La genialata dem



    22 Agosto 2018       1

Non abbiamo più la forza di scrivere sul PD e sulla sequela di errori strategici che ne hanno costellato gli ultimi anni. Ci stanno però a cuore le sorti del centrosinistra, che ha nel PD ancora un serbatoio di voti dimezzato ma non insignificante. Una sua possibile ripresa politica sarebbe auspicabile se solo sapesse fare tesoro del recente passato, rottamando il renzismo (Renzi faccia pure il senatore finché i fiorentini lo voteranno, o il presentatore TV se crede meglio...) e recuperando il meglio delle culture politiche che lo hanno fondato. E parta dalle proposte programmatiche per dare soluzione ai tanti problemi economici e sociali del nostro Paese, ponendosi dalla parte dei più deboli, dei tanti impoveriti dal liberismo globalizzato, cancellando così la sua ultima versione di “sinistra tecnocratica da salotto”.

Dopo tanto gallinaio interno (stile “capponi di Renzo”) seguito alla disfatta elettorale di marzo, nel Partito Democratico pare ora profilarsi una svolta decisiva, partorita, se non da Renzi stesso, da alcune menti illuminate tra i suoi seguaci. Dice un anonimo dirigente dem (a noi piace pensare che possa essere Orfini...) in un retroscena de “La Stampa”: “La casa brucia, bisogna accelerare con il congresso e magari pensare a un cambio di nome”. Ecco la geniale trovata! Cambiare il nome! Non i nominati, servili e insignificanti (con poche eccezioni), che ne formano la classe dirigente. Non le politiche bocciate dagli elettori. La soluzione è cambiare il nome!

L’idea di ricorrere all’occultamento lessicale è stata stroncata da Gianni Cuperlo: “Il PD deve cambiare tutto tranne il nome”. Ma Cuperlo è un “bastian contrari”, non lo ascolta nessuno, non è nemmeno parlamentare. Invece una pasionaria renziana come Alessia Morani ha già lanciato un sondaggio su Facebook per raccogliere consensi su “Movimento democratico europeo”. Non sappiamo quanto entusiasmo abbia suscitato la proposta...

Scrive invece un avversario del PD come “Libero”: “L’istinto suicida tra le fila dei dem sembra duro a morire. Da una parte cercano di copiare il Movimento Cinque Stelle, scimmiottandone la forma organizzativa almeno nella definizione. Dall’altra insistono su uno dei soggetti più odiati negli ultimi anni dagli italiani, cioè quell’Europa che nell’immaginario collettivo ci massacra con regolette ottuse e limiti al bilancio che impediscono la crescita del Paese. Avanti così, piddini!".

E su “La Stampa” Jena commenta sarcastico “Ottima l’idea di cambiare nome al PD, così qualche elettore non lo riconosce e magari lo vota..."

Ci piacerebbe poter dire che stiamo seduti con il popcorn in mano a goderci lo spettacolo di un PD comico come un cinepanettone. Lo possono fare i nemici politici dei democratici. Per noi è invece un film assai penoso.


1 Commento

  1. Ho appena ultimato un libro su Sandro Fontana, l’intellettuale bresciano e storico dirigente della Dc legato politicamente per molti anni a Carlo Donat-Cattin. Ho riletto i suoi libri, i suoi editoriali sul “Popolo” e gli indimenticabili corsivi a firma Bertoldo. Ecco, questo pezzo sulla “genialata dem” mi ha ricordato il miglior Bertoldo. Bravo a chi l’ha scritto.

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