Proprio perché la politica e i politici sono al minimo storico nella considerazione degli Italiani, va sottolineata e giustamente apprezzata la dichiarazione del “tecnico” Mario Monti sulla difficoltà del compito che lo attende con il suo governo: “Operazioni così grandi richiedono politica più che tecnica”. La consapevolezza che nei momenti di crisi occorre soprattutto una visione politica d’insieme, ci conferma che Monti non è un “burocrate” o un “ragioniere”. Potrebbe anche avere doti di statista. Il dubbio è confermato da un altro concetto da lui espresso che va rimarcato come elemento di forte cambiamento rispetto alla strenua difesa dei privilegi corporativi così forti in questo strano Paese: “Le parti sociali hanno dato la propria disponibilità a contributi concreti che possano causare sacrifici parziali per il bene comune”. Che bello sentir parlare di “bene comune”…
La ricerca di questo obiettivo così caro a don Sturzo sta proprio nell’equilibrata distribuzione dei vantaggi, nel periodo delle vacche grasse, e dei sacrifici nelle congiunture negative. Con un occhio lungimirante, non limitato alle convenienze di breve periodo, economiche o elettorali. Un governo tecnico, meno condizionato da preoccupazioni di facile consenso, potrebbe meglio contribuire a recuperare il senso di un impegno politico svolto nell’interesse della collettività e non a solo vantaggio del proprio elettorato di riferimento, quando non del proprio portafoglio.
Queste considerazioni potrebbero anche decifrare l’oscura esternazione di Giulio Tremonti a una iniziativa degli gli amici leghisti in provincia di Piacenza, alcuni giorni orsono: “Sta venendo il tempo per mettere il pane al posto delle pietre e l’uomo al posto dei lupi”. Potremmo persino rivalutare l’ex ministro se avesse inteso per pane la giustizia sociale e per pietre gli egoismi di parte, considerando “uomo” chi persegue il primo obiettivo e “lupi” coloro che si scannano per il secondo. Anche se, nel bestiario italiano, sarebbe stato più appropriato scegliere i caimani. |