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Popolari diviso 5
 
di Bertoldo
 

Lo abbiamo detto tante volte. Anche in un partito “plurale” come il PD le identità culturali sono forti, visibili e significative se sono unite. Certo, il meticciato va bene. Ma, come direbbe il sindaco Chiamparino, “esageruma nen”. Del resto, tutti sanno che i Popolari – o i cattolici democratici che dir si voglia – hanno un ruolo e un senso politico nel PD se non si dividono in mille rivoli. Ma vi immaginate fare un confronto normale, in una città qualunque del Piemonte, con persone che provengono dalla stessa tradizione culturale e che hanno fatto la medesima scelta politica e spiegare che, per “mancanza di condizioni”, ci sono 5 correnti – dico 5 – di popolari nel PD? Forse saremo costretti a dire una cosa spiacevole ma vera: causa rancori personali permanenti e scelte di comodo non possiamo fare a meno di essere divisi, e quindi un po’ irrilevanti, e quindi molto lontani gli uni dagli altri. E, in sostanza, fieri avversari reciproci. Con tanti saluti alla tradizione cattolico democratica e all’unità dei Popolari nello stesso partito.
Certo, recuperando un pizzico di nobiltà, si può sempre dire che si tratta di scelte politiche e pertanto dettate da ragioni squisitamente politiche.
Ora, però, e al di là della ipocrisia di circostanza, prendiamo atto che senza un sussulto di responsabilità e un atto di umiltà di tutti i Popolari – almeno quelli piemontesi – rischiamo di indebolire un patrimonio politico e culturale a vantaggio di chi – coerentemente e quasi senza sforzi – può tranquillamente porsi alla guida culturale del PD.
Proviamo, dunque, a unire la “galassia” popolare. Almeno per non essere attaccati e contestati dai posteri.

Della rubrica: FARDELLI D’ITALIA


Franco Maletti - 2011-03-15
Quando "politica" non significa più occuparsi dei problemi degli altri cercando di rappresentare le loro idee e i loro interessi, ecco che diventa molto più facile e gratificante farsi gli affari propri. Magari circondandosi di umili servitori in coda per il posticino al sole che gli è stato promesso, magari scendendo a non proprio nobili compromessi con gente che ha nulla a che vedere con la storia e le tradizioni del popolarismo (persone che nel recente passato politico hanno addirittura ferocemente avversato i popolari). Tutto questo mi fa venire in mente quando un certo Parisi, entusiasta per la creazione della Margherita, annunciava trionfante che questo "rompeva definitivamente la dorsale popolare e consentiva di raggiungere traguardi più alti". Abbiamo tutti visto quali. Qualcuno probabilmente è convinto che al tramonto delle ideologie debba necessariamente corrispondere l'esaltazione dell'Io (ovviamente il proprio).
Beppe Mila - 2011-03-13
Caro Bertoldo (mitico nome) mi spiace di non conoscerti per poter dirti bravo di persona. Accidenti è ora che iniziamo a renderci conto e qualcuno lo scriva che nel PD in pratica ogni elettore vuole fare il segretario, il presidente, lo stratega ecc. E siamo troppo gelosi: nessuno aiuta la Bresso nella sua vicenda giudiziaria contro Cota, dove ha ragione da vendere in merito alla truffa di Giovine. No, noi preferiamo stare all'opposizione piuttosto che aiutare un compagno di partito, accettare in silenzio tutta l'arroganza della Lega ma no, aiutare gli amici ed i compagni è proibito. Due sole cose, il bonus bebe è tornato grazie alle proteste del PD: risultato manifesti in tutto il Piemonte con su scritto grazie Cota e silenzio assoluto dei nostri... La seconda è più grave ed è la seguente: Cota minaccia querele ed azioni giudiziarie preventive anche solo per i giornalisti che si permettono di criticare la sanità. Come lo chiamate questo? Riflettete gente, riflettete...
Stefano Margaria - 2011-03-13 - 2011-03-13
C'è bisogno di unità per poter far emergere ed affermare coraggiosamente i valori, di cui siamo portatori, piuttosto che le persone.  C'è bisogno di un progetto, che coinvolga popolari e non, per un rilancio della politica a partire dai giovani e dai problemi dei territori e che tragga alimento ed entusiasmo dalla ricca e preziosa cultura popolare. La nostra associazione può dare un contributo molto importante, soprattutto adesso che sta cercando di ampliare i contatti, di rilanciare la sua azione e di chiamare tutti a collaborare. Sarebbe invece bene evitare, almeno nell'ambito popolare, di coltivare e promuovere movimenti personalistici perchè sono fonte di divisione e mi sembra non facciano parte della nostra cultura. Credo che l'appello all'unità vada rivolto a tutti i popolari, ma in modo particolare a quelli che frequentano meno l'associazione. Questa deve sentire il bisogno della loro presenza e del loro prezioso contributo e creare tutte le condizioni per un incontro fraterno e fruttuoso per il bene comune. Cosa ne pensate?
Dino Ambrosio - 2011-03-12
A essere quattro gatti divisi in cinque correnti facciamo solo ridere ed è quello che fate, anzi che facciamo. Ed è la causa vera del trionfare degli altri partiti. Non dobbiamo più dire agli altri di vergognarsi, dobbiamo vergognarci noi.
Marco Titli - 2011-03-11
Giusto richiamo!
giuseppe cicoria - 2011-03-11
Sacrosanta ed amara considerazione! Resta da capire se gli esponenti più in vista dell'associazione siano ancora popolari giacchè sembra abbiano perso la capacità di sintesi comune dopo una sana dialettica interna. Resta anche da capire se il problema è circosritto a censurabili invidie personali oppure non nasconda più gravi interessi materiali. Non sarebbe male riunirsi tutti per affrontare questo problema!