Riceviamo questa mail a commento della nostra iniziativa seminariale per capire come creare lavoro. Si tratta di un contributo tanto genuino quanto emblematico di una realtà in cui le regole – giustissime, per carità – fanno spesso a pugni con il buon senso. Limitando le opportunità di lavoro o spingendo verso il lavoro in nero.
Buongiorno, sono Matteo Zappino, tesserato PD e agricoltore.
Mio padre, Simone Zappino anche lui tesserato PD, ha qualche problema di parkinson e non mi aiuta più tanto nei lavori agricoli. I figli, giovani, vanno a scuola e mi aiutano ancora poco. Ho così provato a chiedere se potevo assumere qualcuno per raccogliere le pannocchie a mano.
Mi hanno detto che avrei dovuto:
- fare il corso di sicurezza sul lavoro,
- fare il corso di pronto soccorso,
- fare il corso di anti incendio,
- adeguare gli impianti di luce, gas, acqua,
- adeguare o sostituire tutte le macchine e i trattori dell’azienda,
- costruire un bagno e uno spogliatoio,
- fare approvare il tutto da un perito, da un ingegnere e dall’ASL.
Costo totale, senza considerare l’adeguamento macchine e lo stipendio per il disgraziato raccoglitore di pannocchie, 60.000 euro!
L’elenco di disgrazie che si abbatte su una persona (non una azienda, non mi sento tale) quando decide di avvalersi di manodopera che non siano le sue due mani è tale da scoraggiare anche i più duri. Una serie di leggi giuste se prese una per una ammazzano qualsiasi velleità imprenditoriale, salvo si tratti di aziende grosse che hanno avvocati e uffici personale addetti alla gestione delle rogne.
A questo non vedo soluzione, ormai è troppo radicata la mentalità che per qualsiasi infortunio sul lavoro o disagio vario si debba fare una norma restrittiva o vessatoria che non serve ma fa fine e mette il cuore in pace. Bisognerebbe avere il coraggio di togliere leggi giuste. Per quelle sbagliate non c’è neanche da discutere.
Morale: il lavoro ci sarebbe e l’enogastronomia può essere un settore cha assorbe manodopera in uscita da edilizia e metalmeccanico, con il vantaggio di un basso impatto ambientale.
Ma si deve semplificare, e molto. |