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Bipolarismo modello “Cortina”
 
di Alessandro Risso
 

Il blitz della Guardia di Finanza a Cortina ha scatenato una marea di polemiche, che sono state assai istruttive. Penso infatti che abbiano ben delineato il confine di un possibile nuovo bipolarismo, più concreto e sensato di quello che abbiamo fin qui sperimentato.
È assodato che l’evasione fiscale va considerata – finalmente! – la prima emergenza nazionale. La crisi economica e finanziaria richiede che TUTTE le risorse della nazione contribuiscano al risanamento economico con il rientro del debito pubblico. I sacrifici risultano tanto più insopportabili quanto meno paiono equi. E non possono essere equi fino a quando vi sarà una parte consistente di cittadini che si sottrae alla tassazione. Non solo perché qualcuno paga e qualcuno no (ingiustizia). Ma perché chi paga è costretto a pagare di più, anche per chi non lo fa (doppia ingiustizia, con beffa incorporata).
A Reggio Emilia il premier Monti lo ha detto in modo chiarissimo: “È inammissibile che i lavoratori subiscano sacrifici mentre una parte importante di ricchezza sfugge alla tassazione, accrescendo così la pressione tributaria su chi non può sottrarsi al fisco”. Aggiungendo che le “mani che entrano nelle tasche degli Italiani” sono quelle degli evasori.
Il bottino di questo furto aggravato e continuato è stato calcolato in 120 miliardi di euro annui, considerando solo i redditi non dichiarati. Più del doppio se si aggiunge l’evasione dell'IVA e dei contributi previdenziali. Un fenomeno di questa portata squilibra l’economia. Dall’altro lato però il suo rientro, anche parziale, avrebbe benefici enormi: le somme recuperate potrebbero venire girate in parte per la riduzione secca del debito, con beneficio dei conti pubblici, e in parte maggiore per abbassare le aliquote con beneficio per i contribuenti. Più soldi nelle buste paga sono l'unico rimedio per far riprendere i consumi, riavviare l’economia e l’occupazione.
Consideriamo poi che l’evasione è una prassi che nasce da una mentalità perniciosa per la coesione civile, ancora viva e pericolosa dopo aver pasciuto il ventre molle del berlusconismo. Dà scandalo e crea esasperazione nel tessuto sociale. Questa andrebbe attenuata, anche dando credito all’azione di riequilibrio intrapresa dal governo Monti. C’è invece chi cerca di indirizzarla contro Equitalia – un esattore troppo rigido e burocratico per una fase di crisi economica, ma certo non “il” mostro da abbattere – e contro la Guardia di Finanza che fa semplicemente il suo mestiere. È più un problema quando non lo fa. Oppure c’è chi cerca di attizzare il risentimento con confusi allarmi sullo “Stato di Polizia”, con lezioni sulle “spettacolarizzazioni” da evitare (dopo aver per anni governato con vuoti proclami e tanta “fuffa” televisiva…), con “benaltrismi” assortiti.
Non sarebbe male che l’equità fiscale diventi un nodo centrale del dibattito politico in Italia. E vera e propria linea di demarcazione tra le forze politiche. Il nuovo confine – ma potremmo anche dire la nuova “Cortina” – del bipolarismo italiano. Da una parte chi vuole progredire sul piano della legalità e dell’eguaglianza tra cittadini, dall'altra chi vuole conservare privilegi e possibilità di “fare il furbo” e sottrarsi a un dovere fondamentale di qualsiasi società organizzata.
Lo schieramento progressista ha già uno slogan semplice, collaudato ed efficace. Purtroppo è stato lasciato troppo tempo in naftalina per inseguire bicamerali, grandi riforme, pacs/dico, partiti liquidi e altre menate. “Pagare tutti per pagare meno”: ecco un programma semplice ed efficace per presentarsi agli elettori, dopo aver raccolto senza ambiguità le adesioni di chi ci sta e creato una coalizione che si caratterizzi per scelte ispirate a valori chiari. Equità sociale, solidarietà interpersonale e intergenerazionale, legalità e sobrietà potrebbero (dovrebbero?) essere il collante tra Partito democratico, Terzo polo, SEL e Italia dei valori. Qualche sparuta adesione (un Pisanu, ad esempio) potrebbe arrivare dall’ex maggioranza. Uno schieramento in grado di affrontare, e vincere, le elezioni con qualunque maggioritario, “porcellum” o “mattarellum” che sia.
Sull’altro fronte, a difendere lo statu quo e quindi un sistema inefficiente che perpetui elusione ed evasione, sta il PDL con berluscones assortiti, rappresentanti di lobby, corporazioni e privilegiati vari. Che sono motivati, avendo moltissimo da perdere, e con radici profonde nel clientelismo e nel qualunquismo italico. Difficilmente troveranno per guidarli “un campione” più rappresentativo di Silvio Berlusconi: in crisi di credibilità, ma pieno di risorse e forse anche disposto a cimentarsi nell’ultima battaglia.
A latere dei due maggiori schieramenti, la Lega e i comunisti, entrambi impegnati a fomentare il malcontento sociale per raccoglierne i voti. E curiosamente accomunati nella contestazione a Monti alla “Festa del Tricolore” di Reggio Emilia. Con il passaggio al proporzionale potrebbero anche crescere i loro consensi, visti i tempi difficili e i sacrifici che ci aspettano.
Sarebbe l’unico motivo per preferire un maggioritario secco.


Adriano Frascaroli - 2012-01-09
Nell'affrontare questo tema mi sembra si dimentichi costantemente l'inefficienza dell'apparato pubblico cui contribuiscono partiti e sindacati che hanno perpetuato un vero scempio trasformandolo in uno "stipendificio" e in un "invalidificio" e di cui godono masse di gente che nel migliore dei casi autogenerano il proprio lavoro, sovente inutile, e nel peggiore non lavorano proprio. In tempi di crisi, purtroppo ormai permanente, si parla solo e sempre di quanto bisogna ridurre i servizi, ma mai di come migliorare l'efficienza di chi li eroga! Siamo un popolo fatto così che, forse per ragioni storiche, se può frega! fa male dirlo, ma è per questo che tutti i sacrifici previsti li pagheranno solo chi non può evitarli, mentre tutti gli altri vivranno la loro evasione come diritto acquisito e legittima difesa.
giuseppe cicoria - 2012-01-09
Finalmente si comincia ad intravedere qualcosa che tutti i cittadini per bene (o che sono costretti ad esserlo) si aspettano dal governo Monti. Evidentemente le giustificate e non sguaiate critiche stanno producendo qualche timido risultato. Se si continua così e con MAGGIORE FRETTA, forse vedremo il maledetto "spread" scendere! Quelli che con la finta lotta all'evasone stanno sbraitando in questo momento, non fanno altro che confessare quello che hanno cercato di nascondere: hanno favorito la delinquenza che in altri Paesi civili viene associata alle patrie galere ed hanno distrutto quel poco di senso etico che avevamo e minato seriamente la sopravvivenza della nostra "ricchezza". Ai mass-media bisogna suggerire di dare un adeguato spazio alla preponderante massa di cittadini che approva la lotta vera all'evasione, che va fatta con qualsiasi mezzo e non con quelli suggeriti dagli stessi evasori! Mi è sembrato che, per interessi di bottega, hanno finora dato troppo spazio alle farneticanti dichiarazioni degli esponenti del vecchio governo che difende in maniera furba e surrettizia gli evasori che prevalentemente affollano le liste dei loro elettori.
Leonello Mosole - 2012-01-09
1) La manovra di Tremonti (evasore fiscale in quanto pagava l'affitto in nero!) non prevedeva forse che il pareggio di bilancio fosse raggiunto grazie al recupero dell'evasione fiscale? E allora cosa vogliono questi nani, ballerine e maitresse che tanto si agitano? 2) Su Equitalia qualche ragionamento sarebbe da fare o meglio sulle direttive che gli sono state date per la riscossione. L'equazione di Equitalia è: prima paga (tutto e in fretta) poi vediamo se dovevi pagare o meno. Mi pare che l'equazione non sia equa e il risultato non torni. 3) Che lo Stato sia carogna e si accanisca con chi paga e si comporta onestamente è un dato di fatto: applica sanzioni e balzelli spropositati per ritardi o errori anche minimi ai contribuenti che devono districarsi in mezzo a una selva di regole inconcepibile in uno stato moderno. E' una mentalità borbonica quella presente nella riscossione delle imposte e non, come dovrebbe essere, quella di chi si rapporta con un utente che paga per i servizi che riceve. Hai mai provato a parcheggiare sulle strisce blu in una qualsiasi via di Torino (o Venaria, dove abito) e cercare un parchimetro per pagare la sosta? Se la "sfiga" ti coglie e non non svolti subito nella via giusta puoi girare all'infinito, come in un labirinto, senza trovarlo. In Francia, tutte le volte che mi è capitato, scendo dall'auto faccio un giro CON LO SGUARDO e trovo il parchimetro o l'indicazione verso il medesimo.