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Federalismo in salsa verde
 
di Alexis de Tocqueville
 

L’Italia è uno strano Paese. Esisteva una tassa municipale sugli immobili, l’ICI. Era in corso il passaggio del catasto, un carrozzone centralizzato e inefficiente, ai Comuni. Il combinato dei due elementi avrebbe permesso ai sindaci autonomia e responsabilità impositiva. Era cioè una concreta attuazione del federalismo fiscale, la meta tanto invocata dalla Lega Nord. “O Roma o morte”, disse Garibaldi. “O federalismo o morte” potrebbe ripetere oggi Bossi. Che tuttavia accettò di abolire l’ICI sulla prima casa per consentire a Berlusconi di mantenere una sua avventata – ma redditizia – promessa in campagna elettorale. E il progetto del catasto ai Comuni è stato seppellito in qualche sottoscala ministeriale. Si predica l’autonomia e responsabilità impositiva ma di fatto si sono ridotti i sindaci a dipendere dai trasferimenti centrali, che vengono pesantemente tagliati, con i bilanci municipali alla canna del gas. Un bel risultato per la Lega, paladina (a parole) delle autonomie locali che ha contribuito a creare il peggior centralismo nella storia repubblicana.
Nessun timore però! Arriverà il federalismo fiscale a sistemare tutto.
Calderoli si affanna a riscriverne la proposta senza riuscire a trovare la quadra. Per quanti sforzi faccia, con tasse di soggiorno e compartecipazioni Irpef, non riesce neppure ad avvicinare le entrate che garantiva l’ICI. Non ha bisogno di commenti la bocciatura ottenuta dall’Anci all’unanimità, sindaci di centrodestra compresi. Il povero ministro è così costretto a prevedere l’IMU (imposta municipale unica), che sarà di fatto la stessa cosa, ma solo a partire dal 2014, e senza il recupero di efficienza che avrebbe portato il trasferimento del catasto ai Comuni. Per le autonomie locali e i loro servizi ai cittadini saranno cinque anni buttati al vento, per ritrovarsi neppure al punto di partenza.
Alla Lega va bene che questo governo sarà ricordato per le cricche e i festini del Berlusca, utili a lasciare in secondo piano i pasticci di tanti dilettanti allo sbaraglio.

Della rubrica: FARDELLI D’ITALIA


Rosanna Cordero - 2011-02-17
Riguardo al finanziamento dei Comuni, va sicuramente ricercata l'autonomia finanziaria, che responsabilizza amministratori e cittadini: quindi va invertita la tendenza degli ultimi anni a far dipendere gli Enti dai trasferimenti statali, e il patrimonio immobiliare è sicuramente il "materiale tassabile" più adatto ai Comuni: è lì sul posto, e non lo si può nascondere. Bisogna però anche considerare che le competenze dei Comuni e i servizi da essi gestiti non riguardano solo il territorio, ma anche, e con rilevanza almeno pari, l'economia locale e i servizi alla persona. Un'autonomia finanziaria comunale basata soltanto sulla tassazione degli immobili creerebbe un trasferimento di ricchezza dai loro proprietari (non necessariamente residenti) verso i residenti non-proprietari di immobili (non necessariamente più poveri dei primi). Mi pare quindi abbastanza sensato che il Comune, erogatore tipico di servizi alla persona, possa finanziarsi con una quota di IRPEF (anche meno simbolica del 4 per mille); e anche qui l'addizionale responsabilizza amministratori e cittadini più della compartecipazione (anche perché al decentramento di tante funzioni avvenuto in questi anni dovrebbe anche corrispondere un minor fabbisogno finanziario dell'Amministrazione centrale, e quindi la possibilità di ridurre l'IRPEF "statale": possibilmente a chi guadagna mille euro al mese prima che ai miliardari...). C'è poi il grosso problema del riequilibrio fra aree ricche ed aree svantaggiate: irrinunciabile e necessariamente permanente (anche se potrà cambiare nel tempo la geografia delle aree svantaggiate), ma che non deve creare parassitismo...
Rosanna Cordero - 2011-02-17
Dopo essersi già distinto con la legge elettorale "Porcellum", Calderoli ha brillantemente iniziato questa legislatura abrogando, a fine 2008, 28.889 leggi in un colpo solo. Se state già per applaudire, aspettate di vedere QUALI leggi: Legge 21-04-1861 n° 1, che "stabilisce la formola con cui devono essere intestati tutti gli atti intitolati in nome del Re" Legge 26-05-1861 n° 34, che "approva la convenzione addizionale al trattato di commercio e di navigazione colle Città Anseatiche" Legge 01-06-1861 n° 36, che "abroga le disposizioni eccezionali circa i pubblici incanti in Livorno" Legge 01-06-1861 n° 38, che "fissa la maggiore età nelle Province Lombarde" Legge 27-06-1861 n° 72, che "autorizza una maggiore spesa per l'Esposizione italiana del 1861" Legge 30-06-1861 n° 63, che "autorizza una leva in Sicilia sui giovani nati nel 1840" ... e così via fino al Decreto legislativo del Capo provvisorio dello Stato 31-12-1947 n° 1.875: "Erezione in Ente morale della Cassa scolastica della scuola elementare di Locri". L'ineffabile ministro, cioè, ha sprecato tempo e denaro per abolire in astratto leggi già di fatto già prive di qualsiasi incidenza (prima di "progredire" abolendo leggi necessarie, come quelle contro le sofisticazioni alimentari). PERO' nessun altro politico o giornalista, neppure tra gli antiberlusconiani di ferro, è stato capace di accorgersi della presa in giro e avvisarne l'Italia. E se si scorre la produzione legislativa degli ultimi decenni, si fa una collezione impressionante (e bipartisan) di norme mal pensate e mal scritte, contraddittorie, assurde... Sono davvero troppi, e in troppi posti, i dilettanti allo sbaraglio!