Dall’apriscatole al cassonetto



Carlo Baviera    25 Settembre 2020       0

Il comico che non fa più ridere, ci offre l’ultima ricetta di ingegneria costituzionale: “Basta col Parlamento. Serve la democrazia diretta”. E pensare che tanti in buona fede hanno rincorso “lo scalpo” del taglio parlamentare immaginando l’inizio di un’epoca di riforme organiche e rigenerative della vecchia Repubblica italica.

Il Capo carismatico dei 5 Stelle comunica urbi et orbi che il Parlamento è un ferrovecchio da portare nel cassonetto dei rifiuti, anzi alla discarica. Perché continuare a recarsi alle urne per eleggere rappresentanti, quando basta decidere attraverso i referendum? Oppure sorteggiarne qualcuno a caso tanto per formalità?

In fondo la nuova trovata è coerente e conseguente con il taglio lineare del numero dei parlamentari che il M5S ha per “strategico”. Parlo di coerenza con l’esito referendario perché, a pensarci bene, con zero (sottolineo ZERO) parlamentari i risparmi saranno ancora maggiori e la rapidità delle decisioni molto vantaggiosa. Peccato non averci pensato prima!

L’unico difetto è che un tale esito nel procedere delle riforme (che hanno fatto innamorare molti connazionali, anche scafati in fatto di politica) è che ci si avvicina sempre più alla Bielorussia o alle repubbliche delle banane; ma almeno lì, per coreografia, i Parlamenti li hanno mantenuti.

Se la notizia non facesse piangere, ci sarebbe da ridere. Chi avrebbe mai pensato nel mondo libero e civile, sorto dalle istituzioni secolari britanniche, dalla rivoluzione francese e da quella americana, dalle lotte risorgimentali e da quelle resistenziali, di giungere ad un pensiero politico istituzionale di così elevata portata: abolire il Parlamento!

E poi vogliamo essere esemplari in Europa e dare lezioni ai popoli barbari che ci circondano!

Non ho parole per commentare oltre questa trovata, a dir poco, stravagante. Perché innovativa non lo è: già nell’epoca dell’Ancien Régime i monarchi assoluti regnavano con un loro Consiglio e le Assemblee rappresentative non esistevano.

Chiudo con tre notazioni. La prima: l’unico aspetto positivo che intravvedo, è che in qualche modo deve essere sviluppato (ma lo deve fare chi ha un minimo di rispetto per i cittadini e non li vuole usare per i propri interessi) il discorso sulla democrazia partecipativa e deliberativa. La quale deve affiancare, non sostituire quella rappresentativa.

Seconda annotazione: a questo punto, e se queste continuano ad essere le proposte che avanzano i 5 Stelle, immaginare di iniziare un percorso che possa portare a una qualche alleanza organica futura mi sembra molto molto azzardato. Votato il Capo dello Stato si sciolga tutto e, per morire, meglio morire con dignità.

Terzo: quanti hanno, in buona fede e con coerente convinzione, votato per realizzare “la prima” delle riforme che può portare a innovare il sistema, lancino un messaggio agli elettori per ricordare che le riforme si fanno quando servono a migliorare il funzionamento delle istituzioni e non perché ci siano gruppi che giocano a divertirsi. Perciò la prossima volta devono essere accorti a non farsi infinocchiare.

Come avevano promesso, i 5 Stelle, la scatoletta l’hanno aperta facendo anche qualche danno, e illudendo gli elettori con slogan anticasta e apparentemente di sostegno a moralità ed efficienza. Però le istituzioni sono una cosa seria, e quindi non si può permettere che vengano gettate in discarica.


Il primo dei commenti

Lascia un commento

La Tua email non sarà pubblicata.


*