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giuseppe cicoria - 2015-02-02 Concordo pienamente con te. La legge è chiaramente anticostituzionale ma è stata articolata in modo furbesco per abbindolare gli italiani. Renzi continua a fare il furbo ma ci può lasciare le penne (perdendo) ma danneggiando, però, anche tutti gli italiani. Speriamo che il nuovo Presidente Mattarella lo stoppi prima facendolo ragionare in maniera più consona alla nostra Costituzione! | ||
Alessandro Risso - 2015-01-29 Cerco di spiegare meglio i passaggi ripresi da Stefano Lepri.
“Al ballottaggio chi vince prende più del 50% ed è investito direttamente dall'elettore, senza premio”, scrive Stefano.
Poniamo il caso che voti il 57% degli aventi diritto. È una percentuale credibile, visto il 37% alle regionali in Emilia e prima il 48% in Basilicata. Poniamo che la lista più votata con il 33% dei voti validi – cioè il 19% degli aventi diritto – vada al ballottaggio contro la seconda lista più votata al 22% - cioè il 12,3% degli aventi diritto –. Ai ballottaggi in Italia si perde in media un terzo del corpo elettorale. Quindi l’affluenza alle urne calerebbe al 38%. In caso di ballottaggio combattuto, il vincitore potrebbe contare su un consenso reale nel Paese intorno al 20%, ma su una maggioranza assoluta del 53% in Parlamento. Per questo ritengo che il premio di maggioranza continui ad essere abnorme e crei qualche preoccupazione per la democrazia. Ho scoperto che lo stesso timore è stato espresso dal costituzionalista Marco Cucchini su www.lavoce.info, e al suo autorevole intervento rimando per un approfondimento.
Sono poi lusingato dal fatto di aver fatto una previsione che collima con quella del professor D’Alimonte, dato che, dopo aver scritto che il numero massimo di eletti arriva al 36%, ho parlato di “un massimo ragionevole (aggettivo eloquente) del 50%”. Che il 50% di nominati sia meglio del 100% è ovvio. Ma continuo a pensare, come ho scritto, che in una democrazia sana il numero di nominati deve tendere a zero.
Quindi non mi toccano i paragoni dell’Italicum con Mattarellum e Porcellum, avendo sempre e coerentemente criticato entrambi.
Sui partiti padronali, le nostre sensibilità sono diverse, e sarebbe lungo confrontarle. Mi limito ad osservare che il PD con Renzi è molto più un partito leaderistico rispetto alle segreterie precedenti. Ora questo leader ha vinto le elezioni, comanda e tanti lo applaudono. Prima comandava Berlusconi e criticavamo tutti il suo modello di partito. Se la coerenza riprendesse ad essere un valore applicato, forse riusciremo a porre un argine alla crisi della politica e al preoccupante aumento dell’astensionismo. | ||
marco verga - 2015-01-29 E' una legge di compromesso, ma comunque in questo momento rappresenta un passo avanti rispetto alla situazione precedente e quindi è un dato positivo. Certo se il M5S che adesso propone Bersani come possibile Presidente della Repubblica lo avesse appoggiato al governo avremmo potuto evitare il patto del Nazzareno e leggi come quella elettorale e il Jobs Act sarebbero state comunque diverse. | ||
stefano lepri - 2015-01-29 Apprezzo lo sforzo di Alessandro Risso di trovare miglioramenti, che infatti riconosce, nella legge elettorale approvata ieri al Senato. Tuttavia non concordo laddove si dice che il premio sia eccessivo qualora non si raggiunga il 40%: al ballottaggio chi vince prende più del 50% ed è investito direttamente dall'elettore,senza premio. Certo, una parte di chi vota quel partito al ballottaggio lo fa come seconda scelta, ma ciò non toglie che lo scelga. D'altronde questo è il modello dei Comuni sopra i quindicimila abitanti, mentre in Regione Piemonte si può vincere (e avere il premio) anche con percentuali ben più basse del 40%. E allora perché prendersela solo con la legge elettorale nazionale?
Quanto al rapporto tra nominati ed eletti, rimando all'articolo sul Sole 24ore del 20 gennaio scritto dal Prof. D'Alimonte, il massimo esperto in materia, il quale stima che alla fine i candidati "bloccati" saranno più o meno uguali agli eletti: cinquanta per cento entrambi. Molto meglio del Porcellum, dove tutti sono paracadutati, ma anche del Mattarellum, dove il 75% dei posti era definito dalle segreterie dei partiti, che sceglievano i collegi migliori dove piazzare chi doveva uscire di certo.
Infine, un pensiero ai partiti padronali: Forza Italia lo è, mentre starei attento a definire in tal modo anche il PD, dove alcuni milioni di cittadini con le primarie hanno eletto un loro segretario e scelto la gran parte dei parlamentari. Dove il dissenso è tollerato al punto che venti senatori possono non partecipare al voto senza essere cacciati né "processati". Io non ho nostalgia di ex segretari o responsabili organizzativi del PPI o della Margherita che decidevano (da soli o intorno a un tavolo con altri pochi) tutti (o quasi) quelli che sarebbero andati in parlamento. Un parlamento che è stato per troppo tempo ostaggio delle sue degenerazioni e che ora deve scontare il ritardo di troppe indecisioni e ritardi.
Stefano Lepri
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