giuseppe cicoria - 2015-09-08 Rispondo ora giacchè ero in ferie. Il problema dei migranti è veramente una cosa seria che ha messo in crisi anche coloro che sono sensibili alla carità cristiana. Una fascia consistente di musulmani esplicitamente o riservatamente ha sostanzialmente dichiarato una vera guerra contro il cristianesimo. Quelli dell'Isis hanno dichiarato con cruda chiarezza che hanno deciso di occupare l'Europa con le migrazioni.Per fare ciò hanno disseminato di terrore tutto il medio oriente e parte dell'Africa costringendo intere popolazioni a scappare verso un posto più sicuro: l'Europa. Questo popolo in movimento ora chiede asilo ed aiuto ma domani quando diverrà massa critica disseminata in tutto il territorio, diverrà un grave problema culturale e sociale con conseguenze davvero serie ed imprevedibili. L'ideale sarebbe quello di dare aiuto solo ai non musulmani ma non si può perchè dichiareremmo anche noi guerra all'islam. Un cittadino cristiano e sensibile alle disgrazie altrui è preoccupato, quindi, non solo per gli ovvi problemi di inserimento in breve periodo di masse imponenti ma anche e sopratutto per il problema religioso. Questo popolo purtroppo nell'intimo non accetterà mai norme laiche dei Paesi che li ospita e prima o poi vorrà imporre il suo credo e le loro norme di comportamento. Prevedere guai non è una utopia: Il Papa fa il suo mestiere di persona caritatevole ma poi esiste una realtà che crea conflitti personali intimi anche in coloro che vorrebbero essere cristiani al cento per cento. Per quanto riguarda la politica posso dire che in questo momento in cui i vecchi valori sono ormai persi e quasi tutti quelli che ci rappresentano fanno "i fatti loro", bisogna avere la forza e il coraggio di individuare nelle nuove formazioni politiche quelle che appaiono meno compromesse ed hanno nel loro seno giovani ancora onesti e non ancora obnubilati dal denaro e dal potere e che, sopratutto, non hanno mire eversive tendenti ad escludere di fatto i cittadini a scegliere i loro rappresentanti in Parlamento. Abbiamo ancora qualche piccolo spazio per salvarci dalla sciagura di questa riforma costituzionale ma le speranze sono ormai al lumicino. | ||
Umberto Cogliati - 2015-08-25 L'analisi di Alessandro Risso è condivisibile, eppure pare che manchi qualcosa. Ora, giustamente, i cattolici italiani che denunciamo come assenti, li contrapponiamo alle sempre nuove parole del papa per dire che proprio la classe dei cattolici appare sorda. Uno potrebbe arguire che i cattolici, dagli intellettuali all'ultimo che frequenta la Messa, abbiano dismesso la loro battaglia quotidiana sui valori, in qualche modo "delegandola" a papa Francesco. In più, e questo è grave, tra i cattolici "dimissionari" non ci sono solo i laici ma la stessa gerarchia che, a mio avviso, è la vera leva su cui fondare la riforma "francescana", o il papa si troverà voce clamante in deserto. Ho presente un particolare: un autorevole cardinale invita i parroci a mettere a disposizione locali inutilizzati per il temporaneo alloggio dei migranti. Credete che ubbidiscano al loro capo diocesano? Poi non tutto è da buttare, ma oggi la media dei sacerdoti (che dovrebbero essere i megafoni del papa) è più burocrate che pastore. Ma perchè le omelie in un momento così scottante per misurare i valori veri dei cattolici, non cennano nemmeno al problema dei migranti. E, da ultimo, della serie trasferire in politica i valori della nostra cultura, quanta nostalgia viene per il nostro antico partito unico, il quale,udite, udite, è stato cancellato e sostituito dai festival di Berlusconi o dai minuetti super-auto-referenziali dei Gotor o dei Cuperlo. La pagina del prossimo futuro è ancora quasi tutta da scrivere. Diamo una penna in mano a Renzi perchè al contorno ci sono troppi analfabeti. | ||
Carlo Baviera - 2015-08-24 Condivido quanto afferma Alessandro. Come condivido i commenti già fatti al suo articolo. Aggiungo che, pur non essendo più possibile e percorribile la strada del collateralismo, e che la politica deve essere veramente autonoma e laica, ciò non significa abbandonare o non far più riferimento ad alcuni valori e progetti; oggi quei valori e progetti sono chiaramente indicati da Papa Francesco. A quelli, quanti operano in politica per il bene comune (credenti o meno), devono fare riferimento; quelli devono diventare (e Alessandro li indica chiaramente all'inizio) il programma, la proposta di un partito di centro sinistra, senza radicalismi e senza moderatismi o cedimenti alle mode economiche/sociali del momento che portano a smantellare diritti, e conquiste. Inoltre, è solo un piccolo esempio, non ho trovato nè nei giornali cattolici (spero di aver letto in modo incompleto) nè in dichiarazioni di partiti o correnti, nessun ricordo dell'anniversario della morte di don Sturzo: in un periodo in cui è riesplosa la questione meridionale, mi sembra un errore oltre che una dimenticanza. | ||
Gaiotti Alessio - 2015-08-23 Ma vi siete mai chiesti quanti sono i VERI cattolici in Italia? Le satatistiche dicono che chi frequenta con assiduità la Messa, che è il momento più importante per un vero cristiano è il 7/8 %, poi per far vedere che siamo in tanti si guarda quanti battesimi, cresime, matrimoni che si fanno, ma questa non è la realtà, è un'usanza della popolazione italiana. Sappiamo tutti benissimo che certi sacramenti sono, "presi" per convenienza o per tradizione, il polso dei veri Cristiani si misura con la frequenza domenicale alla messa, esclusi Natale e Pasqua, questa è putroppo la situazione attuale. Santa Domenica a tutti... | ||
Giorgio Merlo - 2015-08-23 Alessandro, come sempre, ha scritto un articolo preciso, puntuale e ricco di cultura politica. Adesso, come richiamavo a margine di un contributo interessante dell'amico Titli, serve una iniziativa pubblica per affrontare un tema che, piaccia o non piaccia, e' destinato a segnare l'agenda politica e culturale del nostro paese. | ||
Giuseppe Davicino - 2015-08-23 Credo che l'invito che Alessandro formula, di allargare lo spettro delle questioni su cui i cattolici democratici devono esprimere un pensiero ed una visione alla luce del magistero sociale di Papa Francesco, sia quanto mai opportuno. Vanno cercate risposte concrete alle denunce del Papa: l'idolatria del denaro, la cultura dello scarto, la terza guerra mondiale già iniziate e combattuta a pezzi. Nessuna di queste priorità appare risolvibile con le attuali politiche europee e nel quadro delle tradizionali alleanze internazionali. |