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Un ringraziamento e un augurio
 
di Guido Bodrato
 

L’Assemblea dei Popolari del Piemonte si è riunita il 9 marzo per l'approvazione del bilancio annuale, per discutere sulle prospettive dell’Associazione, e per rendere più evidente l’esigenza di un rinnovamento generazionale che garantisca il rilancio della presenza “popolare” in una realtà politica che sta cambiando profondamente. L'ampiezza del dibattito ci ha costretto ad aggiornare la riunione al 22 marzo, per l’elezione del nuovo presidente e della nuova direzione.
Questi due incontri sono stata una importante occasione per riflettere sulla realtà politica, e per riprendere il discorso avviato dieci anni or sono, quando si stava concludendo l’avventura del Partito popolare e stata iniziando – con la Margherita – la transizione dalla “democrazia difficile” alla “democrazia compiuta”, dal PPI al PD. In quella congiuntura, “noi Popolari” abbiamo dato vita a una “associazione” che intendeva essere un punto di riferimento per i democratici di ispirazione cristiana, cioè per quanti intendevano restare un punto di riferimento in una stagione di radicali mutamenti, per quanti si collocavano senza esitazioni nel campo dei riformisti, con l’impegno a contrastare con vigore la deriva populista che stava minacciando la Repubblica parlamentare.
Dopo aver presieduto l'Associazione culturale “i Popolari” per dieci anni, ho chiesto agli amici di accettare le mie dimissioni, poiché sono convinto che il rinnovamento deve iniziare da quanti sono da più tempo responsabili dell'Associazione. E ora debbo ringraziare tutti – a partire da quanti sono tra i promotori dell'Associazione – per essermi stati vicini in questi anni
Gli amici riscopriranno, nel richiamo alle ragioni del nostro impegno, alcuni passaggi dell’introduzione allo Statuto dell’Associazione. Potrei continuare ricordando che i Popolari “non possono essere conservatori”, che i valori cui facciamo riferimento sono i valori della Costituzione repubblicana, che i cardini del nostro progetto di società sono il personalismo, il pluralismo, la solidarietà, il senso della comunità, la politica come servizio e l’ideale dell’Europa politica.
Non possiamo ignorare che nel 2002 l’associazione era formata solo da amici impegnati nella Margherita, o ex popolari che non avevano fatto altre scelte; oggi la situazione è più complessa, anche quando facciamo riferimento al Partito democratico. Tuttavia questa situazione “plurale”, che rende più difficile la gestione dell’Associazione, per molti aspetti la rende più importante e necessaria, se non si vuole rischiare l’irrilevanza della presenza dei cattolici nella vita sociale e politica del nostro Paese.
Questa è stata una constatazione su cui tutti gli interventi, nell'assemblea del 9 marzo, hanno concordato. Questo è l’impegno che l’assemblea ha consegnato al nuovo Presidente, Alessandro Risso, che era già il coordinatore organizzativo dell'Associazione e ha il merito di avere consolidato la presenza di “Rinascita popolare”, e alla nuova Direzione regionale, caratterizzata da una significativa presenza di giovani. A loro sento il dovere di rivolgere un caloroso augurio, insieme alla promessa, che ritengo di poter fare anche a nome dei soci più anziani, che non mancherà loro la nostra collaborazione.
Inizia una nuova stagione: sono convinto che abbiamo affidato l'avvenire del popolarismo in buone mani, a persone che sanno guardare oltre le nebbie che stanno appannando anche il nostro orizzonte.


franco maletti - 2013-03-31
Ritenendo giusto dare spazio ai giovani, per la prima volta da quando si è costituita dieci anni fa l'Associazione, non faccio più parte del Direttivo. Tuttavia, come già anticipato nel Direttivo uscente anche allo stesso neopresidente, al quale auguro buon lavoro, continuerò a dare il mio contributo attraverso i miei scritti, spesso provocatori e fuori dal coro, ma sempre con l'intento di fare riflettere esaminando le varie questioni in modo originale e fuori dalla banalità quotidiana. Si tratta di garantire un non facile esercizio di democrazia che, per il bene dell'Associazione, oggi più di ieri deve impegnare ciascuno di noi a prescindere da ruoli e cariche ricoperte. Perchè soltanto attraverso il confronto tra opinioni diverse è possibile fare sintesi con la certezza di ciò che è giusto al di là degli interessi personali di ciascuno. Rinnovo al neopresidente ed al direttivo tutto i miei auguri di buon lavoro.
Giuseppe cicoria - 2013-03-29
Un ringraziamento a Guido, un abbraccio affettuoso ed un augurio di una lunga sua vita intellettuale di cui l'associazione ha ancora molto bisogno.
Giorgio Merlo - 2013-03-28
C'e' poco da dire. Bodrato, e con Lui molti altri esponenti democratico cristiani della cosiddetta prima Repubblica, esprimeva la "qualita" della politica e l'autorevolezza della politica. Certo, i tempi sono profondamente cambiati e nulla e' destinato a ripetersi nelle medesime forme. Ma un elemento non tramonta mai. Quando la politica e' vissuta con passione e intelligenza si impone. Sempre. E con Bodrato, e il suo lungo magistero lo conferma, si e' imposta. Per questo il Suo controbuto e la Sua riflessione continuano ad essere importanti e essenziali per tutti noi. Auguri Guido.
Beppe Mila - 2013-03-27
Caro Presidente Emerito, è ancora forte in me il ricordo della freschezza, della lucidità e del modo compito senza gridare con la quale è stata condotta l'ultima grande nostra assemblea presso l'Istituto Cabrini. Per un momemnto mi è sembrato di tornare indietro e vivere in un mondo migliore... ma la luminosità dello sguardo e le competenze non si attenuano e credo che rimarranno ancora a lungo patrimonio dell'Associazione dei Popolari. Grazie di tutto ed arrivederci.
GIUSEPPE LONGO - 2013-03-27
GRAZIE PER AVER CONDIVISO CON I POPOLARI IL LUNGO PERIODO DI PRESIDENTE. AUGURI INFINITI
Oreste M. Calliano - 2013-03-27
Da neo aderente all'Associazione, nel condividere gli obiettivi, principi di cooperazione e i valori costituzionali e conciliari espressi dal Presidente emerito Guido Bodrato, invito il nuovo cd a sviluppare un dibattito su tre temi "critici" per il futuro dell'Italia europeista: a) il ruolo della cultura economico- sociale in Europa, in epoca di crisi, con particolare riferimento alla caduta delle posizioni neoliberista e social-stataliste e all'emergere della visione dell'economia sociale di mercato. b) Il problema della fuga dei cervelli dall'Italia, con costi enormi per i cittadini contribuenti e quello della inattività forzata dei precari, con conseguenze imprevedibili sui valori civili e sulla tenuta della democrazia. c) Democrazia rappresentativa (delegata) democrazia comunitaria (partecipata) e democrazia referendaria (telematica?) nei periodi di transizione verso nuovi paradigmi sociali ed etici. A tal proposito invito alla presentazione del libro sulla "Dottrina sociale della Chiesa oggi" che si terrà presso la Scuola di Management ed Economia giovedì' 11 aprile ore 10, C.so Unione Sovietica 218 bis, da me coordinato e con la presenza di Danile Ciravegna (autore), con Claudio Bermond, il prof. Cova e Ermis Segatti.