Grazie Eminenza!



    5 Novembre 2019       1

Eminentissimo cardinal Ruini, non possiamo che ringraziarLa per la Sua intervista al “Corriere”.

Grazie per aver difeso con orgoglio il “gentilonismo”, da Lei rivitalizzato nei lunghi anni di presidenza CEI, e aver ricordato che nella Chiesa rimane forte la tentazione di rapportarsi direttamente con il Potere, per ottenere benefici in cambio di consenso. Oggi con Salvini, ieri con Berlusconi, in tempi lontani con Mussolini e prima ancora con Giolitti. Per gli anni Venti gli storici parlano di clerico-fascisti, e ora abbiamo i clerico-leghisti, che vanno già per la maggiore: alle europee di maggio un terzo dei cattolici praticanti ha votato il bacia-rosari.

Grazie Eminenza per dare voce e corpo a quella parte della gerarchia ecclesiastica che diffida di papa Francesco, quando non lo osteggia apertamente: meglio un dissenso esplicito che un mormorio nei corridoi della Curia.

E se il clero è diviso, ai vertici come nelle parrocchie, come possono essere uniti i fedeli?

Grazie quindi per aver di fatto ribadito che l'unità politica dei cattolici non esiste, anche se qualche patetico si ostina a invocarla brandendo lo scudocrociato. E grazie per aver confermato e dato vigore alla distinzione sturziana tra “sinceramente conservatori” e “sinceramente democratici”, che non è il frutto artificiale del bipolarismo della Seconda Repubblica ma il secolare discrimine nel modo di porsi dei cattolici di fronte ai temi che riguardano Cesare e la città dell'uomo.

Grazie infine, Eminenza, per la profonda sfiducia che ripone nei laici e in un possibile nuovo partito cristianamente ispirato, e per il consiglio di operare – al limite – nei partiti esistenti: ne faremo tesoro per impegnarci con più forza in una nuova, autonoma stagione dei “liberi e forti”.


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