Christine Lagarde, tra DSK, Draghi e “Me Too”



Giuseppe Mila    4 Luglio 2019       0

Dominique Strauss-Kahn (DSK, per la stampa francese) è un economista e politico d’oltralpe. Membro del Partito Socialista, è stato più volte ministro in dicasteri economici nei governi a guida socialista ed è stato anche professore di macroeconomia. Dal 1º novembre 2007 al 18 maggio 2011 è stato direttore generale del Fondo monetario internazionale (FMI).


Le sue posizioni in economia si possono dire certamente progressiste, se non socialiste (quando socialismo non era ancora una brutta parola: non dimentichiamo che il socialismo ha sempre combattuto e spesso è stato vittima sia del comunismo sia della destra estrema).


Nel luglio 2007 Dominique Strauss-Kahn venne candidato ufficialmente alla direzione generale del FMI e nominato il successivo 28 settembre, carica che mantenne fino allo scandalo del 2011.


La sua nomina a Direttore Generale portava con sé dei progetti di forte cambiamento programmatico e di mutamento degli indirizzi ideologici del Fondo e si caratterizzava per una piattaforma di principi marcatamente keynesiani, in contrasto con la scuola di orientamento liberista dominante presso il FMI. Aveva destato scalpore in particolare all'interno dell'istituto un suo discorso tenuto alla Brookings Institution nell'aprile del 2011 (un mese prima dello scandalo a sfondo sessuale di cui fu vittima) in cui metteva in discussione i principi liberali ai quali si ispirava il FMI e proponeva apertamente di combattere la diseguaglianza dei redditi attraverso il ritorno alla piena occupazione e gli investimenti di natura pubblica. Già sembra quasi di sentire Salvini e Di Maio quando dicono che è ora di smetterla di contare i decimali e pensare invece ai bisogni della gente.


Guarda caso, il 14 maggio 2011 DSK viene arrestato a New York con l'accusa di tentata violenza sessuale ai danni di una cameriera di un albergo presso cui alloggiava a New York, e quattro giorni dopo rassegna le sue dimissioni dalla carica di Direttore del FMI. Le accuse a Strauss-Kahn, si sono però poi rivelate insussistenti, e la procura ne ha chiesto l'archiviazione il 23 agosto 2011.


Infatti il 1º luglio il “New York Times” ha annunciato una svolta nell'indagine. Gli investigatori avrebbero difatti rilevato pesanti incongruenze nel racconto dell'accusatrice, nonché eventi specifici che hanno minato seriamente la sua credibilità. Secondo il procuratore, il mitico e stimato Cyrus Vance Jr., la donna avrebbe deliberatamente mentito davanti al Gran Giurì. Per questo, a Strauss-Kahn sono stati revocati i domiciliari e la cauzione milionaria restituita ed il 23 agosto 2011, la procura di New York ha definitivamente archiviato le accuse nei suoi confronti. Ma il danno era ormai fatto!


Chi venne nominato il suo posto? Christine Lagarde alfiere di quel liberismo che ha imperato in questi anni con forza anche in Italia, sino alle scorse elezioni del 2018 che hanno visto la vittoria della coalizione gialloverde.


Oggi Christine Lagarde è al posto di Mario Draghi alla guida della Banca Centrale Europea (BCE).


Mario Draghi oltre che grande e stimato economista, si è dimostrato un grande amico dell’Italia e, diciamo così, “del popolo”. La storia di Christine Lagarde fa presagire ben altre politiche, di certo meno sociali o popolari.


Due considerazioni, la prima ovvia: diceva Andreotti che a pensar male si fa peccato ma quasi sempre ci si azzecca. Eh già, il vero potere economico distruggendo DSK ha messo un suo valido rappresentante nei posti che contano.


La seconda è meno scontata: oggi come al momento in cui DSK fu arrestato, le femministe e attiviste del movimento “Me Too” gioiranno, dicendo “Finalmente una di noi al potere”, come nel 2011 dissero: “Uno di questi uomini str***i che pensano solo al sedere delle donne è stato punito”.


Eh si, gioiranno versando calde lacrime, come ad esempio la sera in cui Elsa Fornero annunciò la riforma delle pensioni e molte signore cinquantenni, separate o divorziate, con figlio a carico ed impiego traballante si son viste allungare l’attività lavorativa anche di dieci anni.


Pensiamo con la nostra testa, sapendo che le cose non sono sempre come appaiono.




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