna elettorale ha preso un congedo dal lavoro. Nota di colore, per come cambiano i tempi, i due si conobbero in un appuntamento al buio nell’ambito di uno dei “dating meet” oggi in voga.

Alexandria Ocasio-Cortez

La rappresentante democratica Alexandria Ocasio-Cortez, (per molti una Laura Boldrini statunitense amplificata) sta affrontando un contraccolpo di immagine poiché si è scoperto che lei non era a Capitol Hill durante gli eventi del 6 gennaio, ma in un edificio accanto, che era stato evacuato per sicurezza e dove i manifestanti non sono mai arrivati.

Le critiche sono arrivate dopo che la deputata di New York aveva pubblicato un video in cui, per guadagnare consensi passando per la vittima di turno, mentiva dicendo: "Non sapevo se sarei arrivata viva fino alla fine di quel giorno".

Era in un luogo perfettamente al sicuro dove i rivoltosi non sono mai arrivati, che si trova nell'edificio Cannon, dall'altra parte della strada e accessibile attraverso tunnel sotterranei collegati al Campidoglio o tramite una breve passeggiata lungo un passaggio pedonale.

Scoperto il bluff ovviamente ne sta pagando le conseguenze tanto che oggi è di moda l'hashtag #AlexandriaOcasioSmollet, un paragone con l'attore Jussie Smollett, che ha falsamente affermato di essere stato vittima di un crimine d'odio.

Fatti come questo, assieme al repentino cambio di indirizzo della politica verso molti Paesi del Medio Oriente, in primis l’Arabia Saudita, iniziano a lanciare allarmi presso la parte moderata del Partito democratico, timoroso di perdere voti al centro anche se nel contempo ne guadagna presso le fasce radicali.


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