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Più Europa, meno Italietta
 
di Franco Maletti
 

La politica di tutti questi anni, invece di concentrarsi in modo ossessivo su Berlusconi, avrebbe dovuto cercare una risposta al perché milioni di persone lo abbiano votato e ancora oggi, che le sue miserie morali sono venute alla luce certificate da sentenze definitive, manifestino l’intenzione di confermargli consenso nel caso si tornasse a votare.
Una delle ragioni sta senz’altro nel suo enorme conflitto d’interessi e nelle sue capacità e possibilità di manipolazione mediatica. Ma bisogna anche riconoscere che esiste, sopravvive e prospera una “Italietta” che, tendenzialmente, rispetto all’Europa difende i propri confini per potere fare meglio i propri affari. Una “Italietta” così ben rappresentata da Berlusconi e resa caricaturale grazie ai comportamenti estremisti della Lega. Una destra che esibisce i suoi trofei di ignoranza, di razzismo e di egoismo facendone una bandiera sotto la quale militano, quasi come “eroi”, evasori fiscali, furbi di ogni genere, quote latte, profittatori, acquirenti di lauree false e affaristi di cricche varie, ladri di finanziamenti pubblici, sedicenti guardiani dell’ordine pubblico e della moralità, provocatori, intolleranti religiosi, ecc…
Tutto questo, negli ultimi vent’anni, ha messo progressivamente in secondo piano, (dandogli addirittura una connotazione negativa), il nostro appartenere all’Europa e avere l’Euro come moneta unica e come parafulmine a gran parte delle nostre inettitudini. Senza l’euro l’inflazione eroderebbe i nostri risparmi, farebbe lievitare i mutui a livelli insostenibili e la nostra economia sarebbe quella di un paese povero, sempre più indebitato e in balia dei mercati.
A questo punto ritengo che la soluzione debba essere, al contrario, quella di avere “più Europa”: soprattutto sul piano sociale. Avremmo infatti tutto l’interesse a batterci, in Europa, per una riduzione delle sovranità nazionali intese come conservazione di privilegi particolari, e dovremmo lottare per la riduzione delle differenze in tema di lavoro e di tutele previdenziali. Dovremmo lottare per un solo sistema pensionistico, un sistema retributivo e contrattuale uniforme a parità di qualità e quantità di lavoro. E poi un solo esercito per la difesa, un solo sistema di ordine pubblico, di vigilanza e prevenzione. Un solo sistema fiscale, un solo organismo di controllo per i reati fiscali e sanzioni analoghe conseguenti.
Ma, per fare questo, occorrerebbe mandare al Parlamento Europeo le nostre migliori rappresentanze politiche e le nostre menti migliori. Temo invece che, come per tutte le altre volte precedenti, alla fine i partiti manderanno gli “scarti” della politica nostrana, i vecchi politici ingombranti e un po’ appannati, personaggi beceri alla Borghezio, favoriti e favorite di scarsa levatura ma da accontentare ad ogni costo come i Razzi e gli Scilipoti, rampanti privi di senso della disciplina e contestatori di professione, ex trombati di ogni tipo: ovvero persone prive di ogni spirito comunitario e preoccupate soltanto di percepire il sostanzioso emolumento di parlamentare europeo fregandosene di tutto il resto.
Mi auguro di sbagliare e di vedere liste alle europee composte da persone degne e consapevoli. E mi auguro anche di vedere in Italia un governo dal comportamento sempre più coerente e più attento nei confronti dell’Europa. Se non addirittura “conseguente” all’Europa stessa: ovvero senza attendere che siano le delibere ad obbligarlo. Ma forse (e purtroppo) conviene a nessuno dei sedicenti “politici” nostrani e proprietari di partito educare i propri elettori a tutto questo: perderebbero gran parte del loro carisma e del loro potere.
Allora meglio dare la colpa all’Europa di tutto quello che non va bene o addirittura va male. Pur di continuare a fare i propri interessi attraverso il consenso a miracoli che non verranno.