Stampa questo articolo
 
Cattolici protagonisti, non soprammobili
 
di Giorgio Merlo
 

I cattolici a sinistra? Stanno benissimo se non si riducono a giocare un ruolo meramente testimoniale. Si può racchiudere in questa considerazione la risposta alla bella riflessione sul tema avviata dal Direttore dell'Unità Claudio Sardo. Del resto, è abbastanza ovvio che sarebbe difficile oggi riproporre un partito di soli cattolici, a forte caratterizzazione confessionale o, peggio ancora, clericale. Dopo la fine della DC non si contano i tentativi, più o meno nobili, tesi a riproporre una sorta di "DC bonsai" che puntualmente sono tramontati in modo inglorioso. Altra cosa, invece, sarebbe il decollo di un progetto di un partito di centro, moderato e riformista che rifugge da ipoteche tecnocratiche o dettate solo dal trasformismo effimero del momento.
Ma, per fermarsi ai cattolici, è indubbio che la loro presenza è tanto più efficace quanto più è visibile in termini politici e culturali all'interno dei rispettivi partiti. A cominciare, appunto, dal PD. Ma chi può dire, oggi, che nel panorama politico della sinistra italiana i cattolici devono essere ridotti a un ruolo marginale e ininfluente?
La battaglia contro la deriva liberista, la lotta contro la rincorsa all'individualismo più sfrenato, la concentrazione del potere e della ricchezza in poche mani richiedono, oggi più che mai, una presenza attiva e responsabile dei cattolici democratici nel campo della sinistra italiana. A cominciare proprio dal Partito Democratico.
Non serve neanche dar vita a una nuova corrente "cattolica" all'interno del PD perché sono proprio i temi all'ordine del giorno della politica italiana che richiedono un nuovo protagonismo politico dei cattolici. Certo, per far fronte a questa situazione occorre avere personalità politica, coraggio culturale e rappresentatività sociale. E oggi i cattolici nel PD devono rispondere solo a questi requisiti. L'unica prospettiva che va battuta alla radice è quella di ripetere la stantia e improponibile esperienza dei cosiddetti "indipendenti di sinistra" degli anni '70. Se si percepisce che i cattolici nel PD o nel campo della sinistra italiana sono soltanto un esercito di complemento che diventano protagonisti per la stesura degli organigrammi è persin ovvio che non si può pretendere di giocare un ruolo decisivo nello scacchiere politico contemporaneo. A questa domanda di rinnovata elaborazione culturale e politica si deve invece rispondere adeguatamente, anche perchè il PD è – a tutt'oggi – il primo partito italiano anche per i cattolici italiani. E lo è anche per i cosiddetti "cattolici praticanti" e non soltanto per quelli "saltuari" o " simpatizzanti".
Insomma, se si vuol inverare e conservare il grande patrimonio di idee e valori contenuti nella Costituzione, è gioco forza che i cattolici non si assentino dalla pratica politica. Anche perchè la distinzione nei cattolici è sempre esistita. Quando Sturzo all'inizio del '900 già parlava di " cattolici democratici" e "cattolici conservatori" evidenziava una costante culturale che da sempre caratterizza il panorama variegato e composito dell'area cattolica nel nostro Paese. Ma questa presenza politica, se vuol essere tale, non può essere rassegnata o servile. Il vuoto in politica non esiste mai. Se non si assolve a un ruolo c'è sempre qualcuno disposto a coprire quella falla.
Oggi la "sfida" dei cattolici a sinistra la si gioca tutta sul terreno politico. Che poi, alla fine, non è altro che il compendio dei valori, delle sensibilità e delle proposte che da sempre caratterizzano la proposta originale dei cattolici italiani. Che non possono essere etichettati come semplici "moderati". Ce lo ricordava l'indimenticabile Mino Martinazzoli quando sottolineava che gli "interessi in politica non sono mai moderati, ma sempre radicali. Semmai – aggiungeva – è la politica che li modera. E il ruolo dei cattolici in politica è proprio quello".
Ecco la specificità dei cattolici in politica. Non moderati ma riformisti, non clericali ma laici, non laterali ma protagonisti. Se sarà così i cattolici nel PD, soprattutto nel PD, potranno ancora essere protagonisti perché indispensabili. Se, invece, il tutto si limiterà ad assolvere un ruolo di posizionamento tattico e contingente, anche i cattolici nel PD saranno semplicemente dei soprammobili: l'esatto contrario di quello che sono sempre stati i cattolici democratici nel nostro Paese.