Analogie…



Giovanni Palladino    27 Agosto 2018       2

Nel suo libro “Italia e fascismo” pubblicato in esilio nel 1926, Luigi Sturzo fa il seguente ritratto di Mussolini al quinto capitolo intitolato “La marcia su Roma”:

“Uomo di mediocre cultura e di poca preparazione politica, Mussolini ha le qualità brillanti dell’improvvisatore e non ha affatto gli scrupoli di coloro che, convinti di un’idea, temono di mancare ad essa di fedeltà. Egli è passato dall’estremismo rivoluzionario socialista e dalla grossolana irreligiosità al più evidente conservatorismo e clericalismo.

Fu antimilitarista e contrario alle imprese coloniali, e negò il dovere di difendere la patria. Fu poi interventista a oltranza e imperialista. Il programma fascista del 1919, suo personale lavoro di demagogia sovversiva, è stato tramutato nel più aspro esperimento reazionario. La sua anima di semplificatore non è legata ad alcuna formula.

Mussolini può passare da una teoria all’altra, da una posizione all’altra, rapidamente, anche in forma discontinua, senza rimorsi né rimpianti. In questo suo gioco egli ha una sola mira costante: cogliere gli elementi fantastici e sentimentali del successo. Onde i suoi discorsi sono sempre intonati allo stato d’animo del pubblico al quale egli parla: se il pubblico fosse diverso, egli userebbe altro fraseggio. Altra sua qualità è l’abilità costante nel carpire il momento, nell’utilizzare le circostanze”.

Anche Salvini ha avuto i suoi mutamenti “culturali”: da giovanissimo aveva idee “rosso fuoco”, poi è diventato un convinto secessionista padano e infine un nazionalista sovranista con Rosario e Vangelo in mano.

Come Mussolini, egli ha voluto di nuovo il Crocefisso appeso al muro. Sa cogliere lo stato d’animo del pubblico e sa sfruttare le debolezze dei suoi avversari, due qualità che aiutarono Mussolini a conquistare il potere nell’ottobre del 1922 con soltanto 35 deputati su 535! Ma al fianco del futuro Duce c’era la convincente forza del denaro degli agrari e degli industriali, minacciati dai “rossi” di esproprio proletario.

Al fianco di Salvini ci sono oggi tanti elettori esasperati dal drammatico fenomeno dei migranti, la cui dignità umana non si deve difendere solo al momento dello sbarco, ma anche dopo. Tuttavia, se manca il lavoro per inserirli dignitosamente, è inutile appellarsi alla dignità umana, come fa Martina, il cui governo non ha saputo gestire il difficile fenomeno. Basta vedere cosa fanno e non fanno da anni le centinaia di migliaia degli sbarcati.

Ora Salvini ritiene di avere la soluzione e se la prende con tutti, anche con l’Europa. Gravissimo errore, perché da sola l’Italia non potrà mai farcela. Nel 1922 il Paese proveniva dal disastro umano ed economico della guerra; oggi dal disastro morale e culturale di decenni vissuti senza alcun rispetto per l’etica e il buon senso in politica ed economia. L’Italia si potrà salvare solo con il ritorno alla razionalità e alla cultura economico-sociale dei fondatori dell’Europa Unita. Vedremo che non esistono altre soluzioni.


2 Commenti

  1. Il relatore fa i salti mortali per descrivere Salvini come l’edizione poco modificata del futuro Mussolini. Nulla dice invece di questa classe politica avversa che vomita ogni giorno improperi a reti unificate e sentenzia che il problema degli immigrati non esiste o addirittura è buona cosa e giusta per lo sviluppo economico e sociale dell’Italia. Questo comportamento che ritengo irresponsabile è motivato dall’unico obiettivo di far cadere il governo dove i cinque stelle, rischiando di sfasciare tutto, stanno dimostrando poca affidabilità e pensano di modificare ogni cosa senza avere idee concrete su come rimediare ad errori del passato. Se Salvini cresce è soltanto colpa degli oppositori stolti perché i cittadini non intendono attendere che la nostra civiltà venga definitivamente distrutta da questa invasione incontrollata che la cieca Europa crede di far digerire solo all’Italia. Questo è un momento davvero grave per la Nazione e tutti i partiti dovrebbero dare una mano all’attuale Ministro che, da solo, sta cercando di limitare i danni che già si cominciano ad evidenziare e smetterla di attaccarlo per poi dire che il muovo Mussolini è in arrivo.

  2. Premetto che per storia personale, familiare e genetica sono diversissimo dal leader leghista. Che, in un mondo normale, sarebbe il mio (nostro) naturale avversario politico. Tuttavia manifesto il mio sconcerto di fronte al modo con cui questo forte e ingombrante avversario viene attaccato. Suggerire grossolani paragoni con l’ascesa del fascismo è indice di ignoranza storica e di debolezza analitica: i fenomeni devono essere ricondotti alle loro dimensioni storiche e solo successivamente si possono individuare le costanti che si ripresentano immutate, quasi archetipiche “sotto diversa vestimenta”. Non è così che capiremo il salvinismo o i carsichi rigurgiti di fascismo (non ci aiutano il Fiano che si inquieta per i gagliardetti del duce esibiti da qualche truzzetto o le esternazioni boldriniane). Un’opposizione seria dovrebbe innanzitutto chiedersi se i problemi sollevati dall’avversario sono reali, consistenti e interessano la generalità dei cittadini; se la risposta è affermativa occorre analizzarli e proporre soluzioni alternative. Invece il più delle volte le opposizioni semplicemente negano il problema o al meglio dicono che il problema esiste virtualmente nella percezione distorta dell’opinione pubblica: ritorna il vecchio adagio del popolo bue su cui noi popolari avremmo qualcosa da dire; quando avvieremo una discussione profonda sulla semantica politica? Cosa distingue per esempio popolarismo da populismo?

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