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Il Vangelo brandito

 
 

Pensatela come volete, ma passare dai riti pagani con la sacra ampolla di acqua del dio Po al pubblico giuramento sul Vangelo è un bel cambiamento. Rispetto a Bossi, Matteo Salvini parrebbe essersi in qualche modo evoluto.
Evoluto o, piuttosto, involuto?
Sì, perché sventolare il Vangelo a un comizio sarebbe parso inopportuno persino durante la campagna elettorale del 1948, e a una platea di militanti di Azione Cattolica. Sarà che i democristiani, De Gasperi in testa, mai avrebbero mescolato la sacra Parola di Dio con le ragioni della politica profana. E proprio Luigi Sturzo, un prete, ci ha insegnato a distinguere, pur nei marosi dell'azione politica, tra ciò che è di Cesare e ciò che va dato a Dio.
Ma di questi tempi noi vecchi Popolari siamo troppo sofistici. Le penne migliori di questo sito dibattono ancora di laicità, esortano alla prudenza nell’uso dei termini “cristiano” e “cattolico” applicati alla lotta politica. Ma cosa ne capiscono?... Sono fuori dal mondo, estranei alla politica del momento, che vede in Salvini uno dei protagonisti di successo. Al punto che il nuovo padrone della Lega si immagina futuro presidente del Consiglio. È vero, non è l’unico. Ma che il Salvini fosse ambizioso lo si era intuito dal titolo del suo ultimo (e unico, ci risulta) libro, uscito un paio d’anni fa: Il Vangelo secondo Matteo. Accidenti.
Intendiamoci: non abbiamo né titolo né intenzione di giudicare la fede e la coerenza cristiana intime di Matteo Salvini. Però vedendolo brandire il Vangelo davanti a una folla, ci è sembrato un gesto fuori luogo, peggio dell’ampolla padana, quasi un uso blasfemo di simboli cristiani. Che sarebbe da biasimare persino se compiuto da integralisti cattolici; e, a maggior ragione, da parte di chi nei suoi mille comizi esprime concetti che di fatto riscrivono celebri insegnamenti: “Ho avuto fame e NON mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e NON mi avete dato da bere; ero forestiero e NON mi avete ospitato…”
Il Vangelo è un concentrato di amore per il prossimo – “Il mio comandamento è questo: amatevi gli uni gli altri come io ho amato voi” (Gv 15, 12) – e non può essere brandito come una mazza ferrata dal politicante di turno. Specie se i messaggi che diffonde quotidianamente sono tutt’altro che evangelici.