piergiorgio fornara - 2011-10-17 Probabilmente fino a quando continuiamo a fare la guerra tra poveri (artigiani o dipendenti) coloro che di professione sono evasori continueranno a ridere.
gli artigiani o gli operai che fanno il cameriere o altri lavoretti dopo le 8 ore almeno lasciano gli euro sul territorio ma coloro che continuano a trasferire moneta in Svizzera o Antigua sottraggono non solo valuta al nostro Paese ma anche investimenti e lavoro.
Sarebbe curioso sapere con quali soldi il nostro premier ha pagato le case ad Antigua.
Fino a quando il fisco non riuscirà a ridurre simile piaga il povero pantalone sarà costretto a pagare tasse anche per i milioni di euro che ogni tanto rientrano con uno scudo. Naturalmente le considerazioni sono ben più estese e meriterebbero dibattiti ben più approfonditi. | ||
Valter Morizio - 2011-10-01 Cara Anna, nella mia lettera ho fatto un discorso un po' più articolato di quanto riferisca nel tuo intervento, ho voluto richiamare l'attenzione su tre dati (non sono gli unici esistenti in una "materia " molto articolata e complessa):
1) l'evasione fiscale non è prerogativa solo di alcune categorie economiche, le partite IVA;
2) che la presenza sul mercato, di imprese a titolarità straniera, determina fenomeni di concorrenza sleale che induce all'evasione fiscale chi opera nel settore;
3) che alla evasione fiscale, quasi tutti contribuiamo, con i nostri comportamenti quotidiani.
Non esistono, quindi cara Anna, SOLO specifiche categorie, ma il fenomeno è di massa, ed è un errore affrontare il problema in termini morali, e dividere in modo manicheo i BUONI dai CATTIVI, perché ognuno di noi a seconda delle convenienze, è alternativamente buono e cattivo. Non ho detto che professionisti (categoria a cui appartengo, con denuncia verso la parte alta della mia categoria), artigiani, commercianti ed imprenditori NON evadono, non sono ipocrita, ma non accetto l’ipocrisia che esenta certe categorie economiche. Neppure quelle dei lavoratori pubblici, penso agli insegnanti anche del tuo stesso Comune, che danno lezioni private in nero a 30 €/h e non solo un ora al giorno e sono laureati come me. E gli studenti universitari che danno lezioni private ai liceali (è una catena infinita e ognuno può portare gli esempi che vuole e conosce)? E i cinquantenni pensionati che fanno gli imbianchini o aiutano la moglie a pulire le scale dei condomini? Senza parlare dei cassaintegrati. E’ noto a tutti (sindacati compresi) che molti lavoratori della Bertone di Grugliasco, in cassa integrazione da anni non abbiano “gradito“ il ritorno in fabbrica dopo il Piano Marchionne ed abbiano votato contro l’accordo sindacale perché era per loro più “conveniente” rimanere in cassa a fare lavori in nero (i controlli non esistono). E portare questi dati non è per nulla discorsivo del fenomeno, che ribadisco è di massa, di cui TUTTI siamo responsabili, non solo alcuni. La “criminalizzazione” di alcune categorie contro altre, che non sono del tutto “vergini”, non giova alla soluzione del problema e non giova neppure alla “sinistra” politicamente parlando, che infatti non sfonda elettoralmente parlando.
L’evasione fiscale è un fenomeno di malcostume collettivo della nostra società, favorito dalla politica tutta, che quando deve prendere dei provvedimenti atti a colpirlo invece di chiudere le porte lascia aperte/socchiuse.
E’ evidente che esiste la grande evasione/elusione, ma anche la piccola (e la mia mamma dice che tanti pochi fanno un tanto).
Non sono io, che prendo in giro i cittadini onesti a cui penso di appartenere, ma quelli che con falsa ipocrisia gesuitica esentano ed assolvono i comportamenti di determinate categorie, anche se quelle contribuiscono al 93% alle spese dello Stato e degli enti locali, che non è vero perché questo riguarda l’ IRPEF, non l’ IVA e le tasse sulle società (artigiani e commercianti operano tramite società di persone e società di capitali). Poi vorrei ricordare che anche per alcune categorie esiste la ritenuta d’acconto del 20 % (ma perché il Governo ha abbassato la ritenuta sui lavori edili soggetti al recupero fiscale del 36% e del 55% al 4%? in proposito non ho letto un riga né visto una discesa in piazza da parte dell’opposizione contraria a questo provvedimento che aiuta l’ evasione).
I 120/160 miliardi evasi ogni anno non sono imputabili solo a determinate categorie (pensiamo solo ai proventi della criminalità organizzata).
Ho citato il caso Mastrotto, per evidenziare che il fenomeno degli straordinari in nero non è solo del settore dell’edilizia, ma è ben più esteso e contempla non solo le tasse, ma anche i contributi.
Spiegare l’evasione fiscale, vuol dire conoscerla nella sua fenomenologia molto articolata e complessa , non vuol dire giustificarla. Conoscere per combattere, e non fare solo della facile propaganda populista.
Nella mia lettera, sempre alla luce della mia esperienza, ho fatto anche alcune proposte di metodo e di contenuto sulla lotta alla evasione, di cui però non trovo traccia, cara Anna, nella tua replica. Un modo concreto di affrontare i problemi. Fino a prova contraria, spiegare come e perché avvengono certi fenomeni, non vuol dire giustificare, oppure è meglio non parlarne e sventolare le bandiere in piazza?
Per inciso anch’io nei tuoi stessi anni ho fatto l’ assessore al bilancio in un Comune della prima cintura di Torino e ho combattuto l’evasione sulla tassa rifiuti, recuperando un gettito del 40%. Poi però non sono stato più rieletto, guarda caso. | ||
Anna Paschero - 2011-10-01 L'esordio della lettera di Walter Morizio non lascia dubbi sul seguito: “sfatare che gli evasori sono solo artigiani, commercianti, professionisti e imprenditori perché lo sono ANCHE i lavoratori dipendenti”. Quell'”anche” è una implicita ammissione che artigiani, commercianti, professionisti etc. sono evasori. E fin qui ci siamo. Ma l'esempio del lavoratore dipendente, per lo più sindacalizzato (le cui imposte, ricordiamo, sono prelevate dal suo reddito mensile prima che egli lo percepisca materialmente e con queste paga per il 93% strade, scuole, ospedale o tutto quello che lo Stato fornisce che fa l'imbianchino in nero nell'appartamento della vicina di casa, proprio non ci sta, caro Walter. E' distorsivo di un fenomeno che ha ben altre radici, come tutti sappiamo bene, che affondano in un malcostume culturale e corruttivo, che ha attecchito in modo robusto ad un sistema Paese oggi alla deriva anche per questo. Chi si occupa di legalità e di giustizia dovrebbe saperlo e non dovrebbe prendere in giro i cittadini onesti.
Spiego il perchè con i dati dell'Agenzia delle Entrate riferiti alle dichiarazioni 2008, che sono oggi definitivi e sufficientemente dettagliati per poterci ragionare.
Da essi emerge che il contributo dato alle casse erariali dalle varie categorie di contribuenti vede sempre ai primi posti lavoratori dipendenti e pensionati, con una loro netta prevalenza sia in termini numerici (sono l'88% dei contribuenti), sia in termini di redditi dichiarati e tasse pagate (il 93% del totale).
Cominciamo dall'edilizia, settore citato da Morizio: i redditi medi dichiarati da ingegneri, architetti, geometri e agenti immobiliari vanno rispettivamente da un massimo di 37 mila a un minimo di 22 mila euro, naturalmente lordi. Le altre categorie, ad eccezione di notai (405 mila) farmacisti (126 mila) vanno da un massimo di 49 mila euro degli avvocati ad un minimo di 10 mila euro dei parrucchieri. In mezzo ci stanno albergatori, giornalai, ristoratori, gioiellieri, meccanici e tassisti. Il cosiddetto popolo delle partite IVA che, a ben vedere, non dimostra particolari privazioni nel suo tenore e stile di vita.
Cifre che si commentano da sole e che spiegano perché ogni anno nel nostro Paese ci sono dai 120 ai 160 miliardi di imposte evase.
Walter cita il caso Mastrotto di Vicenza (che riguarda il pellame e non l'edilizia) alla ribalta delle cronache per l'elevato valore di imposte evase in pochi anni, non solo dovute al pagamento in nero degli straordinari dei propri dipendenti. Anziché “spiegare l'evasione fiscale”, cosa di cui in questa difficile fase dell'economia e dei conti pubblici nessuno sente il bisogno, bisogna studiare interventi correttivi capace di debellarla definitivamente. Ogni teoria volta a giustificarla, a spiegarla, a voler addossare comportamenti elusivi a tutti, (anche ai lavoratori dipendenti) , non aiuta questa difficile e coraggiosa operazione, che tutti insieme invece dovremmo incoraggiare, soprattutto quelli che come noi svolgono una incessante e meritoria attività in Associazioni che promuovono la giustizia, l'etica e una miglior cultura civica. | ||
Lino Busceti - 2011-09-29 Dopo un'analisi così profonda e precisa, resta l'amarezza per i lavoratori dipendenti e per i pensionati i quali non hanno e non devono avere la possibilità morale di evadere. L'amarezza numero due è quella che le forze politiche di destra e anche quelle di sinistra non si sono mai impegnate veramente per combattere seriamente la questione dell'evasione. |