Governo e opposizione imparino da Andreotti



Pier Luigi Tolardo    15 Aprile 2020       0

Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha attaccato platealmente in diretta TV i due capi dell'opposizione i quali in effetti da due giorni erano riusciti a far credere agli italiani che l'Italia avesse sottoscritto l'uso del MES e invece non era vero.

Andreotti avrebbe attaccato Berlinguer in una conferenza stampa?

Cito Andreotti non solo perché, certamente, è stato uno dei più illustri statisti italiani, e questo a prescindere dal fatto che il giudice Caselli sia d'accordo o meno, che alla luce della storia, che non si fa nei tribunali, conta poco.

Andreotti ha presieduto un governo di centrodestra con i liberali, poi un governo di solidarietà nazionale, l'unico che abbia compreso al suo interno anche il PCI, che era il più grande partito di opposizione con un peso intorno al 33% e il più grande partito comunista dell'Occidente, che governava allora quasi tutte le Regioni italiane.

Cito Andreotti perché è il Presidente del Consiglio che prima di Conte ha dovuto subire e gestire la più profonda crisi della nostra democrazia repubblicana dopo la guerra. C'erano decine di morti e feriti ogni settimana, magistrati, poliziotti, Carabinieri, giornalisti, politici, gente comune, perfino operai, colpiti per strada, in casa, a scuola, all'Università. Li ammazzavano e ferivano Prima Linea, le BR, i NAR fascisti.

Poi c'era una crisi economica fortissima: inflazione unita a recessione, disoccupazione, svalutazione. L'Italia sembrava che non potesse pagare il suo debito pubblico.

Il PCI che aveva una sua ideologia, che non era atlantista e nemmeno europeista scelse di non giocare più al “tanto peggio tanto meglio”, di far saltare il banco e tutti i banchieri, scelse la strada della solidarietà nazionale, mandò giù tanti di quei rospi e tutti insieme riuscirono a salvare il Paese.

Quelle scelte gli furono rimproverate per una vita da tanti puristi, moralisti, di sinistra e di destra e da un piccolo manipolo di liberal-liberisti che sono più che altro dei furbettisti.

Andreotti non attaccò mai il PCI in quegli anni, poi ci si divise ancora passata la crisi e il PCI insultò Andreotti tutti i giorni sulle colonne de “L' Unità” e Andreotti spesso fece sul PCI battute feroci e imperiture.

Oggi la crisi è ancora più grave di allora e l'Esercito, che anche allora veniva invocato, può servire al massimo a fermare i runners e le gite fuori porta.

Se non si mettono d'accordo, e l'opposizione non smette per un attimo di fare l'opposizione, andremo tutti a ramengo. “Muoia l'Italia” sembrano dire le nostre opposizioni. Peccato, perché il mio Bel Paese mi piaceva per viverci, e perfino per morire.


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