Il MES, una toppa di garza



Intervista ad Alessandro Mangia    11 Dicembre 2019       0

Per capire qualcosa del MES, il Meccanismo europeo di stabilità, crediamo utile dare spazio a voci critiche, e pubblichiamo l’intervista al professor Mangia raccolta da Federico Ferraù per ilsussidiario.net

Il caso MES è un crescendo, ma nella direzione sbagliata. Altro che la telenovela su Conte e Tria e il mandato parlamentare non rispettato. “Volendo, il trattato del Fondo salva-Stati può essere smontato pezzo per pezzo in tutti paesi dell’eurozona” spiega al “Sussidiario” Alessandro Mangia, ordinario di diritto costituzionale alla Cattolica di Milano. Tutto dipende da una riserva costituzionale che in Germania è in vigore dal 2012 e che “pone un enorme problema di reciprocità tra Germania e altri Stati contraenti”.

Professore, togliamo subito ogni dubbio: lei è contrario al MES o alla sua riforma?
Guardi, è difficile essere a favore o contrari. Prima bisognerebbe capire cos’è il MES. E se si deve capire cos’è il MES, ci si trova di fronte al caso dei tre ciechi e dell’elefante.

Cioè?
Un cieco trova la coda, un altro la proboscide, mentre il terzo trova la pancia. Finché non si parlano, non capiscono di trovarsi di fronte ad un elefante. Fuor di metafora, il MES non può esser capito, perché è un ibrido.

Proviamoci lo stesso.
Ci vuole qualcuno che lo guardi dal punto di vista del diritto commerciale, perché il MES è una banca. Ci vuole qualcuno che lo guardi dal punto di vista del diritto costituzionale, perché il MES è una banca che ha le prerogative di uno Stato sovrano. E ci vuole qualcuno che lo guardi dal punto di vista dell’economia dei mercati finanziari, perché nel MES si concepiscono come un’istituzione finanziaria, e non capiscono perché un’istituzione finanziaria debba essere oggetto di tante critiche. Molti dei problemi di cui si parla dipendono dal fatto che ognuno se lo vede dalla sua angolazione e non coglie la figura. Detto questo, non voglio eludere la sua domanda.

Allora cominciamo.
Finché non si fa un ragionamento più ampio sui buchi del sistema MESso in piedi con una banca centrale che non può fare la banca delle banche ci si deve accontentare delle toppe. E le toppe inventate dai nuovi Architetti d’Europa sono, per cominciare, quel fondo interbancario di assicurazione dei correntisti, che i tedeschi non hanno mai voluto e che in Italia abbiamo sempre avuto, e magari l’avessimo potuto usare ai tempi di Etruria e banche venete.

Prima toppa. Avanti con le altre.
Lo stesso MES, che non serve a niente, se non a gestire crisi locali e di dimensioni limitate. E poi il programma Omt (Outright monetary transactions) che alla fine serve a non dire che la BCE in tempi di crisi deve funzionare come una vera banca centrale, e cioè immettere risorse illimitate per evitare speculazioni che il MES non può evitare con i suoi vantati 700 miliardi di “potenza di fuoco”. Alla faccia di una banca che sta per saltare come Deutsche che, solo sui derivati, ha un’esposizione pari a 20 volte il Pil tedesco. Per non parlare di Commerz e delle Landesbanken salvate sottotraccia con soldi degli enti locali. Di fronte a questo cosa sono i 700 mld che il MES può impiegare? Un petardo? Chiamiamolo un petardo e chiudiamola lì.

Dunque ha senso essere a favore o contro il MES?
Il MES è una toppa di garza ad un buco di progettazione del sistema. Ha perfettamente ragione Giulio Tremonti a dire che il sistema di Maastricht è stato progettato per funzionare in un’epoca di crescita e stabilità perenne. Che, però, chiunque avesse un po’ di buonsenso sapeva che non sarebbe durata in eterno. Alla prima crisi – che si sapeva benissimo sarebbe arrivata – il meglio che si è pensato è stato il MES. E cioè una banca sovrana con limitate capacità di intervento, che avrebbe dovuto fare quello che la BCE non poteva fare. Questo dice tutto. Il MES non è il problema. È un indice di un problema di progettazione di architetti incapaci.

Incapaci per interesse o per incompetenza?
Non lo so. Non fossero stati incapaci, tutta Europa non si troverebbe in questa situazione paradossale dalla crisi greca del 2009. E non voglio nemmeno pensare che tutto questo sia stato fatto apposta per far fare “passi avanti” all’Europa, come dice qualcuno.

Da quando il MES è diventato un caso politico, la Lega, che ha la paternità della battaglia contro il trattato, ha concentrato le sue forze nel dimostrare come e quando Conte e Tria hanno contravvenuto al mandato del Parlamento. Che cosa ne pensa?
Penso che una questione del genere si può porre in Italia nei modi che vediamo. Ma non si sarebbe mai potuta porre in Germania. E non perché in Germania il sistema politico sia migliore. La legge Moavero sugli obblighi di coordinamento tra Parlamento e Ministri che vanno in Europa è una foglia di fico. Puoi anche dire in termini generali che il Ministro deve riferire al Parlamento. Il Trattato MES all’art. 34 dice che i Ministri che lavorano dentro il MES sono tenuti al segreto professionale, come un qualunque dirigente di banca.


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