I miserabili



    11 Agosto 2020       2

Non inganni il titolo. Jean Valjean, il povero contadino condannato a cinque anni di lavori forzati per aver rubato – letteralmente – un tozzo di pane, non c'entra nulla. Come non c'entrano gli altri affamati mirabilmente descritti dalla penna di Victor Hugo. Si era allora nella Francia di inizio Ottocento. Nell'Italia di due secoli dopo c'è tanta povertà, e un ceto medio che lentamente scompare proletarizzandosi sempre più. Ma un piatto di pasta e una pagnotta sono per fortuna garantiti a tutti. E comunque non ci sogneremo mai di chiamare “miserabili” coloro che si procurano un pasto caldo alle mense Caritas.

I miserabili del nostro tempo sono invece coloro che pongono se stessi al di sopra degli altri, infischiandosene delle regole, dell'equità, e persino della decenza. Perché non è decente richiedere i 600 euro di bonus per le partite IVA costrette all'inattività dal Covid se si è una partita IVA che incidentalmente fa anche il parlamentare della Repubblica. Non sappiamo ancora chi e quanti sono, ma non troviamo altro termine per definirli... Miserabili... E come loro assessori e consiglieri regionali in carica, ruoli ben pagati e certamente non bisognosi di bonus per pagare le bollette.

Ma da questa vicenda emergono altre due categorie non commendevoli: la prima, gli alti funzionari INPS che prima hanno toppato a erogare il sussidio (bastava far incrociare i dati...) e poi hanno fatto uscire la notizia. Magari fossero così solerti nell'additare alla pubblica opinione anche i burocrati (non solo i politici, troppo comodo...) titolari di pensioni d'oro, ingiustificabili dopo le riforme Dini e Fornero.

La seconda, tutti coloro che hanno cercato ci cavalcare anche in questo caso l'antipolitica, arrivando a mettere nel mucchio ogni amministratore locale. Come se fosse la stessa cosa essere consigliere in un Comune di 5000 anime (18 euro lordi a seduta, per un malloppo di ben 150 euro, circa, a fine anno) oppure onorevole a Montecitorio (oltre 10.000 euro lordi mensili di sola indennità). Come se fosse la stessa cosa essere sindaco di un piccolo comune montano (con tutte le responsabilità sul capo, ricompensate da un migliaio di euro lordi al mese) oppure consigliere in Regione (che tutto compreso, e senza tante responsabilità, raggiunge gli 11.000 euro lordi mensili).

Diceva don Milani: “Non c'è nulla che sia più ingiusto quanto fare parti uguali tra disuguali”. Altrettanto ingiusto fare di ogni erba un fascio, specie se il gioco è quello di avvelenare i pozzi in un disegno di recessione democratica. Siamo proprio il Paese degli Arlecchini, con questi mezzucci da “furbetti”... Meglio: da miserabili.


2 Commenti

  1. Forse non ho visto il percorso giusto, ma sarebbe utile poter scaricare in download gli articoli in .pdf oppure inviarli direttamente dal sito ad uno o più indirizzi di posta elettronica per favorirne la diffusione.

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