Le derive della cashless society



Giuseppe Davicino    26 Ottobre 2022       1

Riceviamo e pubblichiamo.

Nel contorto dibattito sulle ragioni della sconfitta del centrosinistra sta emergendo da più parti la consapevolezza che solo cambiando il profilo della colazione, superando quello attuale radical-chic in favore di un profilo popolare e sociale, si potrà renderla di nuovo competitiva, nonostante i tanti errori commessi, primo fra tutti quello compiuto dal PD di non aver scelto tra M5S e la linea Draghi sostenuta dal "terzo polo" di centro. Ciò ha permesso la nascita di un governo di destra-centro, composto da esponenti con un chiaro marchio politico ma riciclati a un programma che sembrerebbe di grande continuità nei punti-chiave col governo Draghi, quasi da evocare l'immagine di un Draghi bis con la gonna.

La battaglia culturale che deve fare il centro, in particolare quello di cultura cattolico-democratica per riuscire a cambiare il profilo del centrosinistra si presenta a tutto campo. È tempo di iniziare a discutere, e ri-discutere su tutto con i potenziali alleati.

Prendiamo, a titolo di esempio, un tema fra tanti, quello dell'uso del denaro contante. Sono due visioni che si scontrano, quella degli think tank che orientano l'alta finanza e quella dell'economia reale.

Occorre constatare che un'altra lezione di sano realismo, con misure a lungo attese dai ceti popolari e schifate e contrastate dalla sinistra al caviale, è venuta dall'intento annunciato in Parlamento dal presidente del Consiglio Meloni, di rivedere il limite all'uso del contante. Già è stata presentata una timida proposta di legge dalla Lega. Timida perché anziché puntare all'abolizione del limite al contante, per equipararci ai 15 stati dell'UE (tra cui la Germania) che non pongono alcun limite, si ferma a un lieve innalzamento del tetto, dagli attuali duemila a diecimila euro (cifra con cui non si può neanche comprare un'auto o un orologio di pregio).

Il contrasto all'uso del contante non costituisce solo un tema che riguarda le cose di questo mondo ma travalica il mondo visibile e transeunte, attiene innanzitutto alla sfera spirituale e metafisica. L'essere umano ha una dignità trascendente che nessun potere al mondo può compromettere. Lo possiamo fare solo noi stessi, liberamente, con il peccato.

Ma questa dignità, sebbene sia ontologicamente inalienabile, può cessare di essere riconosciuta dai poteri di questo mondo, nel momento in cui alle persone viene proibito l'uso del contante. In un mondo senza contante, come quello progettato a Davos (con le annesse infrastrutture necessarie ad instaurare il sistema dei crediti sociali, in prospettiva sostitutivo del contante: le monete digitali delle banche centrali e l'identità digitale obbligatoria per tutti gli esseri umani), gli uomini possono essere spenti a ogni loro sussulto di libertà senza neanche ricorrere alla forza, ma, come già sta avvenendo in alcune province della Cina, dagli algoritmi, settati su ciò che decide il potere di turno.

Critichi il governo sui social, manifesti opinioni contrarie a quanto deciso da chi detiene il potere effettivo? Non potrai più vendere né comprare, le tue carte di credito saranno bloccate, i tuoi spostamenti limitati, l'accesso al welfare ridotto o precluso. E un giorno la cashless society potrà ritorcersi anche contro la fede e contro le comunità cristiane, se oseranno criticare la negazione dei diritti umani fondamentali e difendere la dignità dell'Uomo.

Il fatto che gran parte dell'area riformista non voglia vedere queste possibili e pressoché certe derive, saziandosi col piatto di lenticchie dei piagnistei contro l'evasione fiscale e la criminalità (credendo ingenuamente che grandi evasori prurimiliardari e grandi organizzazioni criminali siano rimasti all'età della pietra, quando invece sono addirittura antesignani nel campo delle valute digitali), non diminuisce la pericolosità pratica e il carattere spiritualmente maligno e anti-umano della guerra all'uso del contante.

Non si tratta di una lettura integralista. La distinzione dei piani è, e deve essere, ben chiara, ma da cristiani non si può non considerare che certi temi mondani hanno anche una intrinseca valenza spirituale, che incide poi anche sui giudizi politici contingenti formulati con la massima laicità.

Su tutte le questioni fondamentali, di visione e di prospettiva, serve un dibattito nel centrosinistra, capace di cambiare l'approccio e il punto di vista. Il contributo dei Popolari appare ancora poter essere determinante anche in questa nuova stagione politica.


1 Commento

  1. Io credo a voler esser obiettivi che la discussione ed il limite al contante non dovrebbero nemmeno esserci. Da 2000 anni a questa parte, anzi probabilmente anche prima, le transazioni monetarie sono sempre avvenute senza troppi vincoli, negli anni 60, ovvero gli anni in cui l’Italia diventava un grande Paese nessuno si sognava di regolare il contante. Questa ossessione per il contante si è amplificata di anno in anno sulla scia di idee , teoricamente di giustizia sociale , ma che in realtà opprimono e rendono difficile la vita soltanto alla povera gente. Siamo seri, l’evasione vera è quella che migliaia di avvocati e commercialisti in studi ovattati e pareti decorate con boiseries studiano ogni giorno per eludere il fisco a favore di grandi e medie aziende ( non solo le Big tech) ed a favore dei tanti intermediari finanziari nati come funghi nel nostro Paese. Così è se si vuol esser intellettualmente onesti. Aggiungo : è un altro dei miti della sinistra ” made in Tafazzi” come quello di aver abolito le preferenze sulla scheda elettorale perchè favorivano le cordate mafiose , suvvia! Detto ciò il mondo va avanti ed occorre esser realisti, come non bisogna demonizzare il contante , non bisogna farlo con altri mezzi di pagamento. Chi scrive avendo viaggiato molto per lavoro a metà degli anni 80 usava già, come tutti i miei colleghi, carte di credito perchè molto più comode del contante.
    Oggi da pensionato vivo in un piccolo paese e come la maggior parte dei miei concittadini le spese correnti le faccio in contanti, perchè più pratico, perchè ho l’immediatezza di quanto ho speso ( un mini scontrino di un pos non da la stessa sensazione, che si siano spesi 10 o 100 euro è lo stesso) . Lo faccio quando vado al supermercato, dal benzinaio e al bar. Se devo fare spese importanti ci sono gli assegni e per le spese medie di un certo rilievo il bancomat. Nei paesi è così e in Italia i comuni sono 8 mila, vogliamo togliere 500 comuni tra metropoli, grandi e medie città ? Ne rimangono comunque sempre più di 7000 , ovvero la maggioranza del Paese. Lasciamo vivere i cittadini senza imporre inutili balzelli. Aggiungo una nota di colore ma molto significativa : in un paese in cui si conoscono tutti capita che dal giornalaio o dal bar la conversazione che segue sia assai frequente . Dice uno rivolgendosi agli altri : ” Ma sai che stamattina ero in ferramenta e davanti a me c’era Giovanni del monte , ha comprato una lampadina, una dico , e voleva pagarla con la carta di credito o il bancomat. Poveraccio viaggia con nemmeno 10 euro in tasca!”
    Amici l’Italia è anche questo. Non tenerne conto significa peccare di superbia.

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