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Le volpi della finanza nel pollaio Europa
 
di Franco Maletti
 

Nell’Europa delle disuguaglianze, l’unica cosa apparentemente uguale per tutti è l’euro. Questa uguaglianza si modifica e addirittura si dissolve a seconda di quello che decidono gli speculatori finanziari (banche e privati) facendo in modo che in ciascuno Stato l’euro abbia un costo variabile.
Con un sistema che arriva in alcuni casi ad affamare il presente ed il futuro di interi popoli: così come sta avvenendo in Grecia e, in misura minore, in Spagna, Italia, Portogallo. Disequilibrando a piacimento le relative economie nazionali.
In tutto questo gioca il fatto che (corruzione ed evasione fiscale a parte) ancora oggi l’Europa è un agglomerato di Nazioni profondamente disuguali tra di loro. In particolare per quanto riguarda i sistemi pensionistici e assistenziali, il costo del lavoro, il sistema fiscale, l’assistenza sanitaria, le normative contrattuali, la prevenzione, la sicurezza, le forze armate, il welfare.
Per superare tutti questi problemi sarebbe necessario che ogni Stato rinunciasse a una parte crescente della sua sovranità nazionale per concordare normative omogenee e condivise da tutti: una sola polizia, un solo esercito, un solo sistema pensionistico, identiche leggi sulla prevenzione, sull’assistenza, sulle normative di lavoro e sui contratti di categoria; un solo sistema fiscale, la stessa assistenza sanitaria, un Parlamento europeo che legifera con decisioni vincolanti prese a maggioranza dai suoi componenti e di immediata applicazione in tutti gli Stati. Un welfare uguale per tutti, e che sia migliore nella qualità e nei costi.
Oggi in Italia sta partendo la campagna elettorale. Con alcuni partiti che propongono le primarie come esempio di democrazia. Cercando, in questo modo, di attirare ancora una volta un elettorato sempre più distratto, assente, disilluso e nauseato dal pollaio di una politica che non vede oltre il proprio cortile. I vari competitori per ora scesi in campo, non danno la impressione di avere una visione più ampia di quella del proprio partito. Figuriamoci quindi se hanno o dimostrano di avere una visione europea dei problemi. O anche solo di capire che a livello europeo bisogna innanzitutto intervenire se si vuole ostacolare l’Europa dei finanzieri e degli speculatori, sostituendola con l’Europa dei Popoli.
Ancora oggi in Europa le decisioni vengono prese soltanto dai vari capi di Stato, ognuno di loro a nome e in rappresentanza del proprio popolo, ognuno di loro disposto ad esprimere la propria solidarietà nei confronti degli altri soltanto a condizione di non perderci mai nulla nello scambio. Di tutto questo la Merkel è un emblematico esempio di come – se un capo di Stato vuole essere rieletto – debba dimostrare al suo popolo di saperne difendere i propri egoistici interessi. Non mi pare sia questa la idea di Europa che avevano in mente i padri fondatori. Così come non mi sembra che i corvi della speculazione internazionale abbiano interesse che la situazione si modifichi.
E allora credo che tocchi a noi, a tutti noi, cercare di fare qualcosa e pretendere che qualcosa venga fatto da chi verrà eletto in Parlamento con il compito di rappresentarci.
Per ora, purtroppo, nel pollaio della politica l’unica preoccupazione sembra essere quella di delegittimarsi l’un l’altro mentre le volpi della finanza, grazie alle nostre divisioni, continuano indisturbate ad accumulare il frutto delle loro speculazioni.
Per quanto tempo ancora saremo in grado di pagare e di sopravvivere? Siamo davvero destinati a soccombere, uno dopo l’altro, oppure riusciremo ad avere uno scatto d’orgoglio?
Dai nostri governanti, almeno per ora, non arrivano segnali rassicuranti.