Verità sulla Siria



Redazione    18 Aprile 2018       5

La tragica e sporca guerra in Siria ci deve preoccupare. Tragica come tutte le guerre, in una regione martoriata dallo scontro armato tra sciiti e sunniti, tra governativi, milizie islamiche e indipendentisti curdi, appoggiati secondo convenienza dalle grandi rivali per la supremazia nel mondo islamico – Arabia e Iran –, dal nemico di tutti – Israele –, dalle potenze mondiali Russia e Stati Uniti, con il paradosso della Turchia, membro NATO e aspirante membro UE, a fianco di Putin nel difendere Assad. Sporca perché si fatica a capire come realmente stiano i fatti, tra propaganda e interessi contrapposti.

Se ascoltiamo i telegiornali e i grandi quotidiani, siamo portati a pensare che “il cattivo” sia Assad, il dittatore sostenuto dai russi, che non esita a far bombardare la popolazione delle città in mano ai ribelli, facendo uso anche di armi chimiche che fanno strage di civili inermi.

Poi leggiamo sul nostro settimanale diocesano (“La Voce e il Tempo”, 18 marzo 2018) che le suore trappiste di Azner, un villaggio siriano al confine con il Libano, denunciano la “scientifica disinformazione nelle opinioni pubbliche occidentali”, riferendosi a quello che sta accadendo nel Ghouta, popoloso sobborgo di Damasco controllato da gruppi islamismi, nello stesso tempo bersaglio e rampa di lancio di bombe che hanno causato, sui due fronti, migliaia di morti. Le suore deplorano che si parli esclusivamente delle centinaia di vittime causate dalle bombe governative e non delle altrettante vittime provocate da quelle lanciate dai ribelli per colpire il centro di Damasco. Identico concetto espresso da padre Munir Hanashy, parroco e direttore delle scuole salesiane di Damasco: “I ribelli ci bombardano. Ma questo nessuno di voi lo ha mai scritto. Damasco è una città di otto milioni di persone che vivono nel terrore. Scrivete la verità: i cattivi non siamo noi, il nostro esercito cerca solo di difenderci. Il sangue degli innocenti ricade sulle milizie dei ribelli”. Parole che danno una ben diversa prospettiva.

Poi ascoltiamo ospite a Omnibus (14 aprile 2018) il generale Leonardo Tricarico, già Capo di Stato maggiore dell'Aeronautica militare e Presidente dell'Unità di crisi durante la guerra in Kosovo, oggi in pensione ma ancora molto ben informato. Gli viene chiesto un commento sull’uso di armi chimiche da parte dell’esercito governativo, che ha scatenato per ritorsione il bombardamento americano. Risponde che in questi sette anni di guerra civile le forze armate di Assad non hanno mai fatto uso di gas, ma si è sempre trattato di messe in scena o di azioni delle forze ribelli che, dopo palesi sconfitte, hanno cercato, talora riuscendoci, di provocare interventi militari da parte degli Occidentali. Giudica il bombardamento franco-anglo-americano una sceneggiata senza significative conseguenze sul piano militare, più che altro rivolta all'opinione pubblica interna, ma che sul piano internazionale appare come una manifestazione di debolezza perché non collocata in una qualche strategia di lungo periodo. Inoltre i russi hanno ironizzato sull'impresa dichiarando che nessun missile occidentale è entrato nell'area da essi controllata: sono bastate le difese antimissilistiche siriane, vecchie di trent’anni, per abbattere un terzo dei missili in arrivo.

Al conduttore della trasmissione, preoccupato di ridurre a semplice opinione queste parole, il generale Tricarico ha ribadito che non si tratta di un parere: lo evidenzia in primo luogo la logica del cui prodest, per la quale nessuno, dopo aver già conseguito il successo militare, mai avrebbe fatto uso di gas che gli si sarebbe ritorto contro; in secondo luogo, l'esame obiettivo dei fatti relativi ai precedenti presunti attacchi con gas da parte siriana rivela che le accuse ad Assad non reggono, come pubblicato da una ricerca del MIT di Boston.

E qui le perplessità sull’attendibilità del tam-tam mediatico occidentale aumentano.

Chiediamo solo informazioni vere, reali: il primo indispensabile requisito per farsi un’opinione (noi cittadini) e prendere delle decisioni (chi ci governa). Non vorremmo essere vittime o complici della disinformazione creata ad arte.

Abbiamo già avuto l’esempio della guerra in Iraq, giustificata anche dal pericolo rappresentato dalle armi di distruzione di massa a disposizione di Saddam Hussein. Armi che, semplicemente, non esistevano.

 

P.S. Rubrichiamo un articolo che parla di Siria nella sezione EUROPA. Lo facciamo perché vorremmo che nelle crisi internazionali una forte Unione Europea potesse parlare e intervenire all’unisono per ristabilire rispetto dei diritti umani e pace. Non è così, purtroppo, ma rimane per noi una meta da perseguire.


5 Commenti

  1. siamo costretti ad essere alleati di alcuni Stati guerrafondai che si divertono a pubblicizzare la loro potenza militare aggredendo altri Stati con scusa di proteggere qualcosa o qualcuno. Con il risultato di creare altre vittime innocenti. E’ uno schifo planetario a cui non si riesce a porre rimedio. Trionfa la menzogna propinata con la disinformazione, creando nemici che quasi sempre non lo sono. Quanti altri decenni deve durare il prezzo da pagare verso qualcuno che ci ha liberato dal fascismo e nazismo? Nonostante lo scacchiere internazionale si è profondamente modificato non riusciamo a venirne fuori perche’ le catene che ora ci legano sono fatte di interessi economici e da monopoli informatici di cui non possiamo farne a meno pena la paralisi sociale. Se qualche nostro politico balbetta qualche obiezione a questa vergogna viene subissato di improperi e messo alla gogna per aver tentato di disarticolare gli equilibri dell’Unione Europea e dell'”Occidente” in generale. Mi dispiace per le poche voci che vengono dalle vittime: non ci possiamo fare niente!

  2. Sui fatti siriani mi vengono delle considerazioni. Se, come lascia trasparire il generale Tricarico (una autorità in materia difficilmente confutabile), i fatti sono a tutti noti e chi dice cose diverse lo fa strumentalmente (o è un imbecille che non riesce a fare un ragionamento), nasce non solo un problema politico, ma etico. Come giudicare quei politici (dalla Mogherini, a Gentiloni, ai vari esponenti PD, alla Bonino) che in materia mentono sapendo di mentire su questioni che possono condurre ad una guerra? Su questioni che stanno alla base di sette anni di morti e sofferenze per il popolo siriano per la volontà degli occidentali di abbattere un regime non conforme ai loro interessi nell’area? Certo Assad non è un santo, ma non si possono trascurare le testimonianze dei molti cristiani siriani su chi siano i cosiddetti ribelli anche quando qualificati “opposizione democratica”. Mi chiedo inoltre che credibilità possono avere ancora gli addetti all’informazione, giornalisti come Maurizio Molinari che amplificano solo le versioni ufficiali. Si può lasciare al solo Salvini la denuncia di questi fatti?

  3. Quando leggo articoli come questo sono fiero di far parte dei popolari… ma pochi istanti dopo mi arrabbio moltissimo e mi chiedo come abbiamo (avete?, è stato possibile?) potuto fare in modo che tutto quello che, diciamo così derivava dalla Margherita e dal PDS, sia diventato una cinghia di trasmissione del renzismo. Renzismo che proprio per rimanere sul tema, come ben ha scritto Ladetto annovera persone come la Mogherini che in materia mentono sapendo di mentire. E poi qualcuno si chiede perché a Torino lo scorso anno ha vinto Appendino ed ora su scala nazionale la Lega passa dal 3 al 17%! non ho problema ad ammettere che anche il mio voto è andato alla Lega e personalmente, come ho detto già altre volte, considero i populisti di oggi come i popolari di ieri.

  4. Alla fine resta nel cuore una sensazione di malessere legata a: 1) la mancanza di obiettività dell’informazione nel nostro democratico”occidente (Molinari docet ma non solo lui); giornali e telegiornali sono davvero embedded come su un campo di battaglia. 2) La povertà dell’analisi e la totale assenza di coraggio da parte della nostra politica (salvo eccezioni) 3) L’ipocrisia: certo che tutte le parti impegnate in quel teatro perseguono i propri interessi! Lo dice da sempre la logica della realpolitik. Mi fanno sbellicare dalle risa le anime belle nostrane che col sorriso furbesco di chi la sa lunga farfugliano “ma la Russia fa ha i suoi interessi!” E i meno naif aggiungono la parola porti, basi militari, canali commerciali. Ma va? Perché noi occidentali abbiamo creato tutto quel casino in medio oriente gratis et amore dei per affermare chissà quali valori supremi? Ma i risultati si giudicano dai fatti: i russi stanno sconfiggendo l’ISIS (armato probabilmente dai sauditi), noi abbiamo creato (e voluto) le condizioni dell’instabilità permanente.
    Sul populismo il discorso sarebbe lungo. Ma dovremmo rileggerci Lasch, per il quale il termine populismo equivaleva a un qualcosa di molto simile al popolarismo e non aveva un’accezione negativa.

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