Dario Seglie - 2017-10-04 Caro Giorgio,
le tue riflessioni sono sempre interessanti e dimostrano che le “vecchie scuole” per la politica non erano semplici ricreatori per giocare a ping-pong, ma palestre intellettuali di cittadinanza.
Quando ci incontriamo a Pinerolo, non manchiamo mai di fare il punto, dialogando di locale e di nazionale.
Tu dici “battere un colpo” e ci evochi subito fantasmi e spiriti da tavolino a tre gambe, perché quel mondo è, ahinoi, folto di trapassati evocabili con sedute spiritiche. Negli anni '960 facevamo, da liceali, “girare” il bicchiere al buio per stare in suspence con le ragazze, ma invariabilmente il cristallo scriveva “mala tempora currunt”. Eppure erano anni di vacche relativamente non magre e di politici veri: a Pinerolo Aurelio Bernardi ed a Roma Giulio Andreotti.
Dici bene: sconfiggere i populismi con politiche vere che parlino alla testa ed al cuore e non solo alla pancia.
Riesci a fare un elenco di cinque nomi, di cinque cavalli di razza e non di vecchi campioni rissosi ed irosi o di galletti del pollaio che litigano come e peggio dei famosi capponi di Renzo Tramaglino ?
“O tempora o mores”, lo diceva già -oltre 2000 anni fa- Cicerone.
Non vorrei sembrare pessimista né tacciati di ottimismo caro Giorgio, ma la via è stretta. Percorriamola. | ||
Arnaldo Reviglio - 2017-10-04 Bravo Giorgio con le tue riflessioni.
Porto l'esempio di Avigliana: nel nostro piccolo ritengo che la politica delle nostre amministrazioni abbia guidato i processi ed abbia sfidato l'impopolarità quando si è ritenuto che dei progetti andassero perseguiti. Si è cercato di guardare sempre alle "prossime generazioni e non alle prossime elezioni" (che bella l'espressione di Alcide De Gasperi). Ho portato l'esempio di Avigliana perché ritengo che con umiltà abbiamo elaborato dei progetti politici e di governo cercando di convincere sempre la pubblica opinione attorno alle idee. Le nostre amministrazioni si susseguono ormai da oltre 5 lustri e in questa recente ultima tornata (11 giugno u.s), molto difficile ed impegnativa, abbiamo superato le liste civiche, promosse da centro destra e PD, e il M5S. Si sconfigge il populismo solo se chi si dedica alla Politica è credibile, se è coerente, se è palpabile che intende la Politica esclusivamente un servizio. | ||
Domenico Accorinti - 2017-10-03 Totalmente d'accordo con Merlo circa l'analisi razionale della questione.
Il problema però, a mio avviso, comincia quando dalle parole, pur correttamente usate da Girgio Merlo per inquadrare il fenomeno, si passa ai fatti.
Ci sono oggi le condizioni per una "buona politica"? Perché la qualità della classe dirigente nazionale, ma la tendenza si avverte globalmente e non riguarda solo le forze politiche ma anche quelle economiche, culturali etc, non riesce a selezionare, dandogli l'egemonia nella società, sia politica che civile (a mio avviso le due cose vanno di pari passo), persone che fanno "buona politica", se parliamo della classe politica,o un corretto uso del potere economico, culturale etc, se parliamo degli altri settori dell'establishement sociale?
Senza esaminare questo aspetto "di fatto" è chiaro che i termini populismo etc usati per designare le negatività dello status quo servono solo come propaganda elettorale!
A mio avviso l'idea che origina tale caos etico-politico è da individuare nella spinta (potremmo anche chiamarla "ideologia paneconomicistica") alla sovranità del mercato al posto della sovranità della cosa pubblica, trasformando i partiti in "comitati d'affari dediti alla simonia di stato", al limite anche a loro insaputa. Per chi ha voglia di scavare su ciò non mancherà certo materia. |