La pandemia, arma di un Nuovo Ordine Mondiale?



Giuseppe Davicino    14 Gennaio 2021       4

Le crisi concomitanti in corso – quella socioeconomica, quella geopolitica e quella democratica – richiedono oltre che straordinario equilibrio, saggezza, tenacia e lungimiranza nell’affrontarle anche il coraggio dell’obiettività, del chiamare le cose per quello che sono, con il loro nome. Lo stesso coraggio che molti Popolari seppero dimostrare negli Anni Venti del secolo scorso all’avvento di quei totalitarismi dalla cui radice mai definitamente estirpata, stanno rispuntando, sotto nuove forme e con ben altri e più raffinati mezzi, i totalitarismi attuali.

Partiamo dagli Stati Uniti, perché costituiscono – grazie al sangue versato per contenere e sconfiggere l’Impero centrale europeo in due guerre mondiali – la quarta Roma, il centro del mondo. Una centralità messa in discussione in questo secolo da tre grandi fattori.

Il “tradimento europeo”, dell’ideale di integrazione europea, compiuto dalla Germania nei fatti da quando ha imposto, con la moneta unica e non solo, i due cardini del proprio interesse nazionale: l’ordoliberismo e il mercantilismo, grazie ai quali è cresciuta come potenza economica, danneggiando i suoi diretti concorrenti continentali.

Il secondo fattore è l’ascesa rapida della Cina come potenza del capitalismo senza libertà, “comunista”.

Il terzo progetto ostile agli Stati Uniti è quello globalista, voluto dal ristrettissimo club dei miliardari della finanza e del digitale, che hanno accumulato una concentrazione di ricchezza e di potere che non ha precedenti nella storia e che dimostrano di voler usare per scopi totalitari. Questi miliardari, alleati con una Germania egemone in una Europa ormai ridotta a Festung Europa come e più che nel 1942, e con il Partito comunista cinese, intendono istituire, a tappe forzate con il terrorismo sanitario e in tempi brevi, un governo mondiale diretto dal suddetto asse globalisti-Germania-Cina. In questo disegno, altrimenti detto Nuovo Ordine Mondiale, che attenta all’ordine stabilito in seguito alla Seconda guerra mondiale, gli Stati Uniti devono essere disintegrati in quanto ultimo baluardo del mondo libero, del benessere e della pace di cui abbiamo beneficiato negli ultimi 75 anni per fare spazio al nuovo mondo-lager, ad una spietata dittatura sino-tedesca in cui i comuni mortali, i non miliardari, vivranno senza privacy, senza libertà, senza relazioni umane, senza Dio (se non la nuova “religione universale” ammessa) e senza poter possedere più nulla.

Per tali ragioni credo non ci si possa esimere dal constatare che la situazione attuale negli Stati Uniti appare di assoluta eccezionalità. Non si può far finta che nulla sia successo nel lungo iter elettorale presidenziale iniziato ben prima del 3 novembre scorso, benché ancora non certificato da organismi istituzionali e giudiziari. La sostanza è che i magnati della Silicon Valley, le élite tedesche e la nomenkatura comunista cinese hanno cercato di eleggere il presidente degli Stati Uniti, puntando con ciò a declassare gli USA da superpotenza mondiale ad attore regionale. Per tale ragione è in corso oltreoceano una deformazione della vita democratica, che a breve potrà portare ad anomalie realizzate tanto dall’una che dall’altra parte in causa, ben oltre quanto già visto a Capitol Hill e oltre le liste di proscrizione stilate da Dorsey e Zuckerberg, rispettivamente capi di Twitter e Facebook, che si ergono a massimi e inappellabili giudici del discorso pubblico e tutori della neolingua del politicamente corretto (dove questo conduce, lo spiega magistralmente su queste colonne Giuseppe Ladetto).

Alla crisi degli Stati Uniti appare intimamente connessa l’emergenza pandemica mondiale che dal 2020, anno elettorale americano, affligge le redazioni dei media a cui è stato ordinato dall’alto di trasformare un virus influenzale, anomalo ma non terrificante, perfettamente curabile, in una catastrofe globale. Attraverso lo sproporzionato allarmismo generato nel combattere il coronavirus, si stanno colpendo con precisione chirurgica l’insieme delle libertà civili e democratiche dell’Occidente e interi comparti economici. Vi è un disegno preciso: cancellare l’autonomia economica delle persone, dei ceti lavoratori, della classe media, che verranno costretti a vivere di sussidi in cambio della libertà e della proprietà privata, e accentrare tutti i beni del mondo nelle tasche di pochissimi gruppi mondiali. Perciò rivelano una drammatica ingenuità domande tipo: quando finirà la pandemia? I vaccini saranno la soluzione? Quando torneremo come prima?

La pandemia, nei piani dei fautori del Grande Reset, elaborato, fra gli altri, dal World Economic Forum di Davos, dovrà durare fintantoché i vari tasselli del Piano non verranno composti: immissione di “pezzi” nel corpo umano per la sorveglianza illimitata e totale e per le transazioni, passaporto digitale sanitario, moneta elettronica e abolizione del contante, patente di cittadinanza a punti (con i punti che verranno usati per le transazioni in sostituzione della moneta, cosicché per guadagnarsi il pane occorrerà aderire agli ordini del regime, qualunque essi siano). La combinazione di questi elementi darà vita, in pochi anni a velocità inopinata, a una forma di dispotismo rispetto alla quale i lager e i gulag verranno ricordati come opera di dilettanti. Per tale via il mondo intero verrà trasformato in un terribile, immenso, unico campo di concentramento e solo l’élite globalista potrà godere della libertà e dei beni della vita mentre il resto dell’umanità riceverà un trattamento indegno.

Un simile progetto va contrastato, non solo perché antiumano e antidemocratico ma anche perché alla fine non potrà riuscire perché l’essere umano ontologicamente non è fatto per subire tali aberrazioni, e rischia seriamente di portare le nazioni occidentali, ormai stremate da chiusure senza fine, verso rivoluzioni e guerre civili.

Questo, dunque è il compito dell’ora per coloro che intendono dare testimonianza da Liberi e Forti nelle sfide che abbiamo attorno. Dobbiamo chiederci soprattutto quanto le culture politiche democratiche e popolari siano pronte ad attivarsi per combattere e vincere la sfida decisiva contro questa incombente dittatura globale del Nuovo Ordine Mondiale, ed attivarci nel far comprendere quale sia il livello della sfida. Dobbiamo impegnarci affinché la politica si occupi di questi temi, dell’uso delle nuove tecnologie digitali e biotecnologiche per orientarle, della riforma del sistema monetario e finanziario internazionale nel senso dell’equità e non dei privilegi da signoraggio per pochissimi privati, per fare in modo che si smetta di usare questi strumenti contro l’umanità e per scopi totalitari. Se faremo così, daremo anche un sostanziale contributo a superare quello iato, sempre più ampio fra il mondo della politica e la stragrande maggioranza dei cittadini, che deriva in ultima analisi dallo svuotamento e dalla banalizzazione interessata del concetto di sovranità.


4 Commenti

  1. Le analisi e le previsioni di questo articolo sono di una gravità spaventosa.
    Per contro sembrano del tutto deboli e generiche le azioni contrastanti possibili.
    Se le prime analisi sono fondate è necessario sviluppare le seconde, perché non basta dire che l’uomo non è ontologicamente fatto per subire tali aberrazioni: l’ontologia dell’uomo, considerata in astratto, certo non lo è, ma in concreto lo è stata spesso.
    Personalmente impressionato dall’articolo non ho ipotesi o suggerimento di portata utile, ma chiedo a al Movimento e alla rivista di riprendere l’argomento al fine di elaborare ipotesi di “resistenza” e di sviluppo democratico.

  2. Mi ero imposto di non commentare alcunchè sulla pandemia e sul come viene gestita… ma a fronte di un articolo così lucido mi limito ad osservare che è impossibile non diventare complottisti e preoccupati se analizziamo il modo in cui il tutto ci viene raccontato. Il virus c’è, negarlo è da idioti ma altrettanto da idioti e irresponsabili è tacciare di negazionismo chi semplicemente chiede trasparenza. I veri negazionisti sono coloro che negano tutti gli aspetti bui di questo dramma.

  3. Mosè ha contribuito a rendere grande l’impero egizio con guerre e ingiustizie. Quando ha capito chi era se n’e andato. Grandi poteri portano catastrofi se esercitati nel popolo sbagliato.

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