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Perché lascio il PD
 
Lettera aperta di Giuseppe Davicino
 

Il nostro amico Giuseppe Davicino ha inviato al Segretario Regionale del PD piemontese Davide Gariglio e alla Presidente dell'Assemblea Giuliana Manica una lettera di dimissioni dall'Assemblea regionale del partito, in dissenso con la linea politica e di governo di Renzi. Davicino, che intende impegnarsi “insieme a quanti progettano la costruzione di un nuovo soggetto politico riformatore con una nuova politica economica e sociale che metta fine all'austerità e che individui nella riduzione delle disuguaglianze un fattore non secondario per l'uscita dalla crisi”, ci ha inviato la lettera con le ragioni della sua scelta che qui pubblichiamo.

Cari amici e amiche dell'Associazione i Popolari,

qualche mese fa confidai ad alcuni amici del Direttivo che l'unica tessera che quest'anno ho rinnovato con convinzione è quella dei Popolari del Piemonte, di cui siamo un po' tutti figli e che con straordinaria costanza continua a formare molti cattolici democratici all'impegno politico. E con altrettanta lucidità rappresenta una voce critica e costruttiva sui principali temi dell'attualità politica. Oggi sono ancor più persuaso di questo giudizio in relazione soprattutto alla delusione costituita dall'attuale gestione del Partito Democratico. Una delusione che mi ha condotto a una decisione difficile ma che ho ritenuto inevitabile. Quella di lasciare il PD, le cui sorti tendono a coincidere sempre più con quelle del suo attuale leader, per continuare l'impegno politico contribuendo alla nascita di un nuovo soggetto politico riformatore, con cultura di governo, alternativo a questo PD, aperto ai moltissimi delusi tra gli iscritti e gli elettori del PD e capace di parlare all'intero Paese.
Sono conscio delle non poche incognite che presenta questo progetto. D'altra parte già nella Margherita e ancor più nel PD si è trovato un modo di convergere su un comune programma nonostante la diversità delle culture e delle concezioni antropologiche. A sinistra del PD nascerà una formazione radicale? Non lo so, e mi auguro vivamente di no.
Quello che mi sento di affermare con certezza è che i motivi che mi spingono verso questo nuovo cantiere politico sono quelli di una visione pluralista della politica, non ingabbiata nella radicalizzazione dello scontro fra opposti, prodotta dai falsi miti del bipolarismo, del “partito unico”, del partito della Nazione. Sono le ragioni della rappresentanza del “centro” della società, oggi debilitato nel suo peso politico, penalizzato dalla crisi economica che spinge la classe media, i ceti lavoratori e popolari sul sentiero del declino e del progressivo impoverimento. È il riconoscimento del ruolo politico dei corpi sociali intermedi. È l'urgenza di superare le politiche europee di austerità che, alla prova dei fatti, stanno facendo soffocare le nostre piccole e medie imprese, svalutano il lavoro, impongono tagli dolorosi al welfare soprattutto per le fasce più deboli, rubano il futuro ai giovani e non si sono dimostrate utili neanche a migliorare i conti pubblici, che anzi, sono peggiorati per effetto della recessione provocata da tali politiche. È il programma neoliberista di questo PD sul lavoro, sull'economia, sulla scuola. È la sua concezione plebiscitaria della politica che si ripercuote sul progetto di riforme costituzionali e che, se non opportunamente emendato, sancirà il principio dell'uomo solo al comando, proprio in una fase in cui invece si avverte la necessità di riannodare i fili della rappresentanza e della partecipazione contro i rischi del populismo e del crescente astensionismo. È l'urgenza di dare una speranza e una prospettiva di ripresa al Paese, lavorando per nuove istituzioni comunitarie e per una nuova Europa, più unita. È l'ideale di rendere possibile un nuovo sistema economico che metta al centro la persona umana e non l'idolatria del denaro che, come afferma papa Francesco, produce la cultura dello scarto, senza dimenticare che il magistero sociale dell'attuale Pontefice costituisce un riferimento importante per quanti intendono elaborare un nuovo umanesimo e un programma autenticamente riformatore come risposta alla crisi attuale.
Sono queste le ragioni principali della mia scelta di dimettermi dall'Assemblea Regionale del Pd e di partecipare alla costituzione di un nuovo soggetto politico riformatore.
Spero che questi argomenti possano contribuire ad arricchire il confronto e l'elaborazione politica e culturale all'interno dell'Associazione valorizzando quanto ognuno di noi fa nel proprio ambito per concretizzare i valori e gli ideali che i Popolari piemontesi continuano a proporre, magari nella scarsità di mezzi, ma con abbondanza di passione civile e democratica.

Un caro saluto a voi tutti.


pozzan sergio - 2015-08-19
Buon giorno a tutti. Politicamente sono nato DC, nel lontano 1990, sono stato consigliere, ho cercato di mantenere alti i valori della DC, quella buona, poi tutto è cambiato, si è voluto cambiare nome, mantenendo le stesse persone, se si vuole rinnovare bisogna cambiare. Renzi ci sta mettendo nei casini come ha fatto Berlusconi tanti anni fa,la gente oggi vive alla giornata, è ora di finirla di fantasticare che va tutto bene, vi sono sempre meno persone che hanno un lavoro: era una vita che non vedevo gente (italiana) cercare nei bidoni. Non mi identifico in questa politica che non offre futuro, ci vuole un cambiamento, dire la verità, come stanno le cose veramente. Io sono rimasto un DC, non mi identifico in nessuno, in questa macedonia di partiti, che alla fine hanno tutti lo stesso sapore amaro. Spero nasca qualcosa di credibile. Scusate lo sfogo, buona sera a tutti.
Luca Dell' Utri - 2015-07-26
Nel mio piccolo da semplice iscritto al PD,non ho più rinnovato la tessera e al momento ho solo quella dei Popolari,non credo più in un partito che oramai ha smarrito gli ideali che avrebbero dovuto essere,se vogliamo,quelli di Moro e Berlinguer che erano lungimiranti ed furono grandi statisti,ed io,voglio precisarlo entrai convinto nel nuovo soggetto politico,ma oggi non più,si segue il leader,dopo che per anni abbiamo contestato il NON progetto politico della destra e appunto del uomo solo al comando ecco e adesso questo PD sta facendo lo stesso identico percorso che oggi può portare voti nell'immediato perché si raccolgono molti delusi di Forza Italia ma attenzione questi voti sono solo in transito e ritorneranno alla destra o peggio finiranno ai movimenti popolisti dei cinque stelle e ciò personalmente mi preoccupa. Il vero senso autentico del significato politica si sta perdendo e credo che spetti a noi cattolici impegnati in politica ridare un senso vero ed autentico. Buon lavoro amici popolari
Dino Ambrosio - 2015-07-12
Caro Giuseppe, Vorrei dirti perché, pur rispettando la tua decisione di uscire dal PD, non sono d’accordo con la Tua scelta. Capisco la tentazione, quando le cose non vanno nella direzione in cui vorremmo che andassero, di prendere delle posizioni forti, ma conoscendo un poco le Tue convinzioni, dare la dimissioni dal PD mi sembra eccessivo. Dici di dimetterti per tentare di contribuire alla costituzione di una formazione politica che abbia una “cultura di governo (…) alternativa al PD (…) capace di parlare all’intero Paese”. Mi permetto di esprimere i miei dubbi sul fatto che si possa obiettivamente fare, con successo, al di fuori del PD, un’operazione di questo genere. Dubito che sia possibile, nel quadro politico attuale, creare una formazione politica capace di raggiungere quei tre obiettivi che ti poni. Ti auguro di avere successo, ma sinceramente non vedo grandi possibilità di riuscita. Se ho capito bene sarebbe un nuovo partito capace, non dico di prendere la maggioranza, ma almeno raggiungere dei consensi tali da poter collaborare con la maggioranza. Sarebbe un altro cespuglio? Non credi che ce ne siano già un po’ troppi? Semmai mancano gli alberi robusti, che facciano da riferimento, che raccolgano tra le loro fronde diverse sfumature di colore ma che sappiano ancorarle saldamente al loro fusto che sappia anche dalla diversità delle sue componenti trarre forza, irrobustirsi, acquistare capacità d’irraggiare verso l’elettorato la propria consistenza politica e verso i partiti affini, possa costituire una garanzia di possibile aggregazione democratica. Capisco la frustrazione (tanto più forte quanto maggiore è la passione politica) che in certi momenti difficili possono emergere; capisco che ci possano essere state delle scelte governative che possono aver cozzato con i Tuoi principi; l’impotenza di non vedere attuare quelle politiche che secondo tutti noi potrebbero porre fine alla crisi: dare un lavoro ai nostri figli, dar loro una scuola adeguata, un’assistenza migliore a tutti, dare sviluppo, lavoro, …. Ma la politica, e tu lo sai bene, non è cosa semplice da fare, è un lavoro difficile, talvolta anche molto faticosa, spesso poco appagante nell’immediato. Talvolta si vedono anche calpestati i propri convincimenti. Bisogna anche mettere in conto le oggettive difficoltà della situazione attuale. Qualunque politica deve e dovrà confrontarsi con i soldi che mancano, con l’opinione e i numeri della maggioranza. Comunque quello che ha fatto Renzi, sarà molto discutibile, imperfetto, ma va nella direzione di rendere il sistema più efficiente e bisogna dar atto che è stato fatto con coraggio, anche a costo d’impopolarità. Anche autorevoli governi capeggiati dal centro sinistra non furono capaci di fare altrettanto. Se poi facciamo un confronto tra i governi di Berlusconi e quello attuale la distanza è abissale. Basta pensare allo spread ed a come si pone l’Italia a livello della UE. Capisco che ci può sempre essere di meglio, ma mi sembra davvero un altro mondo. Peraltro se analizziamo la situazione politica quali alternative concrete ci sono a Renzi? Letta, Prodi, Bersani, Fassina, D’Alema, Vendola? o …. Berlusconi. Ho paura che se venisse sostituito Renzi, in questo momento della legislatura, si rischierebbe davvero di aprire la porta a un altro Matteo che di cognome però fa Salvini o a qualcun altro che ci farebbe vedere le stelle. Non sono un mago ma ho paura che se cade Renzi, è perché lo affossa il PD e la sinistra. E allora potrebbe proprio accadere quello che successe anni fa con Prodi, a cui mancò la maggioranza per la defezione di alcuni esponenti del centro sinistra. Prodi, che è sempre stato degno del suo nome, fu sostituito provvisoriamente con D’Alema, ma la riottosità del centro sinistra convinse gli italiani, alle elezioni successive, che Berlusconi era l’unico politico capace di governare l’Italia. La storia recente purtroppo è questa. Non vorrei che si ripetesse. E’ questo il rischio che vogliamo correre? O riteniamo sia meglio discutere all’interno del nostro partito con i metodi della democrazia interna, tollerando i modi un po’ bruschi, talvolta trancianti, dei nostri avversari politici interni al partito. Questo non vuol dire smettere di lavorare per quei principi, quei valori per i quali Tu Giuseppe hai sempre combattuto e, ne sono certo, fuori o dentro il PD, continuerai a batterti.
Mario Chiesa - 2015-07-10
Caro Giuseppe, rimpiango anch'io che non ci sia Prodi a Palazzo Chigi. E non ho proposto paragoni fra Renzi e Prodi; ho detto che a suo tempo Prodi è uscito da Palazzo Chigi anche perché certa sinistra sosteneva che la politica 'di destra' di Prodi tanto valeva farla fare a Berlusconi. Grazie della tua risposta.
Giuseppe Davicino - 2015-07-10
Suvvia, Mario, paragonare Renzi a Prodi è come paragonare un giornale di gossip alla Divina Commedia... In questo momento avessimo il professore bolognese a Palazzo Chigi non ci lasceremmo schiacciare dalle politiche di austerità.
Mario Chiesa - 2015-07-09
Chiedo scusa se ritorno e ribadisco: c'è sempre una sinistra più perfetta. Qualche suo capolavoro abbastanza recente: aver contribuito alla caduta dei governi dell'ulivo (già ... ALLORA Prodi era quasi peggio del Renzi di oggi).
franco maletti - 2015-07-07
Il PD è diventato un partito cinico con un presidente del Consiglio che gli fa da "segretario" e uno stuolo di rampanti boriosi che giustificano con imbecille fierezza ogni atto più vergognoso del governo come "realpolitik". Le cose da fare sono tante, ma non nel o con questo PD.
giorgio merlo - 2015-07-06
L'amico Giuseppe, da sempre, esprime le sue opinioni con grande chiarezza e con grande coerenza.Le riflessioni politiche he da tempo avanza sono in larga parte condivisibili. Avremo modo, comunque vada a finire, di continuare a collaborare insieme e a discutere sulle sorti della nostra democrazia. Confrontarsi con persone intelligenti e disinteressate è sempre stimolante. Soprattutto con persone, e Giuseppe è una di queste, che non fanno dell'attacco peersonale e delle delegittimazione ad personam la loro ragion d'essere.
Mario Chiesa - 2015-07-04
C'è sempre una sinistra più 'pura'; così ci troviamo di fronte a varie sinistre 'pure' che agitano ideali e non li realizzano. Mi convince di più la scelta di restare in un partito di sinistra di governo e, con pazienza, da una posizione di minoranza, cercare di renderlo più ideale.
giuseppecicoria - 2015-07-04
condivido le amarezze dell'amico perché per gli stessi motivi anche io non ho rinnovato la tessera PD ma conservo gelosamente quella della nostra piccola ma vivace associazione