Italia Viva, Renzi… ed io



Alessandro Risso    23 Settembre 2019       3

Quel quarto d'ora di celebrità che Andy Warhol attribuiva a ciascuno di noi, nel mio caso si è materializzato dopo che Matteo Renzi ha ufficializzato il nome del suo partito: Italia Viva.

Il caso ha voluto che a giugno io abbia maturato la scelta di un nome e simbolo convincente per il nuovo soggetto politico in cui riunire i democratici popolari di ispirazione cristiana, di cui nel nostro mondo – su questo e in altri siti – dibattiamo da oltre un anno. Purtroppo, malgrado i fiumi di parole spesi, che hanno anche permesso di procedere nella definizione di ciò che servirebbe, per incertezze e residue ambiguità non si sono ancora concretizzati i passi organizzativi del nuovo partito. Quelli che ho espresso nell'ultimo editoriale (qui il link) e che si possono sintetizzare in tre passaggi: 1) manifesto-programma sintetico-nome e simbolo, tutti approvati da una “piccola Costituente”; 2) registrazione notarile, lancio del partito, assemblee territoriali e adesione dei gruppi locali; 3) Assemblea costituente con discussione e approvazione delle linee programmatiche approfondite. Malgrado i primi inviti a passare all'azione risalgano ormai a fine maggio, l’attaccamento ai propri percorsi autonomi e le conseguenti mancate adesioni e dilazioni assortite hanno impedito che si concretizzasse almeno il passaggio iniziale prima della forzata pausa vacanziera.

Nella calura di inizio agosto però, per portarmi avanti nel lavoro, ho acquistato i domini web del nome che avevo pensato e che avrei proposto al tavolo dei “costituenti”, convinto che prima o poi si sarebbe riunito. Per evitare qualsiasi fuga di notizie, anche da innocenti conversazioni private, ho deciso di non rivelare a nessuno la mia idea.

Capirete lo stupore quando ho sentito Mentana in apertura di TG comunicare il nome del partito di Renzi, fresco di scissione dal PD annunciata con l’intervista a “Repubblica”: sorpreso non tanto perché ha avviato la sua avventura di martedì 17, contravvenendo la cabala e la saggezza popolare (“di venere e di marte non si sposa né si parte, né si dà principio ad arte…”), quanto perché Italia Viva è esattamente il nome che avevo in mente e di cui avevo acquisito i domini web disponibili.

Tale mossa, i cui dati sono facilmente reperibili on-line, non è passata inosservata a vari giornalisti interessati a capire le tempistiche della decisione di Renzi. “Il Foglio” ha subito sparato la tesi – senza alcuna verifica – che il fiorentino avesse architettato la scissione lo stesso giorno in cui Salvini staccava la spina al governo gialloverde: altro che Machiavelli, neppure Andreotti o Belzebù in persona sarebbero stati capaci di tanto…

Andrea Palladino di “Repubblica” si è dimostrato professionale, sia perché è risalito alla fonte (il sottoscritto) sia perché ha fedelmente riportato le mie dichiarazioni (che altri, vedi "Open", non hanno fatto). L’intervista a “Repubblica” (qui il link), poi ripresa da varie testate, ha sgonfiato il caso, anche se qualcuno sospetta ancora che io sia un “prestanome”, avendo militato “con Renzi nei Popolari già negli anni ‘90”. Non devo spendere parole tra i lettori di “Rinascita popolare” per smentire simpatie renziane, che provocano solo ilarità in tutti coloro che mi conoscono.

Infatti non sono neppure stato contattato per sondare una disponibilità a cedere i domini italiaviva, e Renzi ha optato per il dominio casaitaliaviva.it, registrato il 16 settembre. Questo fatto dice che prima dell’annuncio, nell’entourage renziano sono stati fatti i passi per interstarsi il dominio web. Averli trovati tutti registrati da poche settimane, da una persona che a inizio settembre ha indicato il percorso per un nuovo partito, non può che aver creato allarme: è possibile, se non probabile, che i tempi inizialmente previsti da Renzi fossero un po’ più diluiti (gli bastava anticipare Calenda...) e che la prospettiva di un utilizzo altrui del brand “Italia Viva” lo abbia indotto a una brusca accelerazione. Dove c’è uno solo che comanda è più semplice prendere decisioni…

Mi piacerebbe confrontarmi con l’illustre ex premier sul nome scelto da entrambi. Da quanto si è letto, Renzi si è ispirato alla scritta sul pullman di Veltroni (L’Italia viva) che ha poi ripreso in una delle Leopolde (vivi l’Italia viva). Io parlerei della lista civica promossa nel 1997 per le elezioni amministrative nel mio Comune (Ciriè viva), e di come l’aggettivo “viva” si sposi bene con quell’Italia che resiste e produce nel nostro Paese malato, chiedendo alla politica una prospettiva di futuro che arriva anche dal recupero della dignità del lavoro e della coesione sociale: quella che ritroviamo nei nostri borghi, nei quartieri – nel solco sempre attuale del municipalismo sturziano – grazie ad amministratori tenaci, cittadini impegnati nelle associazioni, nel volontariato, nel Terzo settore. Che, delusi, non votano più o che lo fanno alla Montanelli, turandosi il naso.

Renzi si è ormai intestato “Italia Viva” ma non credo riuscirà a intestarsi questo elettorato: abbiamo già visto, in tre anni di governo, quali sono state le sue politiche.

 

P.S. Oltre alla registrazione dei domini ho anche prodotto una bozza di simbolo che giudico assai efficace. La tengo però gelosamente custodita: non vorrei mai che fosse fonte di ispirazione…


3 Commenti

  1. La vicenda dei domini è sicuramente una casualità, un dettaglio; per avercela su con Renzi c’è ben altro. Lo dico come da ex fan di Renzi, in molta estesa compagnia, uguale (e contraria) alla liquefazione di quell’entusiasmo.
    Il ragazzo, anche con la scissione, non ha perso occasione per mettere in mostra una delle sue tante qualità non encomiabili. Mischiare il gusto, l’ossessione di primeggiare, con il bene del Paese è un grosso abbaglio, e spiace che nella mente di Renzi il comparto dell’intelligenza che detiene (molta), ceda a questa confusione. Scrivo queste parole con le spine nel cuore perchè non è accettabile che una grande promessa come lui perda di vista l’etica della politica per l’estetica con la Boschi a Bolzano. O scende al piano della gente, Renzi, o avrà solo con lui gruppetti di fanatici lontani dalla nostra “storia”.

  2. Vorrei saper cosa intendete fare per porre fine allo scempio delle bollette ricaricate. Tutti conoscono il problema e nessuno se ne fa carico. Su un consumo minimo si paga in totale 3 volte tanto. Per farsi perdonare il canone in bolletta, Matteo potrebbe interessarsi a questo Problema.
    Grazie

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