L’icosalogo del buon politico

di Luigi Sturzo

Ogni tanto la saggezza di Luigi Sturzo compare sui mezzi di comunicazione. Il 23 giugno 2011 “Avvenire” ha pubblicato in ultima pagina il cosiddetto “Decalogo del buon politico”, nella versione più comune. Si tratta infatti della scelta da un collage di frasi e aforismi che il fondatore del partito popolare scrisse in occasioni diverse e che Gabriele De Rosa, il suo biografo, raccolse in un volume dal titolo “Il manuale del buon politico” (Ed. San Paolo, 1996).
Di seguito pubblichiamo per i nostri lettori il decalogo base – nei primi dieci punti – che abbiamo ampliato fino a raddoppiarlo – trasformandolo così un “icosalogo” – con l’aggiunta di altri “comandamenti”, sempre rivelatori di cosa è la “buona politica” per Sturzo.
Sono macroscopiche le differenze con le prassi degenerate di oggi, che non sono però molto dissimili dal malcostume che si accompagna da sempre alla politica e al potere. Scrive Sturzo: “C’è chi pensa che la politica sia un’arte che si apprende senza preparazione, si esercita senza competenza, si attua con furberia. È anche opinione diffusa che alla politica non si applichi la morale comune, e si parla spesso di due morali, quella dei rapporti privati, e l’altra (che non sarebbe morale né moralizzabile) della vita pubblica”. E conclude: “La mia esperienza lunga e penosa mi fa invece concepire la politica come saturata di eticità, ispirata all’amore per il prossimo, resa nobile dalla finalità del bene comune”. Questa è Politica, con la P maiuscola.

1. È prima regola dell’arte politica essere franco e fuggire l’infingimento; promettere poco e mantenere quello che si è promesso.

2. Il silenzio è d’oro, specialmente in politica: oggi si parla troppo, e quindi si usano verità, mezze verità, verità apparenti, infingimenti e menzogne.

3. Aver cura delle piccole oneste esigenze del singolo cittadino come se fosse un affare importante è un buon metodo di politica.

4. Non ti circondare di adulatori. L’adulazione fa male all’anima, eccita la vanità e altera la visione della realtà.

5. Rigetta, fin dal primo momento che sei al potere, ogni proposta che tenda alla inosservanza della legge per un presunto vantaggio politico. Il legame morale che l’infrazione della legge esige con altri, colleghi e subordinati, rimane come una catena. I conniventi te ne richiederanno il prezzo. Altre violazioni seguiranno la prima.

6. La pazienza dell’uomo politico deve imitare la pazienza che Dio ha con gli uomini. Non disperare mai, ma cogliere il momento buono per il premio o per la punizione.

7. Dei tuoi collaboratori al governo fai, se possibile, degli amici; mai dei favoriti.

8. È meglio tenere lontano i parenti dalla sfera degli affari statali, a meno che non siano già nella carriera per meriti propri.

9. Non è da disdegnare il parere e l’ausilio delle donne savie che si interessano ai pubblici affari. Esse vedono le cose da punti di vista concreti che possono sfuggire agli uomini.

10. Fare ogni sera l’esame di coscienza è buona abitudine anche per l’uomo politico.

11. È giovevole fare buoni propositi. Se, ciò nonostante, la sera si arriva a mani vuote senza aver mantenuto i buoni propositi della mattina, pensa che ciò accade ai più, e serve a mantenerci umili, anche se la gloria umana aleggia intorno alla nostra piccola testa.

12. Non agire da ignoranti né da presuntuosi. Quando non si sa, occorre informarsi, studiare, discutere serenamente, obiettivamente, senza mai credere di essere infallibili.

13. Nella politica, come in tutte le sfere dell’attività umana, occorrono il tempo, la presenza, l’attesa del sole e della pioggia, il lungo preparare, il persistente lavoro, per poi, infine, arrivare a raccogliere i frutti.

14. È più facile dal no arrivare al sì che dal sì retrocedere al no; spesso il no è più utile del sì.

15. Il denaro pubblico sia considerato sacro. Non amministrare con troppa larghezza.

16. Chi è troppo attaccato al denaro non faccia l’uomo politico, né aspiri a posti di governo. L’amore per il denaro lo condurrà a mancare gravemente ai propri doveri.

17. Non coprire con la tua autorità le malefatte dei tuoi dipendenti, lascia che la giustizia sia anche per essi rigorosa.

18. Non si può collaborare senza aver fiducia. Ma il giorno che riconosci che il tuo collaboratore non è fedele, trova il modo di sbarazzartene al più presto e di non riprenderlo mai più.

19. Non pensare di essere l’uomo indispensabile, da quel momento farai molti errori. Se sono gli altri a dirtelo, guardati come da nemici, ti porteranno fuori strada.

20. Quando la folla ti applaude, pensa che la stessa folla potrà divenire avversa, non inorgoglirti se approvato, né affliggerti se osteggiato. La politica è un servizio per il bene comune.