giuseppe cicoria - 2017-03-31 Sono stato iscritto a qualche partito (Asinello Margherita Italia dei valori e poi PD) ma non ho mai capito nulla della logica che li alimenta. Tutti, sia per demeriti sia per l'insipienza della classe dirigente che ha prevalso sugli altri, si sono dissoluti non per le idee di base ma per la gestione delle stesse. L'ultimo segretario sembrava all'inizio la "manna venuta dal cielo" per sistemare questo disastrato "Bel Paese" che, però, tutto il mondo ci invidia. Risultato disastroso: gestione troppo personalizzata, tendenza ad un potere esclusivo, riforma pasticciata e pericolosa della nostra bella Costituzione, collaboratori "yesman", spreco dissennato delle poche preziose risorse economiche, e via discorrendo. Ora i pochi rimasti nel partito si stanno aggrappando al loro personaggio di riferimento sperando non si capisce in che cosa. Se vince di nuovo lo stesso personaggio la dissoluzione del partito è conseguenza logica seppur non immediata. Il terzo contendente definito immeritatamente solo "pittoresco", salvo che nel sud, è quasi un personaggio sconosciuto. Il sottoscritto, nato a Bari, non ha rotto i legami con la Puglia ed ha seguito meglio le sue vicende politiche. Parlo di Emiliano, eletto sindaco a furor di popolo e, poi, con altrettanto successo a Presidente della Regione Puglia. Un motivo ci deve pur essere se un "socialista doc" riesce a farsi votare anche da ex missini o ex forzisti. Il motivo è molto semplice: è una persona onesta, ottimo organizzatore, di adeguata cultura e, sopratutto "assolutamente NON DIVISIVO". Sembrerebbe l'uomo giusto a rimettere concordia alle varie anime e orientamenti espressi nel PD e causa di scissioni deleterie. Ma siccome il partito è orientato verso la sua eutanasia ovviamente, non solo egli non sarà adeguatamente votato ma sarà , forse, anche sbeffeggiato. Tanti auguri agli intelligenti che sanno come si governa una collettività. | ||
Carlo Baviera - 2017-03-30 Da non più iscritto (da molto tempo) al PD penso che i cattolici democratici e popolari non possano che essere nel campo del cambiamento profondo (un tempo si chiamava riformismo o centrosinistra, termini ormai diventati acqua imperiale, quasi insignificanti perchè tutti si dichiarano tali) a difesa delle classi medie e di quelle socialmente ed economicamente in difficoltà, emarginate, povere o a rischio povertà. Devono essere nel campo di modifiche istituzionali ed elettorali a favore della partecipazione, del pluralismo, della rappresentanza (bilanciate anche dalla esigenza di governabilità). E soprattutto devono essere - insieme al dovere di reinventare e costruire la Federazione Europea - dalla parte di chi combatte il pensiero unico in fatto di etica e di economia e finanza. L'Enciclica Laudato sì fornisce (con la ovvia necessità di essere trasformata in progetti laici) un programma per una politica "rivoluzionaria" contro l'establishement. Se ciò sarà possibile realizzarlo nel PD, bene! (ma in questo PD ho dei dubbi); altrimenti va costruito un raggruppamento plurale con quanti vogliono "rivoluzionare", e in cui il formarsi di una cultura politica nuova non sia contraddittoria con le provenienze di origine, e in cui nessuno venga emarginato nè possa porre veti o fare da freno. | ||
Giuseppe Davicino - 2017-03-30 Devo confessare che il commento dell'amico Arnaldo alla completa sintesi di Alessandro Risso del dibatto sui destini del Pd, mi ricorda per schiettezza l'intervento della Serracchiani prima maniera al congresso, che all'epoca diede una scossa al Pd. Reviglio dice con grande chiarezza ciò che i responsabili dello schieramento riformatore dentro e fuori il Pd dovrebbero capire se non si vuole fare la fine dei socialisti francesi e di quelli greci. | ||
Arnaldo Reviglio - 2017-03-29 Nel luglio 2012 ad Avigliana dopo le espulsioni dal PD di 4 amministratori iscritti che avevano vinto con largo margine (perché in una lista non autorizzata dal partito) contro una lista PD/PDL (anch'essa civica,ovviamente camuffata) molti consiglieri regionali hanno solidarizzato con noi e addirittura uno aveva affermato "un partito che espelle non ha futuro". E' arrivato Renzi e con lui la speranza che qualcosa cambiasse. Dopo due anni invece profonda delusione (e i risultati del 2015/2016 rispetto al 2014 - europee - dicono qualcosa). La mancanza di coerenza è stato l'inizio della discesa. Sono ora esterefatto dall'apprendere dell'ineluttabilità di un approdo a un'intesa con Berlusconi.
Continuando così non dobbiamo poi spaventarci e lamentarci se i cittadini italiani onesti non avranno più altri riferimenti se non il M5S, pur con tutte le sue contraddizioni.
Chi è causa del suo mal pianga se stesso, dice un proverbio. |