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Cetto e i sindaci ridens
 
di Alexis de Tocqueville
 

La barzelletta della mela da brevettare ha fatto il giro del web. Berlusconi, ancora una volta, ha dato spettacolo. A dire il vero, era stato molto più comico a Lampedusa, dove ha sciorinato il meglio del repertorio da imbonitore, con una serie di esilaranti promesse tra cui spiccava il campo da golf in un’isola notoriamente arida e pietrosa. Altro che Cetto La Qualunque!
Ma lasciamo perdere Silvio-Cetto e la sua scadente performance di barzellettiere (modesta e volgare la storiella, lungo e noioso il suo racconto) e non entriamo nell’opportunità che un Presidente del Consiglio si trasformi in comico da avanspettacolo. Fissiamo l’attenzione sulla sua platea, formata da una trentina di sindaci campani, con tanto di fascia tricolore. Non interessa tanto che abbiano riso – di gusto o per servile compiacimento – durante lo show e applaudito al termine. È più grave il motivo per cui erano lì. La barzelletta ha oscurato la sostanza del fatto.
Partiti dalle province di Napoli, Caserta e Salerno, i primi cittadini si sono recati a Palazzo Grazioli, residenza privata del premier, per chiedere di fermare gli abbattimenti delle costruzioni abusive nei loro Comuni. Ma come! Non sono le amministrazioni comunali a dover controllare il proprio territorio, a governarlo con piani regolatori e varianti urbanistiche? Non spetterebbe a loro abbattere le opere abusive e ristabilire la legalità nei confronti di chi se n’è fregato di chiedere e ottenere i permessi? Sappiamo che in questo strano Paese, e al Sud in particolare, non è facile far rispettare le regole. Per questo è la forza dello Stato che aiuta i Comuni a fronteggiare l’abusivismo.
Ora questi sindaci vanno a chiedere che la legge venga cambiata. Non sono bastati tutti i condoni che hanno permesso di sanare ogni sorta di illegalità edilizia? A parte l’insanabile, cioè gli edifici costruiti in aree con vincolo paesaggistico, o nei parchi o in zone a rischio sismico o idrogeologico. Ma non si vergognano questi “primi cittadini” a questuare un provvedimento per tutelare cause indifendibili?
È una magra consolazione sapere che i sindaci ridens sono tutti targati Popolo della Libertà. Ovviamente il loro idolo Cetto Berlusconi ha promesso un apposito decreto salva-abusivi.
Stavolta non riusciamo a ridere.

Della rubrica FARDELLI D'ITALIA


Beppe Mila - 2011-04-07
Bravo Alexis, mancava questa perla (perla nera, purtroppo) da segnalare a cui aggiungerei solo due cose. La prima è che tra i ridens almeno un sindaco era donna e nemmeno lei ha avuto il coraggio di andarsene o perlomeno di non ridere. La seconda è che (se non mi sbaglio) e solo La7 ha mandato in onda il servizio completo su questa sciagurata barzelletta.