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Outing sulle primarie
 
di Franco Maletti
 

Anche se non se ne è accorto nessuno, non ho votato alle primarie. Se invece lo avessi dichiarato prima, se ne sarebbero accorti in tanti, attirandomi una vagonata di critiche.
Faccio a posteriori, ma non tardivamente (in quanto attuali), un breve elenco dei miei “perché”.
Non ho votato alle primarie perché questo “bagno di democrazia” distoglie l’attenzione dal fatto che in alcune realtà locali del PD la democrazia non esiste e nessuno sembra preoccuparsene più di tanto.
Non ho votato alle primarie perché lo slogan “vota il tuo futuro Premier” è un inganno in quanto la Costituzione Italiana prevede che il Presidente del Consiglio venga nominato dal Presidente della Repubblica.
Non ho votato alle primarie in quanto espediente sostitutivo di una legge elettorale “porcata” che sottrae ai cittadini il diritto di eleggere i propri rappresentanti.
Non ho votato alle primarie perché ritengo quantomeno ingenuo dare spazio a un egoarca sedicente di sinistra che, con grande dispendio di denaro pervenuto da chissà dove, aveva come obiettivo quello di trasformare il PD in un partito personale: in dispregio della Costituzione che vuole i partiti costituiti su base democratica. Mi ha tuttavia incuriosito vedere quanti opportunisti sono prontamente saliti sul carro di Renzi, che a un certo punto è sembrato vincente, al fine di rivendicare un domani (non si sa mai) la loro fetta di potere.
In conclusione mi domando: chi, come me, ha scelto deliberatamente di non votare alle primarie, come può venir definito? Un qualunquista oppure uno che, al contrario, rifiuta un brodino democratico perché vuole il ripristino della democrazia vera? Un pericoloso populista che fa il gioco del nemico, oppure uno che rifiuta di giocare con le regole stabilite da altri sulla sua testa? Uno che “tanto alle politiche non andrà a votare, lasciando che altri decidano per lui” oppure uno che si rifiuta di votare perché non riconosce la legittimità del voto con regole bocciate perfino da un referendum, “ma tutto sta andando avanti come se nulla fosse”?
Se fossi andato a votare avrei scelto senz’altro Bersani. Che comunque non ha avuto bisogno del mio voto per una affermazione netta. Ma il “profumo di sinistra” evocato da Vendola non diventerà un repellente per quei moderati di centro il cui voto sarà determinante per governare domani a pieno titolo e senza sorprese?
In questa situazione, attendere gli sviluppi limitandosi per il momento a stare a guardare dal di fuori, ritengo sia oggi una delle scelte politiche più serie che si possano fare.