Giuseppe Davicino - 2016-12-02 La politica diventa credibile quando ha il coraggio di affrontare le cose come stanno, senza aggiustamenti propagandistici, come in questa ottima riflessione di Paolo Ballesio. La quale suggerisce che dopo la stagione degli annunci iperbolici e pacchiani, dovrà seguire quella di un necessario bagno di realismo, a cui questo Pd sembra essere sempre meno attrezzato, anche se il discorso riguarda tutti. | ||
giuseppe cicoria - 2016-12-01 Bell'articolo. Complimenti. Il Sig. Chiesa cerca di buttarla sul personale per confondere le idee. E' stato Renzi a mettere la sua persona sul piatto e certamente non quelli che voteranno NO. Egli ha sempre la possibilità di continuare a governare. Sono convinto che se passa il No rimarrà comunque inchiodato alla poltrona come non mai. Del potere non farà a meno tanto facilmente; lo difenderà con i denti...! La critica al suo modo di governare non può esser negata a nessuno. Se poi si vede come l'Italia viaggia in Europa quasi da ultima (ci manca poco che ci superi la Grecia) si capisce che due sono i casi. Non è in grado di governare oppure, peggio, saprebbe come si fa ma invece pensa solo a se stesso acquisendo più potere ed improbabile condivisione. Sperpera il denaro pubblico, cioè nostro, perché nonostante i continui deficit di bilancio nessun investimento serio è stato messo in atto e la nostra economia langue in una palude disastrosa. | ||
Mario Chiesa - 2016-12-01 Che il tuo NO, Paolo, sia sofferto è certo; come appassionato il tuo intervento: la figura retorica dominante è l’anafora (Politica ..., Politica ... Un No ... Un no...). Avrei apprezzato meno passione e più lucidità. Come puoi credere, per esempio, che “La vittoria del No, è l’unica possibilità per attivare una seria riflessione dentro e fuori il PD sul significato del fare politica e dell’essere politici oggi ...”? Purtroppo, e mi dispiace scriverlo, il tuo intervento ha come filo conduttore l’antirenzismo: se avrai voglia di rileggerti, ora o fra qualche tempo, ti accorgerai che dietro ogni argomento c’è questo sentimento o questa ragione. | ||
stefano lepri - 2016-12-01 Il populismo ha qualche volta raggiunto anche il PD perché siamo stati per troppi anni con mancate decisioni e grandi consociativismi. E' vero che non si può combattere il populismo con gli stessi argomenti, ma vi rendete conto come siamo arrivati alle elezioni di Renzi? E con chi, di questi partiti in Parlamento, dovremmo trovare compromessi? La degenerazione dei partiti e della politica, mi dispiace, non trova cause nell'ultimo governo. Che ha fatto quel che ha potuto, in una situazione che resta difficile e che trova cause in una politica che ha sempre rinviato decisioni impopolari. Ad esempio, perché non chiedi agli imprenditori cosa pensano dell'abolizione dell'articolo 18? Pensano bene, e ormai anche gran parte del sindacato. E la buona scuola è stata una riforma che certo richiede aggiustamenti ma ha definitivamente superato le mille graduatorie frutto di mancate decisioni nei decenni. Mi piacerebbe farvi conoscere a fondo le riforme di questi anni, i cui frutti ancora non si colgono pienamente. Considerarle riforme mediocri, senza conoscerle,significa adeguarsi all'andazzo populista. | ||
piergiorgio fornara - 2016-12-01
perfetto, come già aveva scritto Bodrato, ma nel PD chi non la pensa come il capo è destinato a fare la fine dei Civati, dei Marino,di Pastorino ecc | ||
Pietro Policante - 2016-12-01 Come si fa a non vedere che la vittoria del NO sarà la vittoria di tutti i populismi espressi al peggio da Salvini, Brunetta, Meloni e compagnia, con la benedizione di Berlusconi (sia pure leggermente defilato in questa fase), attraverso i quali si realizza la congiura di palazzo Dalema/Bersani. E tutto sarà rinviato, sine die.
Vedo che abbiamo imparato nulla dalle elezioni di Torino: per le anime belle meglio la vittoria del nemico, dal quale tutto ci divide, piuttosto che quella di un amico con cui abbiamo qualche questione in sospeso. | ||
Massimo Canova - 2016-12-01 Caro Paolo,
grazie per avere condiviso queste riflessioni che trovo assolutamente condivisibili (mi scuso per il gioco di parole...).
Il mio sarà un no per le medesime, puntuali ragioni anche se non ho in tasca la tessera del Partito Democratico.
L'auspicio per il futuro - pure questo - è lo stesso: si torni a meditare sulla necessità di "una tensione ideale che animi e dia significato" alla politica.
Sarebbe davvero bello e...appagante!
|