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Fuori dal PD “berlusconizzato”
 
di Giuseppe Davicino
 

Mano a mano che il segretario-premier getta la maschera e si rivela, nella concezione della politica e del partito così come nello stile e nel programma di governo, il degno e più fedele erede del ventennio berlusconiano, alfiere della conservazione della “seconda Repubblica” – una risposta vecchia agli inediti problemi del presente – cresce in molti cittadini che hanno creduto nell’alleanza dell'Ulivo e hanno guardato con speranza alla nascita del Partito Democratico, un senso di disagio. Ho l’impressione che tale disagio attraversi anche molti fra noi Popolari. Si è di fronte a un leader che sinora ha dimostrato solamente di eccellere nella tecnica dello spin, della manipolazione dell’opinione pubblica, del lanciare messaggi per confondere il giudizio e nascondere i veri obiettivi politici: usare la forza del più grande partito del centrosinistra per realizzare una politica di destra, declinata in modo – usando un eufemismo – da non dispiacere all’altro contraente del Patto del Nazareno.
Di fronte ad una tale realtà c’è una domanda che risulta sempre più difficile da eludere: che cosa ci si sta a fare in un partito ormai in larga parte svuotato, dove contano di più le kermesse della Leopolda organizzata dalla corrente del Segretario che le Assemblee Nazionali, dove le voci di chi osa manifestare dissenso sono spesso schernite e sopportate con fastidio, dove i tweet del Capo si sostituiscono alla discussione interna?
Il destino del PD appare sempre più legato a quello del suo leader. Il crollo degli iscritti dimostra che sta crescendo la distanza tra l’attuale gruppo dirigente del PD e quanti in questi anni hanno creduto e credono in una prospettiva politica riformatrice. Nel Paese vi sono molte energie nel sociale, nelle amministrazioni locali, insieme alla sinistra democratica e ad ampi settori dell'arcipelago cattolico democratico, disposte a mettersi in gioco per un progetto politico di centrosinistra in un nuovo soggetto politico. Lo spazio lasciato dalla attuale deriva plebiscitaria e neoliberista del PD è enorme ed è destinato ad aumentare non appena alla delusione della maggioranza degli iscritti al PD si aggiungerà quella degli amministratori locali, dei lavoratori e delle famiglie, sui quali questo governo, mosso dalla frenesia dell’apparire, ha scaricato gli oneri di una manovra economica recessiva, assolutamente in linea con quelle degli ultimi governi, da Monti in avanti. Servono leader generosi e coraggiosi, non facili da trovare nella politica della finta democrazia, nella quale la cooptazione e la nomina hanno sostituito l’elezione democratica, pregiudicando l’autonomia dei parlamentari perché il loro futuro politico è appeso non al giudizio popolare ma a quello del capo-partito.
Questo progetto, per poter risultare interessante, necessita di una impostazione non ideologica, di una capacità di cercare risposte per il Paese a una crisi che è insieme sociale, economica, della qualità della vita democratica e degli equilibri geopolitici internazionali. L’orientamento al futuro, alimentato dalle radici delle grandi culture politiche riformatrici, è la molla che può far sprigionare un mare di passione politica soprattutto da parte di chi si trova sempre più fuori dalla effettiva attenzione della politica: il mondo del lavoro, la famiglia, il ceto medio impoverito, le fasce sociali più deboli.
Sta a un vero nuovo partito di centrosinistra, di cui si avverte il bisogno a causa della inarrestabile deriva conservatrice del PD, la capacità di intercettare questa nuova voglia di partecipazione.


Luchino Antonella - 2014-11-04
Il coraggio di alzare la mano per dissentire non lo trova nessuno perche' sono consapevoli che se cade il Governo e si dovesse andare a nuove votazioni quanti parlamentari che oggi siedono alla Camera o al Senato verrebbero rivotati? Allora pur di non perdere la poltrona, preferiscono continuare a galleggiare portando sempre di piu' all'impoverimento gli italiani. Guardate cosa si sono inventati per risanare il bilancio dello Stato Italiano: il Tfr in busta paga, l'aumento dell'aliquota sulla tassazione dei fondi previdenziali integrativi, e via dicendo; stanno scardinando quel poco che rimane dello stato sociale.Perche' non iniziano a tagliare i loro privilegi? Perche' per loro sono diritti acquisiti; peccato che nell'ultima riforma della previdenza (Legge Fornero) i diritti acquisiti dai lavoratori sono stati spazzati via in un attimo, riforma approvata anche dal PD. Perche' non cercano di creare lavoro invece di continuare a emettere proclami quotidiani. Ad oggi non si e' vista concretizzare una delle riforme tanto sbandierate. Sinceramente sono delusa da questa classe politica che non dimostra piu' di avere un'etica, una dignita' e onesta' intellettuale. Grazie dell'attenzione.
Carlo Baviera - 2014-11-04
Sottoscrivo in pieno la replica di Giuseppe Davicino. Davicino for President
Giuseppe Davicino - 2014-11-03
Rispetto anche se non condivido, l'opinione di Romano: lasciamolo lavorare, lasciamolo fare come il miglior Berlusconi degli albori, tutto sorriso e promesse. Un copione già visto. Condivido le altre considerazioni. Ad oggi si vede che esiste un grande spazio politico per una iniziativa che si distingua dallo strano Pd renziano, ma solo a certe condizioni. Alcune di queste condizioni le indica Antonio: che non si tratti di un mero contenitore per chi è disinvolto nel cambiare casacca. E che non nasca per dividere il centro sinistra ma per farlo ripartire. Queste due condizioni sono propedeutiche a quella che strurzianamente esprime Carlo: il primato del programma. Non il partito dei dissidenti del Pd, degli irriducibili di sinistra, della Cgil o dei catto-comunisti, ma un soggetto politico autenticamente riformatore, che si batte anche per ciò che questo Pd oggi non fa. Occorre avere una proposta che parli a tutto il Paese. Con buon senso ma senza timori di essere bacchettati dai poteri dominanti, trovando quel coraggio a cui invita Gabriella. Giustamente Carlo cita Papa Francesco. Si può parlare di cose complesse in modo chiaro e netto. Ci sono più cose concrete nell'Evangelii Gaudium che nel chiacchiericcio politicante che inonda molti talk show. Dal “no all'idolatria del denaro” possono scaturire proposte moderne ed attualissime per i tempi che viviamo. Un solo esempio: se questo nuovo soggetto si presentasse alle elezioni spiegando cosa è il Trattato transatlantico e quali conseguenze avrebbe - se fosse approvato nel suo attuale impianto - sulla salute, sull'ambiente, sulle professioni, sul mondo del lavoro, sul welfare, sulla legislazione nazionale e comunitaria, costringerebbe tutto il sistema politico ad affrontare questioni di grande interesse popolare su cui non c'è dibattito, ma solo silenziosa obbedienza della politica ai poteri finanziari. Lotta alla povertà ed alle disuguaglianze crescenti, centralità del lavoro, rappresentanza della classe media che si impoverisce, regolamentazione della speculazione finanziaria e smantellamento dei paradisi fiscali, una concezione dinamica e aggiornata ai tempi, che eviti soprattutto il rischio di una nuova guerra in Europa, del sistema delle alleanze e delle relazioni internazionali, con l'Italia che diventi capofila in Europa nell'apertura ai Briscs, sono solo alcuni dei capitoli per un giusto abbrivio.
giuseppe cicoria - 2014-11-03
Bell'articolo! Ma mi mette tanta tristezza! Il successo di Renzi ha la sua motivazione nel fondo che il nostro ceto politico medio ha toccato! In ciò l'influenza della politica berlusconiana, è stata decisiva. La cattiva gestione della res-pubblica ha indebolito il sistema giudiziario e fiscale, favorendo, così, le classi furbe e spregiudicate. Il restante "popolo" (la maggioranza) non è riuscita ad inserirsi tra i "cattivi" ed ora è inviperito per le disugualianze economiche e di ceto costretto a subire ed ha cercato e trovato 2 "terminator": Renzi e Grillo. Grillo ed i suoi bravi ragazzi forse avrebbero le qualità per fare qualcosa di buono ma nonostante abbiano avuto la maggioranza dei voti di partito sono stati odiati, forse per il loro programma ed atteggiamento anomalo, dai poteri costituiti conservatori e quindi emarginati. Renzi con la sua dialettica ed impareggiabile furbizia fa credere agli italiani che sistemerà tutte le leggi truffaldine, i privilegi di pochi e punirà i cattivi e gli evasori. Di fatto vuole un potere assoluto, si allea con il sig. B e si dimentica di fare quello che promette, anzi fa esattamente il contrario! La propaganda egemonizzante, addirittura peggio che nel precedente regime berlusconiano, sta facendo il resto! Il Sig. Romano Vola spero che abbia abbastanza tempo per rendersi conto che criticare giustamente i vecchi del PD non lo giustifica a buttarsi nelle braccia di un renzismo fatto di slogan ed offese verso quelli che lo ostacolano per progetti sgangherati, tra l'altro annunciati, ma non realizzati.
GABRIELLA - 2014-11-03
E perchè lo avete e lo lasciate "fare"? Tanti continuano a dissentire ma poi il coraggio di non allinearsi alzando la mano non lo trova nessuno.
Carlo Baviera - 2014-10-31
Finalmente la proposta di una ripartenza! Pericolosa, però. Una nuova proposta già sperimentata e fallita da parte di altri! Fallita perchè non chiare le premesse, oppure perchè equivoche le prospettive. Il nuovo, dice giustamente Giuseppe, deve essere di CENTROSINISTRA (sul trattino si può anche discutere). Ma cosa si intende per centrosinistra? Certamente solidarismo e personalismo comunitario, socialità (che se prevede modifiche al welfare, lo fa per dare prospettive e tutele maggiori e non per abbandonare al mercato anche i fortunati di oggi oltre che chi è già in condizioni di disagio). E poi una visione ambientale seria, che valorizzi il patrimonio. Ancora, una politica estera alleata con l'occidente, ma libera di cercare e tracciare nuove strade di pace, collaborazione internazionale, di favorire lo sviluppo integrale dei popoli. In ultimo il non centralismo, la difesa delle autonomie, e il sostegno alla sussidiarietà alla economia civile alle famiglie alle piccole imprese, con un sistema bancario che torni a fare il proprio lavoro anzichè speculazioni finanziarie. Si tratta poi di capire cosa si intende per laicità di fronte alle tante questioni "etiche". Comunque basta leggere Papa Francesco (anche solo l'ultimo discorso su terra, casa, lavoro) per avere la prospettiva che anche in politica ci deve orientare. Da ultimo: nuove iniziative è bene che tengano legate esperienze che nel cattolicesimo democratico e anche nella sinistra più attenta già operano (Argomenti 2000, C3dem, Agire Politicamente, settori di acli e cisl, ....)
Antonio R. Labanca - 2014-10-31
Fantastico! Con le avvertenze di: - non caricare sul nuovo treno chi abbia avuto percorsi politici ambigui e fiuti una nuova opportunità per rimettersi a galla; - non collocarsi nel centro-sinistra con la riserva mentale che i primi avversari siano gli altri del centro-sinistra.
Romano Vola - 2014-10-31
Ma quand'è che il PD la smetterà di gambizzare i propri Segretari e i propri Presidenti del Consiglio??? Quand'è che la smetteremo di blaterare e lasceremo che chi ha volontà e capacità di fare possa fare? Renzi non ha nulla a che vedere con Berlusconi! A differenza di tutti i blateranti del ventennio e attuali, grazie ai quali siamo giunti al punto in cui siamo (lui nel ventennio non c'era) ha semplicemente capito che è ora di passare oltre le rane gracchianti. Io fin dalla prima ora ho creduto nel PD di Veltroni che ha trovato finalmente in Renzi il giusto interprete, senza il quale stavo per votare Grillo, perché sinceramente ero disgustato dalle perenni diatribe inconcludenti all'interno del PD. Non fatemi tornare indietro per favore!!