Archiviati i risultati delle ultime elezioni amministrative è possibile qualche riflessione proiettata al futuro.
Sulla tornata di ballottaggi c’è poco da aggiungere ai commenti di Bodrato e Risso dopo il primo turno. Il PD di Renzi non aggrega voti diversi dai propri (altro che Partito della Nazione!) e si trova sconfitto indifferentemente da candidati del centrodestra e da candidati grillini. Perdono sia il senatore Casson a Venezia, espressione della minoranza PD non renziana, sia in renzianissimo candidato sindaco di Arezzo, città della ministra Boschi, il volto glamour del renzismo. La sconfitta più simbolica e bruciante per il Premier.
In prospettiva politica, c’è da essere preoccupati per una legge elettorale che deciderà il padrone d’Italia a un ballottaggio: l’Italicum, che pareva costruito su misura del PD di Renzi, sembra ora calzare a pennello per il contendente (Grillo o Salvini?) capace al ballottaggio di calamitare il voto-contro, molto forte in una situazione di crisi permanente che vede ormai la metà dell’elettorato rifugiarsi sfiduciata nell’astensionismo.
Renzi sta mostrando la corda, non bastano battute e proclami all’insegna dell’ottimismo. Anche provvedimenti nel complesso positivi (sulla scuola, ad esempio) ormai gli attirano più critiche che consensi.
Proponiamo alla vostra lettura due articoli che abbiamo trovato interessanti e condivisibili:
- l’editoriale che Ernesto Galli Della Loggia ha scritto sul “Corriere della Sera” (cliccare sotto su Documento);
- l’analisi di Francesco Ghia e Silvano Zucal pubblicato da “Il Margine”, il mensile dell’Associazione Oscar Romero (Documento 2).
Buona lettura.
|