Un sistema alla frutta



Skorpio    13 Agosto 2025       0

Tanto per alleggerire il fosco e deprimente quadro della nostra politica, il Presidente della Calabria, Roberto Occhiuto, si dimette. È sotto inchiesta dal giugno scorso per corruzione. E ci deve aver pensato a lungo in questa torrida estate.

La premessa del suo annuncio è stata quella di aver sempre creduto che nessuno debba dimettersi dopo aver ricevuto un avviso di garanzia. Ma si è dimesso lo stesso, contemporaneamente annunciando la propria candidatura. “Non mi farò fermare”. E’ stato stentoreo per subito precisare di non riferirsi ai magistrati, ma agli “odiatori”. C’è anche la sua preoccupazione da Presidente perché, lui lo ha detto, nella sua Regione nessuno firma più alcuna carta e, così, tutta la macchina amministrativa è bloccata.

Ecco spiegato il guizzo: siano gli elettori a decidere. Che cosa? Che lui è innocente? Ma se ancora non è cominciato il processo.. Oppure, pensa che gli elettori con il loro voto faranno tornare i funzionari a firmare le carte?

Che bello vedere quali poteri siano affidati agli elettori. Assieme, da giudici e da … fornitori dell’inchiostro per i calamai usati negli uffici regionali calabresi.

Occhiuto ci ha almeno risparmiato la solita litania della “giustizia ad orologeria”. Giacché fino alle sue dimissioni di elezioni in Calabria non parlava proprio nessuno.

Comunque sia, aumenterà il pacchetto delle regioni chiamate al voto da settembre in poi. Ognuna con la propria storia. Ciascuna con il suo carico di affascinanti spettacoli offerti agli elettori. Continua, infatti, la soap opera del terzo mandato. Con quegli abili scacchisti, come sono Zaia, nel Veneto, e De Luca, in Campania, i quali, preso atto della impossibilità di candidarsi a vita, il primo come Doge e il secondo come Viceré, sono solo impegnati a vendere il più caro possibile la propria uscita di scena dal palco delle loro importanti regioni.

Ma c’è anche altro di cui prendere nota. Come quanto riguarda gli sviluppi del caso Ricci nelle Marche. Intanto, una riflessione al volo: ma Matteo Ricci non è fresco fresco di elezione europea? E quando lo mandarono a Strasburgo non avevano ancora scoperto nel PD che poche settimane si vota nella sua Regione? Ma queste, forse, sono davvero sottigliezze della politica del tempo andato. E che dire della valutazione delle carte su Ricci fatta dal leader dei 5 Stelle? Giuseppe Conte ha letto e si è convinto a dare il via libera al candidato del PD. Ma se si fosse confidato prima con noi modesti osservatori non avrebbe perso tempo perché gli avremmo detto subito che, tanto, alla fine, gli avrebbe dato via libera…

Ma questo è il modo con cui la politica si rapporta con le vicende giudiziarie che riguardano i politici. Tutto è opinabile e tutto può essere interpretato a soggetto. Tutto è variabile a seconda dei casi e, soprattutto, delle persone coinvolte. E sono davvero deprimenti le comparate televisive di politici e di giornalisti che assolvono a seconda della convenienza dei loro partiti o, nel caso dei giornalisti, di quelli che li hanno assunti e li mandano in tv.

Noi non siamo né giustizialisti né innocentisti. Ma neppure fessi. Ci basterebbe che i politici scrivessero leggi migliori, che in materia di gestione della cosa pubblica si trovassero criteri in base al quale le norme fossero più chiare, che i magistrati potessero fare con tranquillità il loro mestiere. Magari con maggiori mezzi a disposizione all’interno di un sistema giudiziario più giusto, certo e veloce. Sarebbe più conveniente per tutti se, ad esempio, fatti di corruzione e di malversazione fossero accertabili nel giro di pochissimo tempo. E invece…

Ma l’impressione è che, fino a quando ci sarà chi pensa che gli elettori sostituiscano i giudici, tutto resterà com’è. In fondo questo è più comodo, e gestibile, per la classe politica, tutta, che ci tocca sopportare.

(Tratto da www.politicainsieme.com)


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