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Dopo Genova: le primarie funzionano?
 
di Stefano Lepri
 

Il candidato del Partito democratico (o meglio le due candidate) ha perso le primarie. Sorpresi? Non proprio, visto che è già successo da altre parti, a Napoli, a Milano, a Cagliari, a Cuneo, in Puglia. Se vale l’esigenza di avere il candidato con più appeal e più capacità di consenso, è giusto che venga scelto entro il perimetro della coalizione e non del partito.
Questione di candidati, dunque, ma anche di partito. Noi a Torino, pur con mille difetti, abbiamo avuto Fassino e Gariglio che hanno stracciato gli altri candidati di coalizione. Come dire: se il PD ha bravi candidati (e non più di due, come invece è avvenuto in modo sciagurato a Cuneo), sindaci uscenti apprezzati come Chiamparino e un forte radicamento, non ce n’é per nessuno. Non penso dunque che si debba rinunciare alle primarie per la ricerca dei sindaci, anche perché quando il candidato del PD perde è spesso perché chi vince ha i numeri. Basti pensare a De Magistris e a Pisapia, che hanno stravinto soprattutto grazie al loro carisma.
Resta un dubbio: il PD è in grado di affascinare (o semplicemente convincere) i tanti cittadini appassionati alla cosa pubblica che non solo vanno a votare alle elezioni, ma potrebbero muoversi e mobilitarsi anche per le primarie? Spero di essere smentito, ma non ne sono sicuro. Molti elettori di centrosinistra ci chiedono non solo competenza amministrativa, ma anche di ridisegnare la speranza e di essere coerenti e sobri. Io non mi faccio abbindolare dalla retorica di Vendola e don Gallo, ma non è inutile avere ancora come riferimenti l’I have a dream di Martin Luther King e il cappotto consumato di Alcide De Gasperi.


Leonello Mosole - 2012-02-20
Lepri dice cose sagge, coì come molti altri. Non credo ci sia una ricetta unica ovvero che l'analisi sia applicabile a ogni situazione. A me piacerebbe tanto che qualcuno mi spiegasse "Il miracolo di Milano": il PD ha 20 consiglieri su 29 di maggioranza ma non ha il Sindaco. Credo che l'analisi di questa situazione potrebbe darci utili indicazioni.
Antonino Mortellaro - 2012-02-17
Condivido tutto quanto scritto da Anna Paschero, anche se a Grugliasco, grazie ad un grande lavoro di squadra, non è andata come da altre parti. Pertanto non ripeto a pappagallo, ma mi permetto di aggiungere, che va cambiato il regolamento. Sì alla raccolta delle firme, ma chi raggiunge il miglior risultato è l'unico candidato del partito.
Giuseppe Colace - 2012-02-16
Leggevo i giornali e scorrevo l'elenco lungo, molto lungo, delle città in cui il PD perde le primarie a favore di partiti radicali e massimalisti (SEL e IDV) senza contare le città in cui il candidato vincente del PD proviene dall'area dei DS. A questo punto mi chiedo perchè i miei amici dei Popolari prima e della Margherita poi che volevano vincere la sfida culturale con la sinistra non aprano gli occhi ed accettino serenamente di militare in un partito di matrice socialista che però non è attrattivo né verso la sinistra né verso l'elettorato moderato cattolico, invece di continuare a porsi il problema di dove va il PD. A me onestamente dispiace che l'unico esperimento politico mai fatto in Italia negli ultimi 50 anni, in cui 4 partiti moderati si fondevano in un nuovo soggetto politico i cui risultati erano superiori alla somma aritmetica dei partiti originari, e che si chiamava MARGHERITA, sia stato buttato via per dare vita a un partito oligarchico, massimalista e fintamente democratico. Sempre ai miei amici che militano nel PD chiedo: CUI PRODEST?
Anna Paschero - 2012-02-16
Le primarie funzionano solo se tutto il partito si coalizza su un solo candidato e non su più candidati del PD perchè, anche un bambino che sa appena far di conto, capirebbe che la spartizione dei voti tra due candidati dello stesso partito favorisce i candidati di altri partiti della coalizione. A volte mi sembra che nel nostro partito quello che manchi è la lucidità, il buon senso e soprattutto l'intelligenza (senza voler offendere nessuno...). Scusate lo sfogo ma avanti così non si può davvero più andare.
Efisio Bova - 2012-02-15
Le primarie funzionano sempre. E' il PD che a volte non funziona!
ANDREA GRISERI - 2012-02-15
Una delle frasi epocali pronunciate da Veltroni durante una campagna elettorale, ripetuta ossessivamente era "Noi ci (alle elezioni n.d.r.) andiamo da soli". Da soli, da soli, mille splendidi soli. Frase che è l'emblema della grande opera veltroniana, lo smantellamento in un colpo solo del Partito comunista e della DC; Moro ucciso 2 volte, nelcorpo dalle belve brigatiste e nell'eredità da Veltroni e affini. Neanche il più crudele magistrato di "Mani pulite" avrebbe sperato tanto. E guardate che lì fuori volteggiano i corvi che vorrebbero tanto costruire il nuovo ordine europeo (e mondiale) e normalizzare la vita democratica impaurendo i popoli con l'economia dello shock (Grecia docet). Senza una politica forte capace di sognare e di comprendere e attualizzare i valori del cappotto rivoltato di De Gasperi possiamo dire addio alla sovranità, alla libertà democratica e a tante cose per cui abbiamo sofferto e lottato. E non si tratta di stracciare gli avversari (quali?) o di tatticistici accordicchi ora con UDC ora con SEL: ci vuole una visione ampia, uno sguardo lungimirante, la capacità di camminare insieme (diceva un indimenticato Pastore).