Stampa questo articolo
 

Grillocrazia

 
 

Per noi Popolari, un po’ demodè, la democrazia è quel sistema in cui ogni cittadino esprime liberamente la propria scelta sul partito e sulle persone che meglio ritiene lo rappresentino. Sappiamo che esiste anche la democrazia diretta, quella praticata da secoli nei cantoni svizzeri o che sperimentiamo nelle assemblee di condominio.
Beppe Grillo, uno moderno, ci ha ripetuto che il futuro è nella democrazia della rete, con i cittadini interpellati di continuo on-line sulle decisioni da prendere. Una testa, un voto: e ciascuno vale uno. Così i 5 Stelle scelgono i loro candidati a sindaco, a deputato, a senatore. Evviva!
Poi però si scopre che non sono i cittadini elettori a scegliere, ma soltanto i selezionati iscritti al Movimento (e non sono neppure chiare le modalità di nuovi inserimenti).
E poi succede anche che il responso degli iscritti venga annullato perché non gradito al Capo. Come è successo a Genova, dove la candidata vittoriosa alle primarie per la corsa a sindaco è stata detronizzata da Grillo, che sponsorizzava invece il (perdente) secondo classificato.
Non abbiamo informazioni per capire se la Cassimatis e i suoi sostenitori rappresentassero, e come, una minaccia per l’integrità del Movimento. Grillo, che ne è il leader riconosciuto e il garante, avrà avuto i suoi motivi per decidere di rovesciare l’esito della consultazione in rete. Ormai siamo abituati ai partiti padronali, e ha una logica che il padrone si assuma la responsabilità delle sue decisioni. Già, la responsabilità: Beppe Grillo ha persino preso le distanze dai contenuti del blog di Beppe Grillo…
Ma restiamo a Genova: se la Cassimatis non era ritenuta affidabile dal vertice, allora non doveva in partenza venire inserita nella rosa dei candidati…
Tacere sperando che non vincesse è un atteggiamento meschinello, da don Abbondio più che da cardinal Federigo.
Una volta vinte le primarie, diventa complicato annullare un voto democratico. “Fidatevi di me”, si è limitato a dire il guru pentastellato, ma qualche giudice non lo ha ascoltato, dando ragione alle proteste della reietta. Come finirà? Boh?
Certo è che Beppe, tra firme farlocche a Palermo, scivolate in serie della Raggi e questo nuovo pasticcio, si sta specializzando in autoreti. Possiamo almeno sperare che in futuro ci risparmierà altre lezioni sulla democrazia?